Esclusiva

Dicembre 13 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 14 2023
«Un accordo al ribasso» denuncia lo scienziato Tozzi

Il geologo e divulgatore scientifico esprime perplessità sugli esiti della Cop28. Troppa morbidezza su fonti fossili e obiettivi irrealizzabili

Malgrado gli allarmi dell’ultima ora, la Cop28, conferenza sul clima delle Nazioni Unite, si è almeno conclusa con l’approvazione di un testo condiviso. Tuttavia una parte del mondo ambientalista critica l’accordo di Dubai, come Mario Tozzi, noto geologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Come valuta l’intesa raggiunta?

Parlano di trionfo gli organizzatori di Cop, gli Emirati Arabi Uniti, i produttori di petrolio ma è storica solo la presa in giro. Quello che abbiamo visto in questi giorni è, al massimo, un ribadire dei principi generali, affermati già nelle Cop precedenti. Intanto, però, passa altro tempo e la situazione peggiora. Due cose invece ritengo positive: il varo di un “fondo salva-stati” per le isole del Pacifico che rischiano di scomparire per l’innalzamento degli oceani, e che, finalmente, per due volte, vengano nominati i combustibili fossili. Un miglioramento minuscolo, non c’è ancora un crono-programma, nessuna tabella di marcia sul controllo delle emissioni inquinanti per esempio di Cina e India. Solo parole.

Si è anche parlato molto di “phase out” e “transition away”, qual è la differenza?

“Phase-out” significa che “andiamo via” dai combustibili fossili, anche in maniera graduale o con una tabella di marcia. Mentre “transition away” lascia più libertà. La transizione, se va bene, la faranno col gas o qualcuno potrebbe addirittura “farla” passando dal carbone al petrolio. In ogni caso, non si dice abbandoneremo il petrolio e gli altri combustibili fossili entro il 2050. Non si è trattato neppure di un punto fondamentale, lo stop definitivo all’erogazione di fondi pubblici per investimenti nel fossile. Come speriamo di mantenere il riscaldamento globale sull’1,5 °C convenuto, se le compagnie petrolifere non rinunciano neanche a questo? Invece resteremo sul 2,7 °C e, anzi, secondo il report del 2023 di productiongap.org, l’aumento di temperatura annuo crescerà.

Nel testo finale è entrato, per la prima volta, il nucleare. Può essere una soluzione?

Non comprendo benissimo la questione del nucleare. A Dubai, il ministro dell’Ambiente italiano Gilberto Picchetto Fratin ha detto: “Siamo per il nucleare, ma senza nuove centrali in Italia”. Ma noi non abbiamo centrali nucleari, impiantarne una avrebbe tempi lunghi, almeno vent’anni. Come può essere una risorsa il nucleare, se per la prima centrale, non solo in Italia ma in molti paesi, ci vogliono decenni? Certo non ha emissioni, ma non è immediata soluzione. La battaglia per il cambiamento climatico si combatte subito, non nella prossima generazione. Quando sarà pronto il primo reattore non emetterà emissioni inquinanti, ma saremo già ad un livello preoccupante.