Esclusiva

Febbraio 1 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 28 2024
Più CO2 aiuta la biodiversità? Quella antropica è una minaccia

Gli esperti dibattono sugli effetti dannosi e benefici dell’aumento di anidride carbonica sull’ambiente e l’ecosistema

Da anni la narrazione sugli effetti benefici dell’anidride carbonica in aumento circola su innumerevoli portali online contro ogni validità scientifica, creando disinformazione. Un articolo pubblicato su Nogeoingegneria sostiene che la CO2 non sia causa di inquinamento e che, al contrario, come composto chimico fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo sulla Terra, non abbia effetti negativi, ma incrementi la vegetazione portando beneficio all’ambiente. Nell’immaginario collettivo, dunque – sostiene l’articolo – si sarebbe radicata una convinzione sbagliata sull’elevato tasso di CO2 prodotto dall’essere umano. Non si tratta dell’unico sito a riportare notizie di questo genere poiché questa narrazione falsa dilaga online passando attraverso vari siti web tra cui Gospa News, che condivide le stesse nozioni scientifiche errate.

Le fonti citate, dunque, minimizzano l’impatto delle attività umane sulla crisi climatica e mettono in dubbio che un’elevata concentrazione di CO2 nell’atmosfera danneggi l’ambiente, sostenendo, al contrario, che ciò favorisca la crescita delle piante e porti benefici al nostro habitat.

Questa narrazione si basa sulla reinterpretazione errata di alcune informazioni vere: secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, un quarto o la metà delle superfici della Terra coperte da vegetazione hanno mostrato un significativo inverdimento negli ultimi 35 anni, in concomitanza con l’aumento dei livelli di anidride carbonica.

Anche uno studio della NASA del 2016 ha rivelato che un incremento delle concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera, stimolando la fotosintesi, potrebbe aver favorito l’incremento della forestazione nel mondo tra il 1982 e 2015. Tuttavia, se da una parte l’aumento di CO2 sembra beneficiare la flora, dall’altra – ricorda lo studio – ha complessivamente effetti negativi sul pianeta, essendo la principale causa del cambiamento climatico e delle sue conseguenze: riscaldamento globale, innalzamento dei livelli del mare, scioglimento dei ghiacciai ed eventi meteorologici estremi.

Più CO2 aiuta la biodiversità? Quella antropica è una minaccia

In sintesi, gli stessi esperti che riconoscono un legame tra l’incremento della CO2 e l’accrescimento forestale sostengono che gli effetti dannosi dell’aumento di anidride carbonica superino notevolmente i potenziali benefici.

La teoria che lega l’aumento di CO2 a un incremento della vegetazione non è condivisa da tutti gli esperti. Secondo il climatologo Giulio Betti l’attuale processo di riforestazione non è direttamente collegato all’aumento di CO2, ma ad affetti collaterali: «Nelle zone più ricche del mondo, come Europa, Canada e parte della Russia, il fenomeno della deforestazione è in drastico calo. Questo, però, non accade nei Paesi tropicali dove il disboscamento è ancora altissimo. Anche se le piante immagazzinano CO2 in grande quantità, con l’attuale eccesso di emissioni non riescono più a farlo. In Amazzonia, ad esempio, emettono più CO2 di quanta ne assorbano: l’equilibrio è stato alterato».

Il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi che utilizza un esempio pratico: «In provincia di Siena c’è un paese che si chiama Rapolano Terme, qui c’è il Bossoleto, una conca chiusa molto stretta dove la CO2 è in eccesso rispetto ai luoghi vicini». L’alta concentrazione di CO2, che arriva al 75% del volume dell’aria durante le prime ore del mattino, ha influito sull’ambiente, in particolare sulla biodiversità, con una percezione sensibile dell’effetto serra: «Le piante che crescono lì in eccesso di CO2 hanno il fusto molto più spesso, ma la loro crescita è uguale a quella di piante che crescono con meno CO2, e questa potrebbe addirittura ostacolarne la crescita. Inoltre, per gli animali è molto difficile adattarsi a quell’ambiente». Come spiega Tozzi, l’anidride carbonica, essendo un gas serra, ad alte concentrazioni implementa la temperatura terrestre mandando in sofferenza gli organismi biologici: «Dobbiamo contare che le specie viventi sono ora soggette ad un tasso di estinzione così alto che non si registrava da un milione di anni. Facendo l’esempio dei microrganismi che vivono negli oceani, essi fissano il carbonato di calcio nei propri gusci usando l’eccedenza di anidride carbonica che viene immagazzinato dagli oceani, ma una volta saturi, non sono più in grado di usare quella CO2 che resta in eccesso».

La narrazione di cui abbiamo parlato, quindi, così decontestualizzata, appare del tutto fuorviante poiché non mette in risalto gli impatti devastanti che la crescente quantità di anidride carbonica e altri gas serra di origine umana hanno sul riscaldamento globale, impatti che superano di gran lunga qualsiasi altro beneficio.

Il 97% degli autori che si occupano delle cause del cambiamento climatico dichiara che la CO2 emessa dalle attività umane ne è la causa principale e di fatto il dibattito fra gli scienziati è chiuso. Secondo Tozzi: «Affermare che la CO2 emessa dall’uomo non costituisca una minaccia, fa parte di una narrazione colpevole di allontanare le persone dalla presa di coscienza sul nostro ruolo negli equilibri del pianeta».

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