Esclusiva

Dicembre 5 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 7 2023
Gabriele Ragnini

Un giornalista che dice «Sono cresciuto in una casa in cui mia madre collezionava il Sole 24 ore e mio padre li prendeva e li usava per pulire la cucina». Questo è Gabriele Ragnini, classe ’01 cresciuto a Bari e con un background familiare interessante.

Subito dopo aver terminato gli studi scientifici nella propria città, vola verso l’Inghilterra per seguire il corso di laurea “Journalism” alla University of Leeds. Dell’Inghilterra sottolinea due aspetti contrastanti «Sono rimasto subito folgorato da come gli inglesi si approccino al mondo giornalistico, avevo appena 18 anni e mi sono ritrovato a lavorare con professionisti e apparecchiature da migliaia di sterline».  Allo stesso tempo però aggiunge «ho percepito un forte senso di nostalgia per l’Italia, in particolare per la lingua italiana».

Gabriele Ragnini

Di quel percorso all’estero parla come una grande palestra letteraria: scrive molto e partecipa a tanti corsi che spaziano dalla tv, radio, a la stesura di un articolo di giornale. Scopre che la lingua inglese lo limita nell’elaborazione dei costrutti e degli elaborati e comincia ad apprezzare di più la complessità della sua lingua madre, perché forse più adatta alla sua idea di scrittura.

La sua passione giornalistica nasce dalla volontà di voler fare il cronista sportivo «da piccolo lo sport mi veniva raccontato senza immagini ma solo con le parole. Mio nonno la domenica durante gli eventi sportivi accendeva una vecchia radio e il televideo per vedere i risultati. Ero affascinato da come i cronisti riuscissero a realizzare delle immagini nitide con il solo uso della voce».  Appena ha avuto la possibilità ha collaborato con testate giornalistiche come il Corriere del mezzogiorno o il Corriere dello sport, esperienze che gli hanno permesso di capire quanto il giornalismo fosse vasto, senza doversi settorializzare in un unico ambito.

Se gli si chiede perché vuole fare il giornalista «perché voglio raccontare storie, ma non solo». Ha le idee molto chiare «mettersi in discussione è ciò che mi stimola di più in questo lavoro. Credo che il mondo della comunicazione chiude i lettori in delle bolle e limita la conoscenza della realtà e dei fatti ai lettori». Ciò che appare chiaro è il suo essere determinato e preciso, verso ogni decisione che prende.

L’entusiasmo travolgente di Gabriele è palpabile, quando c’è una persona del genere in una stanza te ne accorgi subito: occupa un suo spazio, ma non è ingombrante, ti fa molte domande, ma non è maligno, è curioso di conoscerti e condividere il mondo con te.