Esclusiva

Agosto 29 2023
Sulle orme del lupo d’Abruzzo

A Civitella Alfedena, uomini e lupi convivono in armonia. Nonostante alcune difficoltà, il Parco Nazionale d’Abruzzo è un luogo di incontro virtuoso tra natura selvaggia e società civile

«Guarda arrivano i lupi, e hanno le zanne come candidi pugnali, e gli occhi rossi da assassini, e la montagna li ha vomitati, sono sempre più vicini» cantava Ivan Graziani nel 1977, con una punta di suspense nella sua voce delicata e un po’ tremante. Cinque anni prima, invece, il WWF e il Parco Nazionale d’Abruzzo avevano lanciato l’Operazione San Francesco, il più importante progetto di salvataggio e conservazione del lupo grigio appenninico, una specie decimata dai lupari che venivano ingaggiati dagli abitanti dei borghi limitrofi al Parco per proteggere il bestiame dagli attacchi frequenti dei predatori.

Divenuti punto di riferimento di pastori, boscaioli e mulattieri locali sin dagli inizi del Novecento, i lupari imbracciavano il fucile quando la neve cadeva fitta sulle montagne e il lupo usciva allo scoperto per procacciarsi del cibo. Se le ronde andavano a buon fine, questi cacciatori venivano accolti con grande fermento e sfilavano nelle vie principali dei paesi per esibire i loro “trofei” di caccia, a riprova del fatto che il pericolo fosse ormai lontano. In cambio dei loro servigi, gli abitanti del posto li ricompensavano con denaro, caciotte di formaggio e vino, o addirittura rivendicavano l’onore di comprare la pelle del lupo, come raccontano i registi Giuseppe De Santis e Leopoldo Savona in Uomini e lupi, uscito nelle sale italiane nel 1957.

Paradossalmente, la figura del luparo iniziò a scomparire negli anni ’50 proprio perché ormai il lupo grigio appenninico era quasi estinto e questa professione non era più redditizia come un tempo. Nel giro di vent’anni, anche la percezione che gli esseri umani avevano di questo predatore cambiò in maniera radicale: da animale demoniaco, esso divenne fondamentale per mantenere in equilibrio l’ecosistema montano, in quanto ancora oggi il lupo è al vertice della catena alimentare.

Con il tempo, uomini e lupi hanno imparato a convivere in modo pacifico e armonioso nel borgo di Civitella Alfedena (L’Aquila), che sorge nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, dove imbattersi in lupi, orsi e cervi equivale ad incontrare un vicino di casa.

Leggi anche: Un antico inganno di legno