«Stiamo cercando di portare l’Ordine dei Giornalisti nel futuro: occorre fare un salto in avanti di 60 anni». Carlo Bartoli è alla ricerca del tempo perduto. 68 anni, fiorentino, dal 2021 è il presidente dell’ente pubblico italiano che rappresenta e regola la vita professionale all’interno del mondo dell’informazione. «Il nostro è un mestiere in continua evoluzione. Sento la responsabilità di dover governare i cambiamenti che già hanno lasciato il segno, interrogandomi su come affrontare quelli di cui non abbiamo ancora visto ancora gli effetti. Non c’è spazio per l’immobilismo». Di fronte agli studenti del Master in Giornalismo della Luiss, che il 28 giugno concluderanno le lezioni del secondo ed ultimo anno di corso, Bartoli parla con la consapevolezza di chi conosce la portata della sfida che lo sta impegnando.
Un impegno riconosciuto da Gianni Lo Storto, Direttore Generale dell’Università intitolata a Guido Carli, intervenuto durante l’incontro in redazione. «Quando Gianni Riotta, Giorgio Casadio e Alberto Flores D’Arcais hanno iniziato a dirigere questa scuola nel 2018, l’imprinting da dare è stato subito chiaro: guardare al futuro con il desiderio di mettersi continuamente in gioco. Nel corso di questo biennio i praticanti lo hanno fatto sperimentando nuove tecniche di elaborazione degli articoli con l’intelligenza artificiale, sfruttando il più possibile le potenzialità dei social network per veicolarne i contenuti. Sono stati ottenuti grandi risultati che hanno trovato spazio su testate nazionali, come ad esempio il longform pubblicato da “Repubblica” sul numero speciale del periodico realizzato con Chat GPT. Cavalcare le novità senza mai averne paura: è questo il mantra che abbiamo voluto trasmettere».
Al di là delle frontiere inesplorate del giornalismo e del ruolo del giornalista nell’odierno panorama mediatico, ad animare il confronto tra Bartoli e gli studenti sono state le riforme di cui l’Ordine dei Giornalisti necessita per entrare in una nuova fase della sua storia. «Occorre avere un giornalismo responsabile e al passo con i tempi. Siamo legati ad una legge professionale dai princìpi validi, ma con tante norme obsolete e inadeguate. Vista la rapidità con cui mutano gli scenari dell’informazione, non è possibile pensare di normare sino al più piccolo dettaglio una professione che, invece, deve esser dinamica e in grado di adattarsi all’evoluzione della società. Abbiamo bisogno di avere strumenti più incisivi di autoregolamentazione, anche sotto il profilo disciplinare, per l’accesso all’albo, per l’esame di Stato, per modificare le cervellotiche norme elettorali».
3 febbraio 1963: il Parlamento approvava la legge istitutiva dell’Ordine, ispirata dall’Onorevole Guido Gonella. «Un giornalismo responsabile e al passo con i tempi è indispensabile per un paese moderno. Siamo legati a una legge professionale che ha compiuto sessanta anni. Dobbiamo renderla attuale, accompagnandola verso il futuro. Vedrete che, anche con il vostro aiuto, riusciremo a cambiare le cose. Io finché sarò in carica ce la metterò tutta».