Esclusiva

Giugno 13 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Giugno 16 2023
Tutta Firenze cerca la piccola Kata

Le attività di ricerca della bambina di 5 anni, scomparsa lo scorso sabato, proseguono senza sosta. Gli investigatori non escludono nessuna pista

Firenze. Un palazzone all’angolo tra via Maragliano e via Boccherini. All’interno della struttura, l’ex hotel Astor, dal 2020, ci abitano circa sessanta persone compresa una ventina di bambini. A occuparla è stato il movimento “Lotta per la casa”.

Sabato 10 giugno Kataleya, per tutti Kata, stava giocando con una sua amichetta nel cortile mentre sua madre era di ritorno dal lavoro. Discuteva per un gioco con un’altra bambina che, subito dopo, è corsa a piangere dalla madre ed è finita in punizione in camera. Solo venti minuti dopo, stando alle ricostruzioni fatte finora, la madre di Kata è rientrata non trovandola più: «Dov’è mia figlia? Perché non c’è?», ha chiesto alla vicina, ma da quel momento Kata è scomparsa.

La telecamera di sorveglianza della Ritar, un’azienda di elettronica vicino a via Maragliano, ha ripreso la bambina che si affacciava sulla strada e poi rientrava dentro il cortile intorno alla stessa ora in cui di lei si sono perse le tracce. Gli inquirenti non hanno escluso nessuna pista. Le ipotesi sul tavolo sono sequestro di persona e sequestro di persona a scopo di estorsione. Sulla madre di Kata pende invece l’accusa di abbandono minorile. Sul caso stanno investigando la DDA, direzione Distrettuale Antimafia, il gruppo operativo dei carabinieri di Santa Maria Novella, coordinati dal pubblico ministero Christine Von Borries.

In questi giorni la comunità peruviana, a cui appartiene la famiglia di Kata, è molto unita. Lunedì mattina è stato organizzato un corteo, passato di fronte al Tribunale minorile di Firenze, in via della Scala e concluso davanti alla stazione Carabinieri di piazza Santa Maria Novella. La sera, invece, la comunità, che nel frattempo è stata raggiunta anche da peruviani provenienti da tutta la Toscana, ha preso parte a una fiaccolata a cui si sono uniti anche alcuni residenti del quartiere dove si trova l’ex hotel Astor.  

Da quanto emerso finora, all’interno dello stabile occupato, due settimane fa c’erano stati degli screzi fra alcuni membri della comunità peruviana e alcuni inquilini avevano discusso proprio con la madre di Kataleya. La donna, secondo quanto si apprende, avrebbe già fornito agli investigatori il nome di queste persone, ma al momento non sembra ci siano delle connessioni tra quegli eventi e la scomparsa della bambina. Il padre della bambina, detenuto nel carcere di Sollicciano per aver rubato alcuni abiti in un negozio, lunedì ha tentato il suicidio in cella ingerendo del detersivo nello stesso giorno in cui, la madre è stata ricoverata per aver ingerito della candeggina.

Su richiesta dell’avvocato Toraldo di Prato, il padre di Kata è stato scarcerato proprio in seguito al gesto estremo compiuto, ottenendo l’obbligo di firma in questura due volte a settimana. In seguito, mercoledì, i due genitori insieme sono apparsi in diretta nella trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” per lanciare un appello affinché la bambina venga riportata a casa. Al momento, i genitori sono stati spostati in uno stabile del Comune, la cui posizione non è stata resa nota.

Entrambi sono convinti che Kata sia stata rapita, soprattutto dopo il blitz del 14 giugno, che ha portato 35 poliziotti e 6 vigili del fuoco a fare irruzione dentro uno degli appartamenti limitrofi, a cui gli inquirenti sono arrivati in seguito alle testimonianze dei nonni e del fratellino di Kata.

Le indagini proseguono adesso attraverso il Dna, prelevato dagli oggetti personali di Kata, un pettine e lo spazzolino, per accelerare le ricerche.

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