Esclusiva

Dicembre 26 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 30 2023
Salerno-Bari: gemellaggio sotto l’albero

Nelle due città costiere, durante la Vigilia di Natale si canta, si beve e si fa festa senza sosta dall’alba al tramonto

A Bari sono le sei e mezza di mattina e c’è già un pescatore al Molo San Nicola. E’ salito su una barca azzurra col cappellino di Babbo Natale: come solito a ogni alba sta per lanciare in mare il suo giacchio. A Salerno un anziano percorre Corso Vittorio Emanuele mentre sfoglia “Il Mattino”. C’è tempo per camminare e leggere in tranquillità prima che il giorno di festa dia vita allo “Struscio”, con migliaia di persone a calpestarsi i piedi su quella strada e animare le principali piazze, fino a sgusciare nella calca. A unire le due città non è solo un gemellaggio storico in ambito calcistico, ma anche il rispetto delle tradizioni. Quella del 24 dicembre porta nomi diversi (a Bari è semplicemente “la Vigilia”) e resta, in Puglia come in Campania, un momento ancora più atteso del cenone all’italiana. 

Parrucchiere alle 9.30, ultimo appuntamento disponibile prenotato almeno un mese prima. “Mio figlio lavora con me, quest’anno l’ho costretto a non uscire. Abbiamo troppe richieste da smaltire in una sola giornata”, racconta Domenico Vino, titolare del salone “Mimì” nel centro di Bari. Scene simili si vedono tra le vie di Salerno. Vestito di pelle, pelliccia e stivali: abbigliamento caratteristico nelle strade, dove prima dell’aperitivo bisogna correre per comprare i regali dell’ultimo minuto. Cappelli da elfo e corna (di renna) si intravedono in mezzo a tante teste. Dalle 10 si animano i bar, alle 12 iniziano i dj set. Il corso sfida la piazza. Un duello ideologico: la via commerciale o l’agorà sociale. In ogni caso è impossibile sedersi. Si resta in piedi tutto il giorno e si balla, sperando che i tacchi non si rompano e le scarpe non si slaccino. 

A Salerno la prima tappa è il lungomare: qui si affollano soprattutto ragazzi e ragazze. “Sono venuto da Scafati solo per questo. Festeggiare sul litorale è qualcosa che non capita in provincia”, riferisce col sorriso Giovanni Tamarro, 23enne studente di Filosofia. Stesso copione sull’Adriatico, dove i 15 km di lungomare convergono verso la terrazza del Molo San Nicola. Un ragazzo ha con sé un piatto di crudo di mare da condividere con gli amici; intanto qualcuno con la maglia del Bari pagaia alle sue spalle. 

Figure istituzionali appaiono tra i cittadini nel clima di festa. A Salerno, il governatore della Campania Vincenzo De Luca “struscia” tra la gente. Gira tra i vicoli del centro storico e butta l’occhio sui banconi delle pescherie, dove dalle barche addobbate spiccano i “cuoppi” di pesce fritto. Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, saluta tutti con un sorriso che quest’anno cela un velo di malinconia: a giugno scadrà il suo secondo mandato. “Ma per noi sarà sempre il nostro riferimento”, ci dice Ottavio Palmieri, guardia del Comune. 

E poi c’è la musica. Il mantra è lo stesso per Bari e Salerno: si balla sempre con un bicchiere in mano. Sono i generi a cambiare. Vicino al teatro Verdi, nel cuore del centro storico della città campana, ci sono quartetti jazz. Nel capoluogo pugliese, invece, il percorso tracciato dal lungomare porta in Norcineria, punto nevralgico della movida. Il proprietario Francesco Giacchetta apre con delle jam session e suona il sax, “poi meglio lasciare spazio ai Dj. Le persone non sanno stare ferme: nessun giorno dell’anno lavoriamo come oggi”. Mentre il tramonto di Salerno cade davanti agli spritz bevuti sulla spiaggia di Santa Teresa, a Bari prima del cenone si butta giù qualche “cicchetto” di amari vari.

Nonni e genitori a casa sono rassegnati. Lo facevano anche loro. È una tradizione di decenni. Una specie di rito di passaggio salernitano e barese. Il cenone inizia almeno alle nove, per dar tempo a tutti di ricomporsi, tra piatti di mare e bottiglie di vino – per chi ha ancora spazio. Poi i regali a mezzanotte, la tombola, il panettone e una stanchezza fisica che tra poche ore dovrà lasciare spazio a un altro round a tavola. E mentre il tempo scorre a tavola, un pensiero si diffonde tra chi ha partecipato allo Struscio e alla Vigilia barese: ma quando arriva il prossimo 24 dicembre?

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