Esclusiva

Maggio 28 2023
L’alluvione in Emilia Romagna è colpa del cambiamento climatico

La manutenzione può essere solo una misura preventiva per arginare i danni del cambiamento climatico

In un articolo pubblicato sul sito StartMagazine intitolato “In Emilia-Romagna il cambiamento climatico non c’entra. Parola del presidente dei geologi dell’Emilia-Romagna”, vengono riportate le dichiarazioni di Paride Antolini, presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna, riguardo l‘alluvione che ha colpito la regione. La notizia, utilizzando le parole di Antolini, sostiene che il cambiamento climatico non sia responsabile dell’alluvione, ma che si tratti invece di un problema di manutenzione.

Tuttavia, le evidenze scientifiche indicano che il cambiamento climatico ha un impatto significativo sugli eventi meteorologici estremi, inclusi le piogge intense e le alluvioni. Molti esperti e organizzazioni riconosciute, come l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) hanno dimostrato attraverso studi approfonditi e analisi dei dati l’esistenza di un legame tra il cambiamento climatico e gli eventi meteorologici estremi, documentando queste relazioni nel corso degli anni. Negli ultimi 10 anni, il numero di alluvioni causate da piogge intense è aumentato notevolmente: nel 2012 si sono registrate 10 alluvioni, mentre nel 2013 sono state 27, rimanendo costanti fino al 2017. Tuttavia, a partire dal 2018, si è verificato un aumento rapido, con 73 alluvioni registrate in quell’anno e un trend in crescita fino a raggiungere 105 nel 2022. Nel 2023, il numero di alluvioni è stato di 16. Un’analisi attenta rivela come la maggior parte delle alluvioni si è verificata negli anni in cui si sono registrate temperature particolarmente elevate.

Il rapporto dell’IPCC, considerato il documento più importante sul tema, ha evidenziato la correlazione tra l’aumento delle temperature e la quantità di pioggia che cade nei giorni più piovosi dell’anno. Secondo le prove scientifiche, il cambiamento climatico globale sta causando un aumento delle temperature medie, il che porta a un aumento dell’evaporazione dell’acqua e, di conseguenza, a un aumento della quantità di umidità nell’atmosfera, con l’effetto di intensificare le precipitazioni e aumentare il rischio di eventi meteorologici estremi come l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna. Con una nota il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) ha confermato: «L’indice di rarità degli eventi pluviometrici elaborato dal Cnr-Irpi sulla base dei dati di pioggia degli ultimi 20 anni, pone quest’ultimo evento dell’Emilia Romagna tra quelli classificabili come “eventi estremi».

Il ruolo della pioggia, del vento e della siccità nell’alluvione in Emilia Romagna

La notizia menziona che il mese di maggio è stato il più piovoso degli ultimi 70 anni in Emilia-Romagna, con quantità di pioggia eccezionalmente elevate. Si tratta di un indizio dell’influenza del cambiamento climatico, poiché gli eventi meteorologici estremi, inclusi i picchi di precipitazioni, sono previsti come uno dei risultati del cambiamento climatico. Come analizzato dal centro di ricerca Meteo Expert e pubblicato sulla testata specializzata Icona Clima, «sulla Romagna da inizio maggio è caduta la pioggia di 6 mesi».

Secondo gli esperti, l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna nelle prime settimane di maggio è stata causata da una combinazione di fattori meteorologici e vulnerabilità del territorio. Due perturbazioni molto intense hanno portato piogge eccezionalmente intense sulla regione che, concentrate in un breve lasso di tempo, hanno causato inondazioni significative.

Un ulteriore fattore che ha contribuito all’intensità delle precipitazioni è stato il cosiddetto effetto “stau”, causato dai forti venti provenienti dall’est che, impattando sugli Appennini, hanno perso parte dell’umidità mentre si alzavano sulla catena montuosa, precipitando come pioggia insistente sulle stesse aree.

La vulnerabilità del territorio ha giocato un ruolo significativo nell’aggravare gli effetti delle piogge intense. Il terreno, già impermeabilizzato a causa di una precedente siccità, è diventato saturo a seguito delle precipitazioni abbondanti avvenute all’inizio del mese. Ciò ha limitato la capacità del suolo di assorbire ulteriori quantità di acqua, aumentando il rischio di alluvioni e inondazioni.

Le conseguenze disastrose registrate hanno visto perciò l’esondazione di numerosi fiumi, allagamenti in diversi comuni e frane lungo il territorio con perdite di vite umane, dispersi e migliaia di sfollati che hanno costretto le autorità competenti, tra cui volontari, vigili del fuoco, forze dell’ordine e la Croce Rossa, a lavorare insieme per gestire l’emergenza.

Manutenzione misura preventiva, non causa

In sintesi, l’alluvione in Emilia Romagna è stata causata dall’intensità eccezionale delle piogge portate dalle due perturbazioni, unite alla vulnerabilità del territorio, già compromesso dalla siccità precedente e dalle precipitazioni precedenti. L’effetto combinato di questi fattori ha contribuito alle inondazioni e ai danni significativi nella regione.

Pertanto, la tesi secondo cui il cambiamento climatico non c’entri con l’alluvione in Emilia-Romagna non è supportata dalla maggior parte delle prove scientifiche disponibili. Il cambiamento climatico è un fattore che contribuisce ai fenomeni meteorologici estremi e alle relative conseguenze, come le alluvioni. Se è vero che la manutenzione delle infrastrutture e altre misure preventive possono ridurre l’impatto degli eventi estremi e si rendono necessarie di fronte all’aumentare della forza e della violenza delle precipitazioni, non possono eliminare completamente l’influenza del cambiamento climatico in quanto non rappresentano la causa di questo tipo di eventi estremi.