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Esclusiva

Aprile 3 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 7 2023
Finlandia, Rahkonen: «Difficile evitare l’estrema destra al governo»

Il leader di centrodestra, Petteri Orpo, cerca alleati per formare il nuovo governo e, secondo gli esperti, sceglierà l’estrema destra di Riikka Purra

Il partito conservatore di centro destra “National Coalition Party”, noto localmente come Kokoomus, ha vinto le elezioni finlandesi, conquistando 48 seggi in un parlamento di 200 seggi. Il Partito Finlandese, populista e di estrema destra guidato da Riikka Purra è arrivato secondo, conquistando 46 seggi, tre in più di quelli ottenuti dai socialdemocratici di Sanna Marin, arrivati terzi. 

La palla ora è nel campo di Kokoomus, il partito vincente, che dovrà decidere con chi coalizzarsi. Secondo Juho Rahkonen, professore di scienze sociali presso l’Istituto di ricerche sociali “E2” di Helsinki la coalizione più probabile che andrà a formare il prossimo governo sarà quella composta da Kokoomus (il primo partito), il partito di estrema destra guidato da Purra e keskusta, il partito centrista, arrivato quarto nelle votazioni. 

«Il Partito Finlandese di Riikka Purra è oggi così grande che sarebbe difficile formare un governo senza di loro. Kokoomus, il partito vincitore, potrebbe trovare un terreno comune con Purra per quanto riguarda l’economia che è stato l’argomento centrale e decisivo per vincere queste elezioni», dice Rahkonen. 

Secondo molti osservatori dopo tre anni di pandemia, guerra e inflazione, gli elettori finlandesi hanno voluto imprimere una svolta votando partiti di destra, gli stessi che in campagna elettorale hanno promesso più attenzione a politiche di mercato e di controllo del debito. Per lo stesso motivo si ritiene che i socialdemocratici di Sanna Marin siano stati superati dai partiti di destra, anche se «il successo delle opposizioni a ogni tornata elettorale fa parte di uno schema tipico della politica finlandese. Prima della vittoria della sinistra di Marin ad esempio, avevamo avuto un governo di centro-destra», commenta il professore del centro di ricerca di Helsinki.

In ogni caso, la vicinanza sui temi economici tra il partito di centrodestra e quello di estrema destra non è l’unico esito possibile di queste elezioni. Dipenderà in gran parte da quali valori si lasceranno guidare i principali partiti coinvolti. «Il Partito Finlandese è molto più nazionalista di Kokoomus e potrebbe avere difficoltà ad adattarsi alla mentalità pro-UE e pro-immigrazione del suo leader Petteri Orpo. In Finlandia, di solito, il governo ha bisogno di una maggioranza netta in parlamento per poter funzionare», sostiene Rahkonen, una situazione che rende ancora imprevedibile gli esiti a cui porterà il voto dei finlandesi.

A prescindere dal governo che andrà a formarsi è chiaro però che la guerra in Ucraina abbia uniformato il posizionamento dei partiti finlandesi per quanto riguarda la politica estera. «L’adesione alla NATO della Finlandia e il supporto all’Ucraina, soprattutto militare, non sono stati argomenti di discussione in queste elezioni e il motivo è chiaro: chiunque avesse mostrato incertezze su questi temi si sarebbe suicidato politicamente», afferma Rahkonen che ricorda come quasi tutti i membri del Parlamento che hanno mostrato ambiguità su queste tematiche siano stati abbandonati da tutti i partiti. 

Tra questi non mancano politici di rilievo come Paavo Väyrynen, politico di lungo corso ed ex ministro degli Esteri, che in queste elezioni, nonostante la sua notabilità, ha ottenuto un risultato mediocre.

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