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Esclusiva

Maggio 4 2023
La sfida dell’AI è educare al cambiamento

La Lectio Magistralis 2023 del Master di giornalismo Luiss a cura di Hermano Igo Krebs, dottore in robotica al Massachusetts Institute of Technology

Dal Model T, prima automobile della storia, all’intelligenza artificiale nei nostri smartphone, in poco più di un secolo il rapporto tra uomo e tecnologia si è trasformato e stratificato, oscillando sempre tra l’entusiasmo per il progresso e la paura di perderne il controllo.

L’abbandono di Google da parte di Geoffrey Hinton, considerato il padrino dell’intelligenza artificiale, è solo l’ultimo degli allarmi lanciati nei confronti di una tecnologia che ancora non si è del tutto in grado di gestire ed esplorare e che per questo è percepita come una minaccia.

Una simile sorte, da decenni, è toccata alle scienze robotiche, per il timore che “l’umanoide antropomorfo” potesse rimpiazzare la coscienza umana e che l’utopia di Isaac Asimov si potesse trasformare in terrificante distopia.

Prima di immaginare un mondo popolato di androidi, tuttavia, è l’attuale applicazione civile dei principi della robotica a dimostrare come i progressi dell’ingegneria siano d’aiuto nella quotidianità.

È ciò che ha illustrato il Professor Hermano Igo Krebs, Dottore in robotica del Massachusetts Instituteof Technology (MIT) e membro dell’Istituto degli ingegneri elettrici ed elettronici (IEEE), durante la Lectio Magistralis 2023 del Master in Giornalismo e comunicazione multimediale, organizzata in collaborazione con l’Ambasciata statunitense e il Luiss Data Lab.

«Ciò di cui abbiamo bisogno adesso», ha affermato Krebs, «è capire come fare questa transizione, come andare dal punto in cui siamo al punto in cui vogliamo arrivare. Non possiamo proibire l’uso della tecnologia, ma dobbiamo capire come creare un processo che ci permetta di adottarla». Per Krebs, dunque, temere la tecnologia non è solo un atteggiamento improduttivo ma è anche privo di lungimiranza e contatto con la realtà. Vuol dire negare la realtà stessa senza provare a controllarla.

È per questo, invece, che Krebs afferma quanto sia fondamentale educarsi ed istruirsi all’uso dei nuovi strumenti a disposizione e farne un «processo continuo» in cui chiunque rimane giorno dopo giorno uno studente, lui stesso compreso. Educarsi ed educare alla tecnologia è anche «l’unico modo per renderla egualitaria, per permettere un accesso più inclusivo possibile».

L’unico modo, forse, per riuscire a trovare, sentire e interpretare la voce della macchina, per citare il poeta Nanni Balestrini – ricordato in apertura dell’evento dal direttore del Master Gianni Riotta – che per primo sperimentò con la scrittura e gli algoritmi.

Nel rapporto tra uomo e macchina, secondo Krebs, la sfida ancora oggi rimane la capacità di andare oltre la ritrosia e la paura naturale – il push back, come lo chiama il Professore – e trovare il giusto equilibrio con i push forward, le spinte evolutive altrettanto naturali e necessarie.

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