Il dibattito sul destino di Ilaria Salis apre la prima giornata della sessione plenaria al Parlamento europeo di Strasburgo. La maestra milanese è accusata di aggressione e detenuta da un anno in carcere a Budapest dopo aver preso parte ad una manifestazione antifascista in Ungheria. Alla discussione prendono parte anche gli eurodeputati italiani: contrastanti le loro opinioni riguardo al caso della trentanovenne, che rischia fino a ventiquattro anni di carcere.
Nicola Danti di Italia viva, parafrasando Voltaire, afferma con convinzione che «il grado di civiltà dell’Unione si misura dalla qualità di vita nelle carceri», facendo riferimento al severo trattamento che è stato riservato a Salis e alle condizioni in cui ha vissuto negli ultimi dodici mesi. «Porre l’attenzione su questo caso è fondamentale», prosegue, «spetta all’Italia verificare se la magistratura in un paese come l’Ungheria faccia il suo dovere». Attacca poi la presidente Giorgia Meloni: «Bisogna alzare la voce quando ci troviamo difronte alle immagini di una ragazza ammanettata e al guinzaglio, immagini che ledono la sua persona. Il capo del governo che non è in grado di difendere la dignità di un suo cittadino non potrà difendere quella del suo paese».
L’anno trascorso in cella tra «topi, scarafaggi e cimici» descritto da Ignazio Corrao dei Verdi apre una discussione sui diritti umani, che non vede come unica protagonista Salis. L’eurodeputato ricorda il siciliano Filippo Mosca, detenuto in Romania per traffico di stupefacenti. Segue la stessa linea l’intervento di Sabrina Pignedoli del Movimento 5 Stelle: «È una palese violazione dei diritti umani. Preoccupa che Salis sia detenuta per aver partecipato ad una manifestazione antifascista. Questa penosa situazione dimostra anche la fragilità dei nostri trattati».
La risposta del gruppo dei Conservatori (Ecr) arriva per voce dell’eurodeputato Pietro Fiocchi, che mette in dubbio l’opportunità stessa di portare il caso a Strasburgo: «Questo dibattito non avrebbe dovuto aver luogo, perché è stata solo l’occasione per la sinistra di attaccare i governi italiano e ungherese in un clima da campagna elettorale». Dello stesso avviso l’eurodeputato Jean-Lin Lacapelle, francese, del gruppo sovranista Identità e democrazia che ha definito Salis «una criminale, motivata da uno spirito violento» e ha ribadito la necessità che l’insegnante sia giudicata dalla magistratura ungherese.
Sull’importanza di aver coinvolto il Parlamento europeo sul caso di Ilaria Salis parla a Zeta Brando Benifei, capo della delegazione italiana del Gruppo dei Socialisti e Democratici: «È stato importante portare il caso di Ilaria Salis al Parlamento europeo, perché è emblematico della condizione dei detenuti, in particolare nel contesto di alcuni Paesi europei come l’Ungheria. Si tratta di un paese sotto procedura ex articolo 7 per mancato rispetto dello Stato di diritto».
La discussione ha per l’eurodeputato una doppia valenza: «Bisogna sollevare l’attenzione non solo per tutelare la dignità di Ilaria Salis, per un trattamento equo senza catene e guinzagli e con documenti tradotti nella sua lingua. È altrettanto cruciale lanciare un messaggio al governo di Orbán, che pensa che l’Europa sia un bancomat a cui attingere senza vincoli, che siano relativi ai migranti, alla separazione dei poteri, all’appoggio all’Ucraina o alle condizioni dei detenuti».
L’accordo sugli aiuti all’Ucraina di giovedì ha dimostrato unità dell’UE nel non accettare ricatti, lo stesso vigore può essere adottato per chiedere un giusto trattamento per Ilaria Salis, continua Benifei: «Il Parlamento europeo ha già dimostrato in passato di saper parlare la lingua del rispetto dei diritti umani, mettendo sotto accusa il governo ungherese e bloccando i fondi in passaggi necessari come l’approvazione del Recovery Plan o la risposta alla guerra In Ucraina. Oggi i governi hanno difficoltà a tenere barra dritta. Va detto con chiarezza: il governo italiano dimostra solo sottomissione, silenzio e imbarazzo».
Ha concluso la discussione l’intervento della Commissaria UE Mairead McGuinness, che ha espresso preoccupazione per le condizioni della detenzione di Ilaria Salis e ha detto che l’esecutivo europeo è pronto ad avviare procedure di infrazione in caso di violazione di una legge dell’Unione europea.