Esclusiva

Giugno 6 2023
Il passo indietro sul Pride «è un attacco alla nostra comunità»

La Regione Lazio revoca il patrocinio del Roma Pride 2023 dopo un decennio partecipazione all’evento a sostegno dei diritti Lgbtqia+

Le luci della Pride Croisette alle Terme di Caracalla sono ancora spente e il sole è alto quando arriva la notizia, inaspettata, della nota inviata dall’amministrazione di Francesco Rocca. La Regione Lazio, con il centro-destra in maggioranza, per la prima volta in oltre dieci anni separa l’istituzione dalla comunità arcobaleno e revoca il patrocinio alla più importante manifestazione a favore dei diritti Lgbtqia+, il Pride.

Nel villaggio costruito in occasione delle due settimane di eventi, spettacoli e talk alle Terme di Caracalla, Mario Colamarino – Presidente del circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli” che cura La Pride Croisette dal 2 al 18 giugno – cammina nervoso, immerso in una lunga telefonata.

Sono questi i momenti decisivi, quelli in cui è necessario rispondere presto e bene, anche sui social network, alla decisione improvvisa della Regione, che solo poche ore prima aveva dato conferma del suo appoggio istituzionale.

«Avevamo da poco annunciato il patrocinio della Regione Lazio con grande entusiasmo», afferma a Zeta Colamarino, secondo cui dietro la decisione ci sarebbe l’interesse di Rocca di mantenere saldi i rapporti con l’associazione Pro Vita. La nota dell’amministrazione regionale sottolinea infatti che, pur mantenendo il proprio impegno sui diritti civili, la Regione non può «né potrà mai essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto».

Sulla gestazione per altri (gpa), Colamarino dichiara che, trattandosi di una pratica messa in atto nel 90 per cento dei casi da coppie eterosessuali, se ne fa in realtà «un uso strumentale e pretestuoso per attaccare la comunità omosessuale».

«Mi dispiace molto, perché anche noi siamo cittadini e cittadine del Lazio e non è soltanto la maggioranza che governa, una regione o un Paese, a poter dire la propria», aggiunge Colamarino, che nel frattempo parla anche attraverso il comunicato stampa ufficiale del Circolo “Mario Mieli”, annunciando che il Roma Pride non rinuncerà al logo della Regione proprio per questo motivo.

L’agitazione del momento lascia subito spazio alla lucidità nel realizzare che proprio per la revoca del patrocinio molte più persone potrebbero decidere di scendere in piazza il prossimo 10 giugno, giorno del Roma Pride: «Saremo una marea perché non ci possono fermare, perché l’unica cosa che vogliamo è affermare i nostri diritti e le nostre identità mentre dall’altra parte vogliono solo negarceli o renderci invisibili, quindi credo che siamo più noi nel giusto che loro».

Prima di diventare marea tra le strade del centro storico romano, la stessa Pride Croisette, voluta dal Circolo “Mario Mieli”, anticipa il grande evento e diventa un luogo di ritrovo, di confronto e di intrattenimento, con appuntamenti che vanno dai dibattiti sulla salute riproduttiva alle serate di dj set. Tutto «nel cuore della città, luogo molto visibile e importante per la nostra comunità», conclude Colamarino, perché l’orgoglio queer non resti nascosto e si faccia sentire.

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