Esclusiva

Dicembre 5 2023
Silvia Della Penna

Silvia ha gli occhi che brillano quando parla di Nettuno, città nella quale è cresciuta. Un luogo che ha, però, saputo guardare con senso critico. «È un posto segnato da una profonda dicotomia: d’estate luogo di vacanza e relax per i romani, con il suo mare e il centro storico che ricorda la vecchia Trastevere, ma d’inverno è un deserto che lascia il posto al proliferare della criminalità organizzata», come portato alla luce da recenti indagini di polizia. Un contesto che ha suscitato una forte reazione in lei, che nella sua esperienza lavorativa per alcune testate locali ha avuto modo di incrociare storie e personaggi protagonisti di questo lato oscuro del litorale laziale.

Silvia incomincia, quindi, nella cronaca locale, tenendo come propri modelli due grandi figure di questa professione: Eugenio Scalfari, «un innovatore, capace di fondare un giornale dal niente e portarlo al vertice», e Neil Sheehan, corrispondente del New York Times durante la guerra del Vietnam e premio Pulitzer nel 1989.

Ci sono anche grandi ambizioni a muoverla, ma soprattutto qualcos’altro. «La mia voglia di raccontare nasce sostanzialmente dalle emozioni. Voglio scrivere di ciò che mi muove qualcosa dentro, nel bene e nel male, dalla rabbia per la malasanità alla gioia per una delle mie prime passioni: la moda». La scrittura giornalistica accompagna la sua vita durante gli studi in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma e con grande intraprendenza riesce anche ad intervistare nomi importanti come Mario Calabresi e Carlo Verdelli.

Ha scelto il Master in Giornalismo e Comunicazione multimediale della Luiss per formarsi al meglio. «Vorrei saper scrivere su ogni argomento, dal costume alla politica, ma soprattutto voglio raccontare storie. Anche storie personali ma che possono dire tanto della società in cui viviamo e delle sue problematiche». Come quelle che Silvia ha ascoltato nella sua lunga esperienza come volontaria per la Croce Rossa, durante la quale si è occupata principalmente dell’assistenza verso le persone senza fissa dimora. «Mi ha insegnato a non giudicare dalle apparenze esseri umani che hanno semplicemente voglia e bisogno di parlare ed essere ascoltate».