Esclusiva

Dicembre 13 2023
I giorni dell’orrore

La cronologia del femminicidio di Vigonovo. Dalla relazione tra i ragazzi, alla notte dell’omicidio di Giulia Cecchettin, fino all’arresto di Turetta

2020/2021: Giulia Cecchettin e Filippo Turetta si iscrivono alla Facoltà di Ingegneria biomedica presso l’Università di Padova.

Ultimi mesi del 2021: Inizio della relazione tra Giulia e Filippo.

Agosto/settembre 2022: Cecchettin e Turetta interrompono la loro relazione.

20 ottobre 2022: Muore la madre di Giulia Cecchettin, Monica Camerotto, malata dal 2016.

Gennaio 2023: Giulia e Filippo riprendono la loro relazione.

Agosto 2023: La relazione tra i due fidanzati termina in modo definitivo.

Fine agosto/inizio settembre 2023: Messaggi WhatsApp tra Filippo ed Elena, la sorella di Giulia. I ragazzi erano partiti separatamente per andare a un concerto, lui con la Fiat Grande Punto, le due sorelle in treno. Filippo chiede ripetutamente a Elena di far riaccendere il telefono di Giulia e di dirle di rispondergli. 

Settembre/ottobre 2023: Turetta prova ad andare da tre psicologi diversi, finché Giulia non lo iscrive al progetto della Regione Veneto che prevede per i ragazzi incontri gratuiti con terapeuti. Qui Filippo partecipa ad alcuni incontri, presumibilmente sei (l’ultimo era programmato per il 17 novembre). 

Primi giorni di novembre: Audio inviati su WhatsApp da Turetta agli amici per definire i dettagli della festa di laurea e della compilazione del cosiddetto «papiro di laurea», una tradizione studentesca padovana.

Inizio seconda settimana di novembre: Filippo Turetta acquista online del nastro adesivo compatibile con il pezzo di scotch ritrovato nella zona industriale di Fossò (Venezia), dove Giulia Cecchettin ha subito l’ultima aggressione.

Venerdì 10 novembre: Giulia e Filippo escono insieme per prenotare il ristorante per la festa di laurea.

Sabato 11 novembre

Primo pomeriggio: Giulia Cecchettin invia la sua tesi di laurea alla relatrice per una revisione finale.

17.30: Filippo Turetta parte dalla sua abitazione di Torreglia (Padova), a bordo della sua Grande Punto nera.

18.00: Turetta raggiunge Vigonovo e passa a prendere Cecchettin. L’ex fidanzato l’accompagna a comprare delle scarpe nuove in vista della laurea imminente. 

20.22: Filippo invia un messaggio alla madre, per avvisarla che cenerà fuori. I due giovani vengono inquadrati dalla telecamera di sorveglianza del McDonald’s del centro commerciale Nave de Vero, a Marghera.

21.02: Giulia paga la cena al fast food, con la carta di credito del padre Gino.

22.43: Elena Cecchettin riceve l’ultimo messaggio della sorella su WhatsApp. Stavano parlando di vestiti.

22.45: Il cellulare di Giulia aggancia il ripetitore telefonico di Marghera. Si trovava ancora nei pressi del centro commerciale.

23.15: Nel parcheggio di un asilo di Vigonovo, a 150m da casa Cecchettin, si consuma la prima aggressione. Dopo le percosse, la ragazza sale di nuovo sulla Punto, forse costretta dal suo ex fidanzato. Sul posto, verranno ritrovate macchie di sangue e un coltello di 21 cm.

23.18: Un vicino chiama il 112 dopo aver sentito Giulia urlare «così mi fai male». Affacciato al balcone, l’uomo ha visto Turetta «calciare violentemente una sagoma che si trovava a terra».

23.29: Il cellulare di Filippo viene agganciato per l’ultima volta a una cella telefonica, a Fossò, riviera del Brenta.

23.40: Nell’area industriale di Fossò, Giulia fugge dall’auto e viene rincorsa da Turetta. Il ragazzo la spinge con forza, lei cade e batte la testa sul gradino di un marciapiede, restando esanime. Filippo carica la ragazza sulla sua macchina. La scena viene ripresa dalla telecamera di sicurezza di un capannone di Dior.

Stando all’autopsia, il decesso è avvenuto tra le 23.40 e le 23.50. La ragazza ha ricevuto oltre 20 coltellate e si è difesa con le mani. Il colpo letale le è stato inferto sul lato sinistro del collo. Il decesso è stato per shock emorragico. Si attende la bloodstain pattern analysis delle macchie di sangue nella macchina, per stabilire se il colpo letale sia stato sferrato sul sedile posteriore o durante l’aggressione nell’area industriale.

23:50: La macchina di Turetta lascia la zona industriale di Fossò.

00:43: Turetta passa da Zero Branco, in Veneto, poi a Maserada sul Piave e Vazzola.

2:02: L’auto è segnalata a Sacile (Pordenone). 

2:18: Ingresso in Friuli da Caneva (Pordenone). Il percorso appare confuso: prima l’auto sale fino al castello, poi torna nella piazza centrale e prende l’ex provinciale 29, in direzione Polcenigo.

2:30: La Fiat Grande Punto nera passa da Polcenigo e Aviano.

3:00: Turetta raggiunge la stazione sciistica di Piancavallo (1300 metri di altitudine). Da qui scende per una strada secondaria e poco conosciuta, percorrendo per 4 chilometri l’arteria lungolago (chiusa per ordinanza dal 3 novembre) fino a Barcis. Il ragazzo avrebbe individuato una piazzola di sosta, fermato l’auto e portato Giulia dentro il bosco, facendo rotolare il suo corpo in una scarpata per 50 metri. Prima di disfarsi del cadavere, il ventunenne lo copre con dei sacchi della spazzatura neri. 

3:40: La macchina di Turetta è rilevata dalle telecamere di Cellino di Sotto. Il tragitto da Piancavallo è durato 80’, il doppio del normale tempo di percorrenza, un dettaglio che serve agli inquirenti per concentrare le ricerche nei dintorni del lago di Barcis.

La fuga prosegue per i paesi di montagna Claut e Cimolais.

5:00: L’auto viene ripresa dalle telecamere in uscita dalle gallerie del Vajont, tra Erto, Casso e Longarone, in provincia di Belluno. Il tragitto prosegue nel Bellunese.

7:17: Una telecamera registra il passaggio della macchina a Pontesei.

7:21: Turetta passa da Forno di Zoldo, rilevato dalle telecamere davanti al municipio.

7:37: Passaggio da Palafavera, poi attraverso il Passo Staulanza e il Passo Giau la macchina arriva sulla strada statale Alemagna.

9:07: L’auto viene segnalata a Ospitale di Cadore, in direzione Dobbiaco, e poi a Cortina, dove Filippo si ferma a fare benzina. Le telecamere di sicurezza di un distributore automatico lo riprendono mentre scende dalla macchina e inserisce banconote nello sportello. Pochi giorni dopo il titolare della stazione di servizio ne troverà una da 20€ insanguinata.

9:37: La Fiat passa da San Candido. All’interno dell’abitacolo c’è solo il guidatore.

Prima di entrare in Austria, Turetta allunga il percorso fino a Tarvisio, poi sconfina e passa da Villach e Lienz, nel Tirolo orientale, dove viene registrata dal targa system.

Giovedì 16 novembre

Svolta nelle indagini: la telecamera di Piancavallo viene riaccesa dopo quattro giorni di manutenzione. Il software aveva continuato a registrare i passaggi e alla riaccensione fa scattare l’alert per il transito dell’automobile di Filippo.

Venerdì 17 novembre

In via delle industrie, a Fossò, vengono trovati dei capelli e nove grandi chiazze di sangue. Per permettere il confronto del Dna, i genitori di Filippo consegnano ai carabinieri lo spazzolino da denti del figlio, mentre Elena Cecchettin si sottopone a un prelievo di materiale organico.

Gli inquirenti entrano in possesso del video, girato da una telecamera dello stabilimento Dior di Fossò, che mostra i momenti dell’aggressione di Filippo Turetta a Giulia Cecchettin. La colluttazione avviene nel punto dove sono state ritrovate le nove chiazze di sangue a terra. I fotogrammi mostrano l’aggressione a mani nude e il giovane che carica nella sua auto Giulia, sanguinante.

La Procura di Venezia iscrive Filippo Turetta nel registro degli indagati. L’accusa è di tentato omicidio. Ciò serve anche per consentire gli esami “necessari e irripetibili”, come le perquisizioni degli investigatori tra le 12 e le 15:30 a casa Turetta, a Torreglia (PD). Acquisito diverso materiale informatico, tra cui il pc del ragazzo.

Gli investigatori diramano un avviso di ricerca a livello internazionale per Filippo Turetta, accusato di tentato omicidio aggravato perché commesso verso una ragazza con la quale aveva un legame affettivo.

Sabato 18 novembre

Poco prima di mezzogiorno viene trovato il cadavere di una donna in un canalone nei pressi del lago di Barcis. A permettere il ritrovamento è il cane Jageer, un flat coated retriever della Protezione civile del Friuli.

13:00: Il corpo appartiene a Giulia Cecchettin. Accanto al cadavere, la Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia trova il libro per l’infanzia “Anche i mostri si lavano i denti” e altri 20 reperti, fra cui una scarpa, fazzoletti sporchi di sangue, un rotolo di sacchi della spazzatura e frammenti di nastro adesivo.

22:00: Turetta viene arrestato in Germania, a Bad Durrenberg, a 150 chilometri da Lipsia. La sua Fiat Grande Punto nera è ferma con i fari spenti sulla corsia di emergenza dell’autostrada 9, che collega Monaco a Berlino, in direzione sud. Due automobilisti segnalano la presenza della macchina, la polizia giunge sul posto per un semplice controllo stradale, rileva che la targa è quella di un’auto ricercata in Italia, come segnalato dall’Interpol. Turetta, senza più benzina e denaro, non oppone alcuna resistenza e dice in inglese ai poliziotti di aver ucciso Giulia Cecchettin. Secondo il verbale delle forze dell’ordine, al momento della cattura il ventunenne presenta ferite alle mani e alle caviglie e macchie di sangue sui vestiti. Turetta racconta di aver pensato più volte al suicidio nel corso della fuga ma di non aver avuto il coraggio di uccidersi.

Domenica 19 novembre

In mattinata la notizia dell’arresto di Turetta giunge in Italia. Turetta viene portato nel carcere di Halle. Iniziano le procedure per l’estradizione in Italia.

Udienza di circa due ore nel pomeriggio: il Tribunale di Halle convalida il fermo di Turetta. Durante l’udienza di convalida dell’arresto, Turetta accetta l’estradizione.

Nel tardo pomeriggio Nicola Turetta, il padre di Filippo, parla per la prima volta ai giornalisti: “Siamo sconvolti. Non riusciamo a capire come possa aver fatto una cosa così un ragazzo a cui abbiamo dato tutto. Avrei preferito fosse finita in un altro modo… Porgiamo le nostre condoglianze e siamo vicini alla famiglia Cecchettin. Volevamo bene a Giulia e nessuno la riporterà più indietro”.

La sera parla anche Gino Cecchettin: “Giulia non tornerà, ma da questa vicenda deve nascere qualcosa”. Elena aggiunge: “Dobbiamo proteggere le ragazze del presente e del futuro”.

Fiaccolata a Vigonovo in ricordo di Giulia Cecchettin. Partecipa anche il padre di Turetta.

Lunedì 20 novembre

Il procuratore capo di Venezia cambia il capo d’imputazione provvisoria di Turetta: omicidio volontario aggravato e sequestro di persona.

Gino Cecchettin: “Non provo né odio né rabbia. Penso solo alla mia Giulia che non c’è più”.

Manifestazioni all’università di Padova e Roma.

Mercoledì 22 novembre

Audio di Giulia Cecchettin diffuso da TG1 e Chi l’ha visto?: “Vorrei sparire dalla sua vita ma non so come farlo, perché mi sento in colpa e ho troppa paura che possa farsi male in qualche modo”.

Nella Fiat Punto Grande nera, sotto sequestro in uno dei depositi giudiziari della Sassonia, sono stati trovati un coltello, un guanto, un cellulare, un bancomat e 200€ in contanti.

Giovedì 23 novembre

Nuovi elementi in mano alla Procura di Venezia: Filippo avrebbe fatto un sopralluogo con la sua macchina nella zona industriale di Fossò alle 17:11 di sabato 11 novembre.

Venerdì 24 novembre

I carabinieri trovano frammenti di nastro adesivo accanto alle macchie di sangue nella zona industriale di Fossò. Turetta avrebbe acquistato lo scotch pochi giorni prima dell’aggressione. Nel pc del ragazzo risulta l’acquisto via web.

“Non ha dato la targa e la pattuglia in servizio era impegnata” dice una nota del Comando Generale dell’arma dei carabinieri in riferimento alla chiamata del testimone della colluttazione nel parcheggio di Vigonovo.

Gino Cecchettin incontra i compagni di corso di Giulia all’Università di Padova.

Sabato 25 novembre

Giornata internazionale contro violenza sulle donne: manifestazioni e cortei in tutta Italia.

11:20: Turetta arriva a Venezia con aereo Falcon dell’Aeronautica Militare partito da Francoforte. A riportarlo in Italia sono gli agenti dello Scip, servizio di cooperazione internazionale di polizia e i carabinieri. Lui ha manette alle mani e ai piedi, come da prassi in Germania.

14:27: Turetta arriva nel carcere di Montorio, a Verona. Rinchiuso in un reparto protetto, condivide la cella e viene sorvegliato a vista per evitare tentativi di suicidio. Svolge le visite mediche e psicologiche. Parla il suo Legale: “È provato e disorientato”.

Fiaccolata anche a Torreglia, paese di Filippo Turetta. La famiglia non ha partecipato.

Domenica 26 novembre

Turetta va in reparto infermeria per valutazioni da parte dell’equipe psicologica e psichiatrica. Filippo chiede di incontrare i genitori e anche dei libri.

Lunedì 27 novembre

L’avvocato Caruso incontra Turetta. Nessuna richiesta di scarcerazione né di domiciliari.

Martedì 28 novembre

Interrogatorio di garanzia di Turetta davanti al gip Vitolo, al pm Petroni e all’avvocato Caruso. In pochi minuti Turetta conferma con dichiarazioni “spontanee” le ammissioni fatte alla polizia tedesca: “Non voglio sottrarmi alle responsabilità. Voglio pagare, sono affranto per la tragedia che ho causato. Sto cercando di ricostruire le emozioni e quello che è scattato in me quella sera. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare”. Sui dettagli del delitto si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Mercoledì 29 novembre

I genitori di Filippo rinunciano a incontrarlo in carcere. Rinuncia motivata con la necessità di ricorrere ad aiuto psicologico, sia per i genitori che per lui.

1 dicembre

Ore 9: Autopsia sul corpo di Giulia all’Università di Padova. L’esame medico legale va avanti per 14 ore e accerta che Giulia è morta dissanguata per shock emorragico. Segnalate sul corpo più di 20 lesioni, tutte con lo stesso coltello. Alcune superficiali, altre da difesa ai palmi delle mani e alle braccia, altre ancora vicino al collo. Compresa quella mortale a forma di asola che sembra sferrata da dietro, o comunque in modo laterale, e che recide l’arteria basilare sotto l’orecchio sinistro. I primi risultati dell’esame autoptico non avrebbero messo in luce segni di legatura con lo scotch ai polsi della ragazza. Gli inquirenti lavorano anche per ricostruire esattamente quando e dove siano state sferrate le coltellate mortali al collo.

Dopo l’autopsia la Procura ha dato il nullaosta ai funerali.

L’accusa è omicidio volontario, sequestro di persona e occultamento di cadavere.

Ore 11: Interrogatorio di Turetta, che confessa al pm Andrea Petroni di aver ucciso Giulia e di non aver mai accettato la fine della loro relazione. Filippo ricostruisce i fatti della sera dell’11 novembre e la settimana della sua fuga.

Dentro al carcere, gli avvocati Caruso e Cornaviera, il pubblico ministero Andrea Petroni, titolare del fascicolo, e due carabinieri. Il ventunenne ripete più volte di avere fatto una cosa «orribile». Spiega di non avere premeditato il delitto e di non avere elaborato prima dell’assassinio un piano di fuga. Davanti al magistrato ribadisce di averla colpita all’improvviso senza capire cosa gli sia «scattato nella testa».

Ore 20: Finisce l’interrogatorio.

3 dicembre

1 ora di colloquio di genitori Turetta con il figlio. Il ragazzo si dice sollevato per non essere stato abbandonato.

5 dicembre

Giornata di lutto regionale in Veneto stabilita da ordinanza di Zaia. 

11:00: funerale di Giulia Cecchettin alla basilica di Santa Giustina in Prato della Valle, a Padova.

14:00: la bara di Giulia arriva a Saonara, il paese della madre, per un secondo momento di raccoglimento.

6 dicembre

Turetta era seguito da psicologo. Aveva partecipato a cinque sedute, alla sesta, del 17 novembre, non si presenta perché è già in fuga. A dare la notizia è la trasmissione Chi l’ha visto?, che pubblica anche alcune chat e messaggi vocali dell’imputato. “A Giulia non piacciono le tisane, per lei sono acqua sporca” diceva alle amiche della ragazza, per organizzare la sua festa di laurea.

Gino Cecchettin: “Spero che Filippo abbia capito cosa ha fatto. Perdonare è difficile”.

7 dicembre

Intervista di Walter Veltroni per Corriere della Sera a Gino Cecchettin.

9 dicembre

Gino Cecchettin a Che tempo che fa.