Esclusiva

Gennaio 3 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Gennaio 11 2024
Non è un paese per neolaureati. Le politiche anti-immigrati in UK

Con la Brexit ottenere un visto è sempre più complicato. Dal 2024 una nuova stretta sull’immigrazione colpirà gli studenti stranieri

Ogni volta che un governo cambia le regole per i visti, gli studenti internazionali trattengono il fiato. Le ultime notizie sulle politiche di immigrazione che arrivano dall’Inghilterra post-Brexit non fanno di certo cominciare loro il nuovo anno a cuor leggero.

A dicembre infatti il Regno Unito ha annunciato un piano per ridurre l’immigrazione cosiddetta “legale”, quella che comprende studenti e lavoratori che ogni anno arrivano in Gran Bretagna alla ricerca di fortuna. Il Ministro degli Interni inglese, James Cleverly, ha annunciato che, dalla primavera del 2024, una persona immigrata in Gran Bretagna alla ricerca di un impiego dovrà avere un’offerta di lavoro con uno stipendio di almeno 38.700 sterline. Cifra che sale rispetto alle 26.200 sterline che precedentemente erano la soglia minima che una persona doveva guadagnare per aggiudicarsi un visto di lavoro. Inoltre, il governo inglese si è prefissato di rivedere il “Graduate Visa”, il visto per laureati, un permesso di lavoro non sponsorizzato della durata di due anni per neolaureati stranieri che hanno frequentato università britanniche.  Notizie che, per chi pianificava di trovare impiego nel Regno Unito, impongono un cambio di prospettiva nelle aspettative di tutti coloro giunti nel paese d’oltremanica da ogni parte del mondo.

Coinvolti dalle nuove riforme in materia di visti ci sono anche gli studenti italiani ed europei, soggetti alle stesse leggi di immigrazione che, prima della Brexit invece interessavano solo i provenienti da paesi extra Ue.  Infatti, la decisione del Regno Unito di abbandonare l’Unione Europea ha fatto si che dal biennio 2021/2022, il primo in cui sono entrate in vigore le regole post-Brexit, anche gli studenti europei arrivati nel paese dopo quella data si devono adeguare alle nuove condizioni per studiare nel Regno Unito. 

Ciò ha comportato la fine delle libertà di cui gli studenti europei godevano: se in precedenza potevano trasferirsi in Inghilterra senza un visto e beneficiare delle stesse rette universitarie dei cittadini britannici, il regime post-Brexit ha portato un considerevole aumento delle rette. Questo, con l’aggiunta di un sistema di visti insidioso da rispettare e un regime burocratico che, come le ultime dichiarazioni del governo testimoniano, è in costante cambiamento.

  • I numeri dell’immigrazione post-Brexit

«Un anno e mezzo fa mi sono iscritto all’università nel Regno Unito. Conoscevo le regole entrate in vigore dopo la Brexit per ottenere un visto ma sono già cambiate rispetto al mio arrivo» racconta Paul, studente fresco di laurea che dalla Francia ha conseguito un master in Relazioni Internazionali nella capitale Londinese.

L’uscita dell’Inghilterra dall’Ue ha determinato un netto calo di iscritti europei alle sue università: secondo i dati raccolti dall’Higher Education Statistics Agency, l’agenzia di raccolta dati sugli studenti nel Regno Unito, il numero di studenti europei è infatti passato da 66.680 iscritti a 31mila nel 2021-2022 per le lauree specialistiche e da 37.530 a 13.155 per le triennali. 

Nel complesso dopo la pandemia e l’introduzione del nuovo sistema di immigrazione, la migrazione netta di cittadini dell’Unione Europea (valore che si ricava dalla differenza tra il numero di immigrati ed emigrati da un paese) ha avuto un calo del 70% rispetto al 2016. L’immigrazione di cittadini Ue in Inghilterra ha infatti raggiunto un valore negativo con il numero di persone che hanno lasciato il paese che ha superato la cifra di quelle immigrate nel paese, secondo un report del Migration Observatory dell’Università di Oxford.

Al contrario, si è invece riscontrato un fenomeno opposto nel numero di arrivi da paesi extra europei che, non solo ha colmato il calo di quelli dall’Unione Europea, ma ha determinato un nuovo record. Infatti, il flusso di persone arrivate da paesi come India, Nigeria, Cina, Pakistan e Ucraina ha fatto raggiungere il totale record di 745.000 mila di persone approdate legalmente nel Regno Unito nell’anno 2022. Di questi, come riportato dall’Office for National Statistics (ONS), il 39% è arrivato per studio, il 33% per lavoro e il 9% per motivi umanitari. Sempre secondo l’organo di controllo, la causa di questo totale record di tasso di immigrazione netta è da ricercare in diversi fattori tra cui i programmi speciali per le persone provenienti dall’Ucraina e da Hong Kong.

Regno Unito visti studenti

Sono i numeri da record di arrivi che hanno portato il governo inglese in carica a ripensare le proprie politiche migratorie, rendendole più severe. Per tenere fede alle promesse elettorali, il partito conservatore ha posto la diminuzione dai flussi di persone che entrano legalmente nel paese come tema centrale. Significativo è l’obbiettivo di ridurre gli arrivi di 300.000 unità all’anno, proposto dal Ministro dell’Interno, James Cleverly, che ha introdotto le nuove misure mirate a disincentivare gli arrivi e tese a rendere più inospitale e difficile il soggiorno nel Regno Unito.

  • Il sistema di visti per neolaureati

 «Dopo la laurea uno studente internazionale come me ha tre opzioni: trovare un lavoro che garantisca un visto lavorativo; pagare per il “Graduate Visa” o, lasciare il Regno Unito».

Queste quindi le alternative possibili per uno studente fresco di laurea da una università britannica. Con le nuove misure introdotte, un ex studente per ottenere un visto lavorativo, che permette di lavorare nel Regno Unito, dovrebbe quindi trovare un datore di lavoro che gli sponsorizzi un visto garantendo uno stipendio di minimo 38.700 mila sterline l’anno.

È il “Graduate Visa”, il visto per laureati che, sulla carta, rappresenta un’ancora di salvezza per i neolaureati stranieri dato che permette loro di rimanere sul suolo inglese per altri due anni senza bisogno di uno stipendio minimo. Ma, il governo inglese si è prefissato di rivedere dal Gennaio 2024 anche questa alternativa di visto, progettando di cambiarne la durata e le condizioni. 

«Prima di cominciare gli studi pensavo sarebbe stato semplice trovare lavoro dopo la laurea. Ma, una volta che ho provato a mandare curriculum e cercare un impiego non ho trovato nessuno disposto ad assumermi o che conoscesse le condizioni del visto dedicato ai neolaureati».

Anche a causa della scarsa conoscenza dei nuovi percorsi burocratici dedicati, per uno studente internazionale trovare lavoro nel Regno Unito risulta molto complicato. Una ricerca dell’Higher Education Policy Institute (HEPI) pubblicata all’inizio del 2023, ha rivelato anche una scarsa conoscenza da parte dei datori di lavoro in materia di diritti lavorativi post-studio degli studenti internazionali. Infatti, solo il 3% delle compagnie ha fatto assunzioni tramite lo schema “Graduate Visa” mentre, più della metà non conosceva l’esistenza del percorso. 

«Ho mandato un centinaio di curriculum e richieste per ogni tipo di lavoro, anche come barista, tutte senza successo. Quando ho saputo che il governo inglese pianificava di innalzare la soglia minima di stipendio e cambiare le condizioni del visto per neolaureati mi sono rassegnato. Non è realistico pensare che un giovane fresco di laurea possa percepire uno stipendio di quella cifra». Infatti, come illustra una ricerca pubblicata nel 2020/21 dell’Higher Education Statistics Agency, la maggior parte dei neolaureati nel Regno Unito si colloca nella fascia salariale compresa tra 24.000 e 26.999 sterline 15 mesi dopo aver terminato gli studi. 

«Ritornerò in Francia alla fine del mese. Ho cominciato a mandare curriculum lì e ho trovato lavoro in poco tempo. Inizialmente pensavo di essere l’unico in questa situazione, vedevo l’Inghilterra come il paese dalle mille opportunità. Poi, ho scoperto che anche il resto dei miei compagni era nella mia stessa situazione. La maggior parte di loro è già rientrata o sta per tornare nel proprio paese di origine. Non mi sono sentito accolto da questo paese».

Nonostante il Regno Unito si trovi ad affrontare una grave carenza di manodopera, con posti di lavoro vacanti che hanno recentemente raggiunto i 1,3 milioni, le riforme in materia di immigrazione rimangono priorità del governo. Il cambio di rotta della Gran Bretagna, paese considerato patria dell’immigrazione e che ne ha fatto suo punto di ricchezza economica e sociale, sta facendo si che lo stato che per molti europei rappresentava “il sogno americano d’Europa” rimanga ora solo un’idea sempre più lontana e difficile da realizzare.