Esclusiva

Dicembre 5 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 11 2023
Giulia Rugolo

«Siate la voce oggettiva di chi non può permettersi di raccontare la propria storia neanche in modo soggettivo». In un’altra vita avrebbe potuto fare la pianista, ma avendone solo una Giulia Rugolo ha deciso di dedicarla interamente al giornalismo. Classe 2001, originaria di Roma, alle medie come regalo di Natale per la sua famiglia ha creato un giornalino con interviste di mamma, papà e zii. Una passione nata un po’ a caso o forse un colpo di genio dopo la lettura del libro “Voglio fare la giornalista” di Paola Zannoner. Col tempo questo slancio inizia a concretizzarsi con degli studi mirati, senza mai mettere da parte l’amore per il pattinaggio artistico su rotelle, il pianoforte, e la lettura di tantissimi libri: tra cui i suoi preferiti “Novecento” di Baricco e “Cambiare l’acqua ai fiori” di Perrin. 

Nel 2022 decide di partire alla volta di Londra dopo una triennale in Giornalismo e Relazioni Pubbliche a Roma. Avvolta dalla nebbia londinese intraprende un Master in Giornalismo investigativo. Un’esperienza complessa, formativa di certo, ma che la costringe a reimparare il mestiere da zero, ovviamente in chiave british. Il lavoro più intenso svolto in quell’anno sono le 22 interviste finalizzate alla tesi sulla fibromialgia: «ho fatto questa tesi perché io stessa convivo con questa sindrome. In quel momento volevo dar voce al dolore degli altri, offrendogli dignità.

Giulia Rugolo

Dopo questa esperienza ho pensato di aver fatto bene il mio mestiere». I valori di Giulia infatti sono umiltà, umanità e rispetto. Per lei fare la giornalista non avrebbe senso senza le persone.  Un servizio verso il prossimo che continua anche nella sfera privata col volontariato a United Network, associazione che organizza simulazioni per i ragazzi del liceo e delle medie. In particolar modo crea il progetto PRESS, che simula i lavori in una redazione giornalistica e ricopre il ruolo di Secretary-General a IMUN, Italian Model United Nations. 

Perfezionista, precisa ed ordinata, anche troppo, come si descrive, ogni suo lavoro è accurato e meticoloso. Ma il suo più grande pregio è la bontà.

Per il modo in cui concepisce il mondo Giulia vede in Roberto Saviano un modello, non tanto per le idee politiche, quanto per il coraggio nel fare questo mestiere. Donando la sua intera vita alla ricerca della verità. E per quanto in Italia stia diventando sempre più complicato fare questa professione, ora come ora, non vedrebbe nessun altro Paese dove poter far fiorire le sue qualità, cercando di essere parte di un cambiamento molto più grande. Magari nella sezione di cronaca de La Repubblica o del Corriere della Sera.

Se poi dovesse scegliere solo tre strumenti del mestiere, non ha dubbi: un registratore, un computer e tanta tanta creatività. E anche un caricabatterie, o due.