Esclusiva

Febbraio 15 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 28 2024
Il cibo a base di insetti è sicuro, ecco perché

Gli studiosi smentiscono le informazioni distorte che circolano sui pericoli della farina di grillo e le conseguenze sulla salute

Il 5 febbraio, l’account facebook di Gianluigi Paragone ha ricondiviso un articolo del blog “Il Paragone” dal titolo: «Ottocentomila persone a rischio, i pericoli della farina di grillo. Come riconoscere i cibi a base di insetti».

Si tratta di un testo parziale e impreciso, uno dei tanti articoli e post che periodicamente diffondono disinformazione sul tema degli alimenti a base di insetti presentando una narrazione distorta.

L’articolo del sito ilparagone.it sostiene che la farina di grillo rappresenta un pericolo per milioni di italiani, dal momento che l’esoscheletro degli insetti contiene una sostanza, la chitina, non assimilabile dall’organismo umano. Il problema, secondo il testo, riguarderebbe almeno ottocentomila persone, ovvero gli individui con una nota allergia ai gamberi, ai crostacei, ai molluschi e agli acari. Le possibili reazioni avverse, come gonfiore, vomito e persino shock anafilattico potrebbero coinvolgere fino a milioni di persone per via della cosiddetta “reattività crociata”: una risposta negativa ad una determinata sostanza innescata dall’allergia nei confronti di un altro alimento.

«Il rischio di reazioni allergiche alla chitina esiste, ma è ben noto e deve essere gestito», sostiene il dottor Alberto Mantovani, membro del Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare (CNSA). «Inoltre, non mi sento di dire che chi è allergico ai crostacei lo è automaticamente anche alla farina di grillo, è possibile ma non ci sono numeri precisi».

L’articolo del blog di Paragone sostiene inoltre che sia quasi impossibile identificare i prodotti contenenti insetti sugli scaffali dei supermercati, in quanto non contenenti le segnalazioni adeguate sull’etichetta.

Il professor Alberto Angioni, ordinario di Chimica e Tecnologia degli Alimenti presso l’Università di Cagliari e a sua volta membro del CNSA, chiarisce la questione: «Questo è falso, c’è un decreto del ministero dell’Agricoltura in cui si specificano le specie di insetti che possono essere utilizzate e quali prodotti possono contenerli, ad esempio nella pasta non possono essere utilizzati». Sulla gazzetta ufficiale del 29 dicembre 2023 infatti, è scritto che le confezioni di alimenti contenenti insetti devono indicare chiaramente la tipologia di insetto, la quantità utilizzata (fino a un massimo del 10%), il paese di origine e le informazioni sui rischi legati a reazioni allergiche, insieme alla denominazione di nuovo alimento. Inoltre, il ministero impone che i prodotti siano esposti in comparti separati e segnalati da apposita cartellonistica.

Per quanto riguarda la sicurezza della filiera produttiva, il dottor Simone Belluco, dirigente di una sezione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, afferma: «Gli allevamenti di insetti comportano meno problematiche di quelli di altri animali. Il vantaggio è che si possono allevare in ambienti chiusi con maggiore sicurezza».

Secondo l’articolo Insect and Public Health: an Overview dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, rispetto ai mammiferi e agli uccelli, non sono noti casi di trasmissione di malattie o parassitoidi all’uomo, al bestiame e alla fauna selvatica attraverso il consumo di insetti (a condizione che gli insetti siano stati maneggiati nelle stesse condizioni igieniche di qualsiasi altro alimento).


I lati positivi, dunque, sono molteplici: «Questi alimenti danno la possibilità di rispondere ad una domanda di alimenti ad alto valore proteico con un minore impatto ambientale e un minore consumo di risorse: gli insetti hanno una maggiore sostenibilità rispetto alla produzione dei vertebrati, di pollami, bovini e suini. C’è una minore emissione di metano, di azoto, zolfo, minor consumo di acqua, e si può evitare di impiegare alimenti per la mangimistica che possono essere usati direttamente per l’alimentazione umana», conclude il dottor Mantovani.