Una vittoria al di sopra delle aspettative, che rappresenta il desiderio dei cittadini di riconfermare il governo uscente. “La speranza ha vinto sul pessimismo e l’unità sulla divisione. Sono orgoglioso, sono anche commosso, perché sento molto pesante la responsabilità che mi carica sulle spalle una percentuale così impressionante. Prometto di lavorare ancora più duramente per onorare la fiducia” ha twittato Kyriakos Mitsotakis, che considera queste elezioni un chiaro messaggio della popolazione. Il primo partito Nea Demokratia ha raggiunto il 40,8% distanziandosi nettamente dal secondo, Syriza, che ha ottenuto il 20,1% guidato dall’ex premier Alexis Tsipras (2015-2019). Terzo è stato il partito socialista Pasok, che ha conquistato l’11,5%, dimostrando un incremento rispetto alle elezioni del 2019.
La vittoria di Mitsotakis si traduce in 146 seggi su 300, una maggioranza forte ma non abbastanza per far nascere un governo monocolore, privo di coalizioni e accordi. Il leader ha dichiarato di non voler portare a termine l’incarico, affidatogli dal Presidente della Repubblica, di creare una coalizione in grado di governare attraverso un accordo fra partiti. Al contrario, è intenzionato a portare nuovamente i cittadini alle urne, con una nuova legge elettorale grazie alla quale può ottenere il premio di maggioranza.
“Il suo punto di forza è il riformismo liberista, è la crescita economica. Durante il suo mandato dal 2019 al 2023 le riforme sono state meno drastiche di come voleva a causa della congiuntura tra crisi energetica, covid, terremoto in Turchia e conflitto in Ucraina.” Irene Soave, inviata del Corriere della Sera ad Atene, ha seguito le elezioni. “Il grande consenso è dovuto anche alle mancanze della sinistra. Dopo il quadriennio 2015-2019, non sono più riusciti a riconquistare la fiducia dei cittadini, che con Mitsotakis hanno avuto l’idea che ci fosse più libertà, che venisse dato più spazio alla libera iniziativa e meno al pubblico. Un approccio meno ancorato al passato. Quindi il successo del centrodestra non è dipeso solo dal programma politico di Mitsotakis”.
Tema centrale nel contesto politico della Grecia è la gestione dei migranti. I lavori svolti dal governo uscente sono stati giudicati positivamente dalla popolazione che, alle urne, ha reso esplicito il desiderio di dare ancora fiducia al centrodestra. In un periodo storico senza precedenti, che ha visto la trasformazione del volto della Grecia, è rilevante la gestione dei rapporti con la Turchia. “Dalla storia si vede che la Grecia è un paese molto tollerante e accogliente, ma oggi l’immigrazione è un tema centrale per i cittadini e Mitsotakis ha preso molti consensi anche grazie alla proposta, nel suo programma elettorale, dell’allungamento del muro che limita l’accesso dell’immigrazione illegale” continua Irene Soave. La data delle nuove elezioni è fissata 25 giorni dopo lo scioglimento delle camere e l’annuncio del Presidente della Repubblica che è stato impossibile formare un nuovo governo. Il primo incarico viene dato al partito che ha avuto la percentuale più alta alle elezioni, Nea Demokratia. Una volta che il leader ha dichiarato l’impossibilità di trovare un accordo, spetta al secondo patito, ovvero Syriza, il compito di tentare una coalizione. In questo caso è difficile che la sinistra riesca a raggiungere il numero necessario alla formazione di un governo di minoranza, ma le tempistiche sono incerte.