Esclusiva

Febbraio 6 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 7 2024
Caso Salis, Calovini (Fdi): «La politica non può intervenire»

Le parole di Giangiacomo Calovini, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera in Commissione Esteri, sul caso dell’italiana detenuta a Budapest

L’Italia si muove per Ilaria Salis, la militante antifascista milanese 39enne detenuta a Budapest dall’11 febbraio 2023 con l’accusa – da lei respinta – di aver aggredito due neonazisti. All’imputata, spiega il legale ungherese di Salis, Gyorgy Magyar, potrebbero essere concessi gli arresti domiciliari in Italia solo dopo il riconoscimento della stessa misura da parte dei giudici di Budapest. Sarà necessario fornire alle autorità estere molte rassicurazioni sull’uso del braccialetto elettronico e sul costante controllo delle forze di polizia, visto che la Corte ungherese le aveva negato i domiciliari per “pericolo di fuga”.

Il Governo di Roma non vuole avanzare un pressing eccessivo. Il padre di Ilaria, Roberto, ha incontrato i ministri degli Esteri e della Giustizia Antonio Tajani e Carlo Nordio e ha dichiarato che «lo Stato italiano non intende far nulla» e che «tutto dipende dal giudice ungherese» perché un’ingerenza è considerata «irrituale» e potrebbe «creare dei precedenti». Sono quindi sfumate le richieste della famiglia e dei legali, che chiedevano per Ilaria i domiciliari in Italia o, in alternativa, in ambasciata in Ungheria.

La detenzione della 39enne si è trasformata in un caso politico, specie dopo le dichiarazioni del segretario della Lega Matteo Salvini, che aveva definito «assurdo» il fatto che una come Ilaria, che va in giro «a picchiare e a sputare alla gente», fosse maestra. La vicenda è arrivata anche a Strasburgo, dove si è tenuto un dibattito nel corso della plenaria dell’Europarlamento. Ieri, lo scontro a distanza tra la premier Giorgia Meloni – a Tokyo per un bilaterale col primo ministro giapponese Fumio Kishida – e la leader del Partito Democratico Elly Schlein, che ha accusato il Governo di essere intervenuto in consapevole «ritardo» sulla vicenda per «non urtare l’amico e alleato Orban».

Su questo ritardo Giangiacomo Calovini, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera in Commissione Esteri, ha spiegato: «L’Italia non si è mossa solo dopo la visione delle terribili foto di Ilaria in tribunale, in quel momento si è semplicemente creata un’eco mediatica più forte rispetto a prima sul caso. Ritengo che il Ministero degli Affari Esteri si muova, nel limite del possibile, ogni volta che c’è un italiano detenuto all’estero». «Come ha detto il ministro degli Esteri Tajani durante un’audizione – aggiunge Calovini – gli italiani detenuti all’estero, purtroppo, sono circa 2.400 ed è chiaro che la rete diplomatica faccia fatica a seguire con precisione e attenzione tutto ciò che avviene. Tuttavia, in questo caso, è chiaro che davanti a certe fotografie non si poteva tacere e bene ha fatto il Governo a intervenire in modo più netto rispetto a prima».

Sulle richieste che oggi il Governo italiano può muovere a quello ungherese, Calovini è netto: «Grazie a dio viviamo in un Paese in cui il sistema politico non può fare ingerenze su quello giudiziario. Ancor meno può farne sul sistema giudiziario di un altro Paese. Tuttavia è chiaro che non si può stare zitti dal punto di vista politico di fronte a ciò che abbiamo visto, una connazionale portata in tribunale con mani e piedi legati. La politica non può intervenire, ma può cercare di capire meglio ed è quello che il presidente del Consiglio Meloni sta facendo, muovendosi comunque nel rispetto del sistema giudiziario ungherese».

E sul presunto rapporto privilegiato della Premier con l’omologo ungherese Viktor Orban, citato da Schlein, Calovini sottolinea: «La presidente Meloni ha dei buoni rapporti a livello internazionale con tutti, non so se ce n’è uno speciale o no con Orban. Sicuramente c’è un buon rapporto con lui come con tanti altri leader e questo le ha permesso in modo più franco di sottolineare la contrarietà dell’opinione pubblica e delle istituzioni italiane davanti alle foto di Salis in tribunale».

Su quale sia oggi la richiesta dell’esecutivo all’Ungheria, il capogruppo di Fdi in Commissione Esteri alla Camera conclude: «L’obiettivo è che vengano rispettati i diritti di Ilaria Salis, che venga trattata in modo giusto, non certo come appare in quelle fotografie. Dopodiché, il percorso giuridico è un’altra cosa e farà il suo corso».

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