Esclusiva

Febbraio 1 2024
Le fettuccine Alfredo raccontano una Roma che non c’è più

Le fettuccine Alfredo al burro e parmigiano sono amate in America, ma sono nate in Italia nel 1908 da Alfredo Di Lelio per amore della moglie

«È più conosciuto Alfredo che Eisenhower, in America», così dice l’attore romano, Alberto Sordi, in Polvere di Stelle, film del 1973 in cui recita assieme a Monica Vitti. I due interpretano dei capocomici di avanspettacolo di scarso successo, fino a che, dopo varie vicissitudini, non riescono a far svoltare la loro compagnia. Per festeggiare decidono di andare a mangiare le fettuccine da Il Vero Alfredo, in piazza Augusto Imperatore a Roma. Arrivati lì tutti i commensali, per la maggior parte americani, li guardano e subito scatta l’applauso. I personaggi di Sordi e Vitti pensano di essere stati riconosciuti come grandi attori, e invece, dalle loro spalle, arriva Alfredo Di Lelio con le sue fettuccine. Sua figlia Ines se lo ricorda. Aveva ventun anni e il padre lo riusciva a vedere solo al ristorante, «non c’erano sabati, domeniche o feste» che non fosse a lavoro. L’Alfredo del film è il figlio dell’altro Alfredo, l’inventore delle fettuccine con burro e parmigiano.

Nel 1908, sua moglie Ines – anche questo nome è tornato in famiglia – ha appena partorito il loro primo figlio. Per darle forza, Alfredo preparò queste fettuccine. Erano così buone che decise di aggiungerle nel menù del ristorante di sua madre, a Piazza Rosa dove lavorò fino al 1922, quando il locale fu abbattuto per far spazio alla Galleria Colonna, oggi Galleria Alberto Sordi. Intanto, dall’altra parte del mondo, ad Hollywood, due divi del cinema muto, Douglas Fairbanks e Mary Pickford, la fidanzatina d’America, si sono sposati e nel 1920 e decidono di trascorrere la luna di miele a Roma. Un giorno entrano nell’osteria di Piazza Rosa e lì provano le fettuccine di Alfredo. È subito amore. Vanno a mangiarle anche i restanti giorni, poi partono verso Hollywood e diffondono la pasta tra tutti i loro amici.

La coppia tornerà nella capitale nel 1927 e andrà di nuovo a mangiare le fettuccine da Alfredo. Non solo, gli porteranno in dono due posate d’oro: un cucchiaio e una forchetta per mantecare la pasta) con sopra inciso «to Alfredo the king of noodles». Con la pubblicità dei due divi, andare a mangiare le fettuccine con burro e parmigiano sarà una tappa obbligata per tutti gli attori di Hollywood. Soprattutto dal 1950 in poi, quando Alfredo aprirà un ristorante tutto suo: Il Vero Alfredo di fronte l’Ara Pacis.

Le pareti del locale sono tappezzate da fotografie che ritraggono le celebrità, che negli anni si sono presentate alla porta del re delle fettuccine. Elizabeth Taylor c’è andata con ognuno dei suoi mariti, così ogni volta Alfredo era costretto a eliminare la foto precedente. Ava Gardner si dice fosse pazza di lui e, infatti, la camera l’ha ripresa a guardarlo con aria sognante. Sarà lei a mandargli un immenso mazzo di rose rosse, una volta giuntagli la notizia che Alfredo era in punto di morte alla fine degli anni Cinquanta.

La fama non si ferma all’America, la voce si diffonde in tutto il mondo e mentre il figlio Alfredo II (in realtà chiamato Armando) sostituisce il padre, le celebrità continuano ad arrivare: Aristotele Onassis, i reali di Svezia, l’ex re di Spagna Juan Carlos, con cui Alfredo II stringerà una lunga amicizia. Alla sua morte a occuparsi del locale sarà Alfredo III, il fratello di Ines e la fama delle fettuccine nel mondo continuerà seguendo le generazioni. I cimeli nel ristorante lo dimostrano. Sul muro all’ingresso c’è una lettera di George Bush, l’ex presidente degli Stati Uniti, che elogia la pasta e una foto con il regista Woody Allen che anni dopo, nel 2012, si presenterà lì per chiedere di girare alcune scene del suo film “To Rome With Love”. La scelta non è casuale, nella pellicola Allen ritrae tutte quelle cose che per gli americani sono un simbolo dell’Italia e soprattutto di Roma, per questo non può mancare Il Vero Alfredo.

Negli Stati Uniti la ricetta è stata stravolta, si aggiungono pollo, panna liquida, noce moscata, broccoli e prezzemolo. Queste fettuccine però sono così amate nel paese, che hanno anche un giorno dedicato: il 7 febbraio. Da quando Ines e il marito l’hanno scoperto, la pasta è festeggiata anche in Piazza Augusto e per l’occasione vengono portate al locale le posate d’oro. La mantecatura delle fettuccine basta a far innamorare, ma non è solo per questo che Alfredo e la sua storia hanno conquistato tutto il mondo. Alla fine dell’Ottocento i bambini romani combattevano lanciandosi per gioco dei pietre con quelli dei rioni vicini, si chiamavano “sassaiole”. Un giorno Alfredo colpì un bambino, lo accompagnò a una fonte a lavarsi e nacque una delle amicizie più profonde, lunghe tutta una vita. Si trattava di Ettore Petrolini, il più grande attore e autore romano del primo Novecento.

La stessa comicità, capacità di fare spettacolo, l’aveva anche Alfredo e la manifestava quando accoglieva i suoi ospiti e quando mantecava le fettuccine al centro della sala, accompagnato da musicisti che suonavano la tarantella. Fu durante una delle sue solite esibizioni, che Petrolini disse: «Alfredo menomale che non hai fatto anche tu l’attore, nel teatro c’è posto solo per uno di noi due». La passione per il suo lavoro e l’amicizia che dimostrava a chi veniva nel suo ristorante sono stati la chiave per il successo di Alfredo e le fettuccine e suo figlio e suo nipote non sono stati da meno. Da lui hanno ereditato entrambe le cose, così la gente tornava a mangiarle e si affezionava, anche senza parlare la stessa lingua.