Esclusiva

Giugno 6 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Luglio 7 2023
L’amore che resta

Come d’aria, il libro di Ada d’Adamo, vince il Premio Strega 2023. Un memoir potente che vede la madre e la figlia unirsi nella malattia

Scrivere, trasforma il dolore e lo rende leggero. È l’effetto terapeutico che si manifesta, quando le parole si affievoliscono, perdono potere. Sembra essere questa l’essenza di Come d’aria, il libro scritto e narrato da Ada d’Adamo, adesso scomparsa, pubblicato dalla casa editrice Elliot che, dopo avere vinto lo Strega Off e il Premio Strega Giovani, vince la 77esima edizione del Premio Strega 2023.

Sei Daria. Sei D’aria

Senza l’apostrofo, le lettere del titolo si uniscono nel nome: Daria. La scrittrice parla della leggerezza che si può scoprire in una situazione che richiede forza, come la malattia della figlia: l’oloprosencefalia, una grave malformazione cerebrale che causa difficoltà nel parlare e nel muoversi.

Negli anni raccoglie annotazioni, appunti, ma è quando «Ada scopre di avere un tumore metastatico alla mammella che soffre d’insonnia e comincia a scrivere per un obiettivo: valorizzare la sua storia e aiutare gli altri» – dice Loretta Santini, direttrice editoriale che non ha voluto modificare niente di quelle pagine. «Quando è arrivato nelle mie mani, l’ho letto in due ore. Era completo, scorrevole, perfetto». Dagli attacchi epilettici alle crisi di pianto. Il volume esplora la consistenza del tempo trascorso con la figlia. Ospedali, visite mediche. Non c’è solo responsabilità, c’è amore, comprensione per la malattia che diventa un’occasione di connessione – un pezzo di pizza con le zucchine, è il ricordo che riecheggia, durante una seduta di radioterapia – con la figlia e con la vita.

In piscina troviamo refrigerio, tutto si alleggerisce, l’assenza di peso ci rende euforiche […] Bisognerebbe immergersi ogni giorno in una pozza d’acqua nella quale, stretti in un abbraccio, sciogliere per un po’ il peso della vita. Poi risalire la scaletta, asciugarsi, rimettersi sulle spalle il proprio carico.

Un memoir potente che vede il corpo, come protagonista. Nel linguaggio del corpo, i gesti superano il valore delle parole. Così Ada stabilisce un legame con la figlia che non parla, non cammina e vede poco. Sono i corpi a dialogare tra di loro e, quando, si uniscono, le fragilità si incontrano, azzerandosi.

Sento che il corpo mi risponde, gli dico: seguimi, ti prego, sarò gentile con te, non ti chiederò troppo ma tu non abbandonarmi.

Il corpo, l’autrice lo tratta come un essere umano. È il collante tra la malattia e la passione per la danza di Ada che è costretta a rivalutare, quando le sue articolazioni non la sostengono più, a causa del tumore.

Con maestria ed eleganza, d’Adamo comunica con il lettore che, fuori dai dialoghi della madre con la figlia, si scopre dentro, coinvolto e teso a rispondere con «un grazie collettivo, un’espressione di gratitudine. Una lettrice mi ha confidato che, dopo aver letto il libro, è andata a farsi un controllo e ha scoperto di avere un piccolo tumore allo stato iniziale. Si è salvata».

Finirò col disciogliermi in te? Sono Ada. Sarò D’aria…

Salvare. C’è traccia di questa volontà nelle pagine di questo volume. Il finale che riprende l’inizio sugella l’intenzione dell’autrice che –  scrive per la figlia, si rivolge a se stessa e anche al mondo.  «Ada sapeva di non avere molto tempo».

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