Esclusiva

Dicembre 12 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 26 2023
Isabella Di Natale

«Anche quando guardo film o serie tv, prediligo le storie vere». Isabella, catanese di 28 anni, ha sempre coltivato la sua passione per il racconto giornalistico. Giurista di formazione, dopo la laurea in Giurisprudenza si è specializzata in professioni legali a Pisa. «Gli studi giuridici mi sono serviti come base per poter parlare di attualità in ogni suo aspetto». 

Questo approccio olistico al racconto del reale spiega anche la sua ossessione per i telegiornali. «Cerco di guardarli tutti, mi piace cercare similitudini e differenze nel modo di trattare le notizie, è una malattia». Come spesso capita, la causa è nei geni visto che suo nonno Sebastiano era un maratoneta di telegiornali. «I pomeriggi passati a guardarli insieme a lui sono un ricordo da conservare per non dimenticare chi sono». 

Un’altra tappa formativa dell’infanzia di Isabella è il rituale delle sue domeniche a Catania. «Mi svegliavo, andavo in chiesa, passeggiavo, ma il mio obiettivo era sempre arrivare all’edicola». Lì trova il suo habitat naturale e può finalmente spendere tutta la sua paghetta settimanale in quotidiani e riviste. 

Isabella Di Natale

«Dopo aver lasciato Catania, ho trovato a Teramo una seconda casa», il periodo universitario scorre sereno e Isabella non trova troppe difficoltà di adattamento «posso dire di essere diventata anche un po’ abruzzese». Studia Giurisprudenza, si specializza in professioni legali, ma non dimentica il giornalismo e porta avanti la sua formazione in parallelo. Frequenta il corso di giornalismo presso il centro per il Giornalismo radiotelevisivo di Perugia e il corso di giornalismo digitale presso il centro di documentazione giornalistica di Roma. 

Non le mancano le esperienze sul campo, ha scritto online di cronaca e tematiche giuridiche e ha collaborato con un’emittente televisiva siciliana. «C’è stato un episodio in particolare che mi ha segnato in positivo», durante un’inchiesta sulle proteste dovute all’aumento dei prezzi del pane, la giornalista che la affiancava ha un’impegno improvviso. «Mi sono ritrovata da sola con il microfono in mano, ho dovuto superare l’imbarazzo iniziale e ho incalzato di domande il mastro panificatore». Si è fatta un nemico in più, ma il servizio c’era e la timidezza era vinta. 

La scuola di giornalismo è la sterzata definitiva verso la professione giornalistica «devo tutto al supporto di mia sorella, non fa che ripetermi che per lei sono sempre stata la migliore». Isabella ha così trovato la forza di trasformare la sua passione di sempre nel suo lavoro, perché i sogni sono belli da cullare, ma sono sempre meglio le storie vere.