Esclusiva

Giugno 9 2023
No, non è stata la Nato a distruggere la diga di Nova Kakhovka

Un influencer di Twitter ha sostenuto che l’Alleanza Atlantica abbia compiuto «un atto di terrorismo»: ecco perché è falso

Notizia: La distruzione della diga di Nova Kakhovka è «un atto di terrorismo della Nato»

Fonte: @21WIRE su Twitter.com. Ultima consultazione 9 giugno 2023.

La Notizia Riportata

Il 6 giugno 2023, l’utente Twitter @21WIRE, nome utente di Patrick Henningsen, ha incolpato L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (Nato) di aver distrutto la diga di Nova Kakhovka, in Ucraina. 

Henningsen è un influencer da oltre 113.000 follower, che si definisce «analista geopolitico e giornalista indipendente». Nel suo tweet (con oltre 175.000 visualizzazioni al momento della stesura dell’articolo) si legge: «Questo è un atto di terrorismo da parte della Nato. Se non hanno effettivamente compiuto l’atto, lo hanno almeno approvato. Rinnegheranno pubblicamente l’atto? Ne dubito». Il testo cita un video dell’esondazione della diga.

Il debunking della notizia

La diga di Nova Kakhovka è stata distrutta martedì 6 giugno e, al momento, non vi è alcuna evidenza che la distruzione della diga sia ascrivibile alla Nato. 

Ihor Syrota, a capo dell’azienda idroelettrica statale ucraina, ha sostenuto che «un attacco missilistico non avrebbe causato una tale distruzione perché questo impianto è stato costruito per resistere a una bomba atomica». 

Secondo Syrota, dunque, «c’è stata un’esplosione dall’interno della centrale e questa si è spezzata a in due». Se confermata, questa versione farebbe cadere la colpa dell’esplosione sui militari russi, che occupano la diga dallo scorso anno. D’altro canto, però, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha parlato di «sabotaggio deliberato da parte dell’Ucraina».  

«Gli esperti hanno avvertito che le prove disponibili erano molto limitate, ma hanno affermato che un’esplosione interna era la spiegazione più probabile per la distruzione della diga, un’imponente struttura di cemento rinforzato con acciaio, completata nel 1956», ha scritto il New York Times. 

Pur non essendoci immagini affidabili dell’incidente, a sostegno della tesi ucraina il giornale americano ha avvertito che «una detonazione proveniente dall’esterno tramite bomba o missile … richiederebbe una quantità di esplosivo molte volte maggiore» rispetto a quella necessaria per un’esplosione proveniente dall’interno «per ottenere un effetto paragonabile». 

Anche se l’esplosione fosse stata provocata per via area, tuttavia, «nemmeno un colpo diretto potrebbe assicurare la rottura della diga», ha aggiunto Nick Glumac, professore di ingegneria ed esperto di esplosivi dell’Università dell’Illinois. Secondo gli esperti, dunque, è molto più probabile che l’esplosione sia arrivata dall’interno. Le truppe della Nato non avrebbero potuto intraprendere un’azione del genere.

Qualcuno potrebbe obiettare di aver invece visto filmati di bombardamenti sulla stessa diga di Nova Kakhovka. Sono girati negli ultimi giorni sui social, ma non hanno a che vedere con la distruzione del 6 giugno. Come dimostrato da dw.com, quelle immagini risalgono a novembre 2022 e sono state fatte circolare dopo l’accaduto con l’intento di disinformare.

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Una fonte interna alla Nato ha infine confermato a Zeta che, come è noto, l’Alleanza Atlantica non stia svolgendo alcuna operazione sul territorio Ucraino. Per questa ragione non è necessaria alcuna smentita, sebbene richiesta dall’utente Twitter citato sopra.

È inoltre possibile argomentare che, proprio nel momento il presedente Volodymyr Zelensky ha annunciato l’inizio della controffensiva, un’esondazione come quella che si è osservata oltre le rive del fiume Dnipro giovi molto di più alla Russia che all’Ucraina. 

È in conclusione falso che la Nato abbia avuto a che vedere con la distruzione della diga di Nova Kakhovka. Nonostante entrambe le parti nel conflitto abbiano puntato il dito contro la fazione avversaria, le prove raccolte per il momento sembrano accreditare la versione secondo cui la Russia sia responsabile dell’accaduto.

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