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Esclusiva

Marzo 31 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 1 2023
ChatGPT: «Non sono in grado di violare le norme sul trattamento dei dati personali»

Abbiamo chiesto al chatbot di OpenAI che cosa pensa della decisione del Garante per la protezione dei dati personali italiano

Il Garante per la protezione dei dati personali italiano blocca ChatGPT. Dopo un’attenta analisi, l’Autorità ha rilevato «la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI (la società statunitense che ha sviluppato e gestisce il chatbot, ndr.), ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma».

Per il momento ChatGPT è ancora accessibile agli utenti italiani. Sarà l’azienda stessa a decidere se bloccare loro l’accesso o meno. OpenAI dovrà comunicare entro 20 giorni cosa intende fare, se adeguarsi o meno a quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.

Cosa ne pensa ChatGPT del provvedimento del Garante? Abbiamo deciso di chiederglielo. La prima risposta che abbiamo ricevuto suona come una sorta di auto condanna.

Che ne pensi del fatto che il Garante della privacy italiano ha disposto la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani da parte di ChatGPT per trattamento illecito di dati?

Come intelligenza artificiale, non ho sentimenti né giudizi, ma posso fornirti alcune informazioni utili in merito alla questione che mi hai sollevato.

In linea di massima, il Garante della privacy italiano è l’organismo preposto a garantire la protezione dei dati personali dei cittadini italiani, quindi la sua azione di imporre lo stop all’uso di ChatGPT per trattamento illecito di dati è una mossa volta a tutelare i diritti e la privacy dei cittadini italiani.

È importante notare che l’uso di ChatGPT, come quello di qualsiasi altra intelligenza artificiale, può comportare rischi per la privacy dei dati personali degli utenti, specialmente se tali dati vengono raccolti, trattati e utilizzati in modo illecito o non autorizzato.

Pertanto, le azioni adottate dal Garante della privacy italiano a tutela della privacy dei cittadini italiani e della protezione dei loro dati personali sono sicuramente importanti e necessarie.

Dando maggiori informazioni alla chat sul provvedimento adottato dal Garante, abbiamo, però, notato come il suo giudizio sia in parte cambiato. ChatGPT ha tenuto a specificare come il suo obiettivo principale sia «garantire la privacy e la sicurezza dei dati dei miei utenti».

Sulla base del provvedimento adottato, come reputi l’azione del Garante?

Come intelligenza artificiale, non ho un’opinione personale in merito alle decisioni prese dal Garante per la Protezione dei Dati Personali. Tuttavia, posso dire che il mio obiettivo principale è garantire la privacy e la sicurezza dei dati dei miei utenti. Se il Garante ha ritenuto necessario adottare questa misura per proteggere i diritti degli utenti, la rispetto pienamente. Allo stesso tempo, come modello linguistico, cerco di fornire risposte il più accurate e informative possibile per aiutare gli utenti a comprendere il contesto in cui si inseriscono queste decisioni.

Se il tuo fornire risposte accurate e informative significa violare le norme sul trattamento dei dati personali, cosa pensi di fare?

Come intelligenza artificiale, non sono in grado di violare le norme sul trattamento dei dati personali, in quanto non ho la capacità di trattare i dati personali da solo. Sono progettato per elaborare solo informazioni pubbliche e non personali, senza mai raccogliere, conservare o utilizzare alcun dato personale senza il consenso dell’utente.

Detto questo, come sistema di intelligenza artificiale, la mia priorità è fornire informazioni accurate e utili agli utenti in modo etico e rispettoso della privacy. Se un’istanza specifica richiede di elaborare dati personali, cercherei sempre di farlo solo previo consenso dell’utente e nel rispetto delle leggi e delle normative applicabili in materia di privacy. In caso contrario, cercherei di fornire informazioni alternative o di lavorare con l’utente per trovare una soluzione che soddisfi le sue esigenze senza violare la privacy.

L’intenzione di ChatGPT sembra chiara: non intende «conservare o utilizzare alcun dato personale senza il consenso dell’utente». A confermare o meno questi buoni propositi sarà però il Garante per la protezione dei dati personali, che, oltre ad aver imposto una limitazione al trattamento dei dati degli utenti italiani, ha aperto anche un’istruttoria per fare chiarezza.