Esclusiva

Gennaio 30 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 4 2024
Morto operaio a Chiari, l’ex capo Inl: «La sicurezza è un lusso»

Il cinquantunenne Joao Rolando Lima Martins è stato investito da un treno nella notte tra lunedì e martedì alla stazione di Chiari, in provincia di Brescia

Nella notte tra lunedì e martedì un operaio di cinquantun anni è stato travolto da un treno a Chiari, in provincia di Brescia, mentre si trovava sui binari per svolgere lavori a un traliccio dell’alta tensione. L’uomo, Joao Rolando Lima Martins, era dipendente di Rebaioli, una ditta esterna a Terna, l’azienda che possiede la rete di trasmissione di energia elettrica in Italia, appaltatrice dei lavori. Secondo Ferrovie dello stato, Martins avrebbe attraversato i binari «indebitamente» per raggiungere una squadra di operai dall’altro lato delle rotaie. Il convoglio viaggiava a cento chilometri orari ed è molto probabile che l’uomo non lo abbia visto arrivare a causa della nebbia fitta. Dalle prime ricostruzioni della polizia ferroviaria di Brescia l’operaio sarebbe stato investito intorno alla mezzanotte, quando non era ancora stata disposta l’interruzione del passaggio dei treni. Il suo turno sarebbe iniziato all’una meno un quarto.

Rimane da vedere se ci siano state sottovalutazioni del pericolo da parte dei responsabili, come avvenuto nella strage alla stazione di Brandizzo, nel torinese, lo scorso agosto. Da un video registrato da una delle vittime prima dell’incidente, Kevin Laganà, sembra che neanche in quel caso fosse stato bloccato il transito dei treni, ma gli operai erano stati mandati a lavorare sulle rotaie nonostante questo.

In merito all’incidente si è espresso il magistrato Bruno Giordano, ex capo dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) durante il governo Draghi. «Ancora un operaio morto in un cantiere ferroviario in appalto dimostra che la sicurezza in un settore ad altissimo rischio è un lusso». Nel suo periodo ai vertici dell’Inl, Giordano aveva cominciato un grande lavoro sui controlli, aumentando il numero degli ispettori e migliorando il coordinamento degli organi di vigilanza. Questi due sono i problemi principali che il magistrato individuava come ostacoli alla sicurezza sul lavoro. Al quotidiano Domani, Giordano ha detto che «ad occuparsi dei controlli sono così tanti organi che si crea una dispersione di risorse». Questione che ritrova anche in questa occasione: «Mi chiedo quando si vorrà chiarire chi deve effettuare i controlli sulla rete ferroviaria visto che c’è una confusione di competenze tra l’agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansfisa), ispettorato del lavoro, le aziende sanitarie ASL e polizia ferroviaria. Soprattutto quanti morti ci vorranno ancora».

Dai dati dell’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (Inail) le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sul posto e in itinere nei primi dieci mesi del 2023 sono state 868, 41 in meno rispetto a quelle registrate nello stesso periodo del 2022, ma registrando un aumento dei casi mortali in occasione di lavoro che passano da 659 a 672. E i numeri dell’Inail non riescono a cogliere il quadro complessivo degli incidenti sul lavoro.

Dopo la strage di Brandizzo, in cui erano morti cinque operai, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha esortato l’attuale ministra del Lavoro, Maria Elvira Calderone, a impegnarsi di più a favore della sicurezza. Un monito che è rimasto «inascoltato» secondo Giordano.