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Esclusiva

Marzo 29 2023
Il crimine di vestire una parrucca

Di fronte alla legge che in Tennessee vieta l’esistenza delle drag queen, Bella duBalle, direttrice del più grande drag show di Memphis, non vuole smettere di ballare

«Alle persone fa solo male vedere qualcuno in grado di essere orgoglioso di una parte di se stesso e di cui loro invece si vergognano», dice Bella duBalle, drag queen e direttrice artistica dell’Atomice Rose, il più grande locale queer di Memphis, città del Tennessee. Alla legge firmata dal governatore repubblicano Bill Lee, che vieta la pratica dei drag show, la performer risponde in maniera sicura: «Gli spettacoli continuano».

Il testo del provvedimento prende di mira le “performance di cabaret per adulti” e “gli uomini che impersonano le donne e le donne che impersonano gli uomini”. Per le organizzazioni LGBT dello stato, la legge ha lo scopo di limitare la possibilità di esprimere e affermare il proprio genere in pubblico. Non solo, secondo duBalle «l’intento è quello di attaccare anche le persone transgender. Se si pensa che la loro esistenza non abbia valore e sia basata solo su un’ideologia, il passo verso il non riuscire a distinguerle dalle drag queen può essere breve. Ho la paura che la legge sia volontariamente vaga per poter colpire più bersagli possibili». Infatti la manovra interviene anche nel campo della transizione di genere. Dal 1 aprile, data di entrata in vigore del testo, i dottori non potranno più erogare trattamenti medici specifici, come operazioni chirurgiche, terapie e bloccanti ormonali.

Il “drag ban law”, così è stato rinominato il provvedimento SB-3, ha scatenato le rivolte della comunità LGBT locale. Non sono mancate anche proteste di solidarietà nelle maggiori città degli Stati Uniti. Lo scontro si è però trasformato in tragedia a soli pochi giorni dall’entrata in vigore della legge. Audrey Hale, una 28enne transgender, ha aperto il fuoco all’interno della Covenant School, una scuola privata cattolica di Nashville. Ex studentessa dell’istituto, ha sparato e ucciso tre bambini di 9 anni, uno dei quali figlio del più importante pastore locale, e tre membri dello staff, tra cui il preside della scuola. Un attacco organizzato e premeditato, ha dichiarato la polizia che ha confermato il bersaglio della scuola, anche se il movente rimane sconosciuto. Infatti Hale disponeva della planimetria della struttura e delle sue vie di ingresso e di fuga.

Per duBalle a inasprire il conflitto è lo stesso Tennessee, «uno stato repubblicano che corrisponde a ciò che di solito se ne pensa: mandrie, praterie e cowboy. Sono cresciuta in una fattoria e i miei amici erano polli, maiali e mucche. Solo ai miei 20 anni mi sono trasferita nella piccola bolla democratica di Memphis».

Isolata e senza possibilità di confronti, a salvarla è il diventare una drag queen, una pratica che per lei non può essere vietata ai minori, come avverrà dal 1 aprile. «Ho due bambini drag e non posso più essere fiera di loro. D’altronde a insegnarmi per la prima volta a essere chi sono davvero, quando avevo otto anni, è stato Bugs Bunny». Nel guardare indietro alla sua vita e alla situazione, duBalle intercetta protagonisti, caratteri e personalità simili. «Bulli erano e bulli rimangono», dice lei.