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Esclusiva

Marzo 27 2023
«Adesso non lasciateci soli», le Famiglie Arcobaleno in piazza

Dopo Milano anche a Roma arriva la manifestazione che chiede riconoscimento e tutela per i figli delle famiglie omogenitoriali

Sorride a tutti Marisol. Ha due anni e una simpatica frangetta che le copre i grandi occhi castani. Le sue due mamme le fanno indossare uno scaldacollo rosa, anche se fuori è una calda giornata di primavera. Quello stesso colore, in realtà, sono in tanti e in tante a indossarlo e non è difficile immaginare dove tutte queste persone siano dirette, in un’affollatissima domenica pomeriggio nel centro storico. Alle 16 i tamburi risuonano già nei dintorni di Piazza Venezia, segno che qualcosa sta per iniziare nella piccola piazza dei Santi Apostoli, che sembra stretta per le duemila persone che hanno risposto all’appello delle Famiglie Arcobaleno.

Dopo la grande manifestazione a Milano la voce delle famiglie omogenitoriali risuona anche a Roma per ribattere contro le prese di posizione del governo e per rivendicare diritti e doveri di nuclei familiari già esistenti, ma non riconosciuti dallo Stato.

«Noi non siamo invisibili, siamo qui e siamo reali», dice Viola dal palco della manifestazione, accanto a Mario Colamarino, il presidente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, co-organizzatore dell’evento insieme all’Associazione Famiglie Arcobaleno, Arcigay Roma, Agedo e Rete Lenford. Viola è una bambina che da quando è nata frequenta il Circolo insieme alle sue mamme. Guarda la folla e con tutta la voce che ha chiede soltanto di essere vista, che i suoi diritti di figlia siano riconosciuti. Perché se si ammala solo una delle due mamme può stare con lei in ospedale e se vuole fare una vacanza solo una delle due mamme, quella che per legge lo è, può portarla con sé come titolare della cosiddetta responsabilità genitoriale (l’ex patria podestà).

«In Italia manca una legge per riconoscere i figli delle coppie dello stesso sesso, per proteggerli rendendoli uguali a tutti gli altri. So benissimo che con questo Parlamento non l’approveremo mai, ma ricordo a questo Parlamento che negli altri Paesi europei queste leggi ci sono e non sono state approvate esclusivamente dai partiti di sinistra, le hanno approvate anche i partiti conservatori. Solo in Italia la destra fa rima con omofobia. Ci sono destre illuminate anche sui diritti civili» afferma Alessia Crocini, presidente dell’Associazione Famiglie Arcobaleno.

Il riferimento è soprattutto a quella che sembra adesso la priorità della destra al governo e in maggioranza parlamentare: la criminalizzazione della gestazione per altri (Gpa). «Non è vero che per dare i diritti ai bambini dobbiamo approvare ora la legge sulla Gpa», prosegue Crocini. «Faremo anche quello ma non è questa la richiesta adesso. Rendere adesso la Gpa reato universale è un’altra fandonia, un modo perfetto per sviare l’attenzione dell’opinione pubblica su altri problemi», senza considerare che nei Paesi a cui si rivolgono le coppie omosessuali italiane è una pratica regolamentata da leggi e tutele ed è inoltre richiesta nella maggior parte anche da coppie eterosessuali. Il 90%, per l’esattezza, secondo il dato riportato da Crocini durante la manifestazione.

Secondo Crocini, la crudeltà del discorso politico focalizzato solo sulla gestazione per altri è che non prende in considerazione i bambini già cresciuti in Italia: «Stiamo dicendo che la loro vita è illegale. Io penso che nessuna vita sia illegale». Per questo motivo prosegue la campagna firme rivolta a sindaci, sindache, cittadini e cittadine, che coinvolge anche il comune di Roma.

Il sindaco Roberto Gualtieri ha scelto infatti di presenziare alla mobilitazione delle Famiglie Arcobaleno, annunciando poche ore prima anche l’apertura del primo registro delle nascite delle famiglie omogenitoriali, quello dei figli di due madri, a cui si spera ne seguiranno altri.

«Siamo qui, io e tutta l’amministrazione di Roma Capitale, al vostro fianco, al fianco della comunità Lgbtq+, al fianco dei bambini e delle bambine che devono avere gli stessi diritti. Pensiamo sia intollerabile che in questo Paese ci sia un gap così grande rispetto agli altri Paesi europei. Serve un salto avanti di civiltà, serve che tutti facciano la loro parte, noi abbiamo iniziato a farlo», ha affermato il sindaco dal palco, prima di congedarsi ricevendo in regalo un cartellone dai bambini presenti e una penna da Alessia Crocini, simbolo e augurio delle registrazioni ufficiali delle Famiglie Arcobaleno.

Alla piazza gremita, ai giornalisti presenti, ai sostenitori e ai curiosi, Crocini infine rivolge un ultimo appello: «Non lasciateci soli! Non lasciateci soli perché tra un po’ questo clamore mediatico scemerà e noi dobbiamo tenerlo alto finché tutti i bambini di questo Paese non saranno messi al sicuro»

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