Esclusiva

Febbraio 23 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 4 2024
La Palisiada trionfa sugli schermi

La produttrice Valeria Sochyvets racconta la realizzazione del film che è stato premiato nei Festival di Torino e Rotterdam nel 2023

Dimostrare al mondo che la cultura ucraina è indipendente da quella russa, e farlo attraverso il cinema. È l’obiettivo del film La Palisiada, diretto da Philip Sotnychenko e prodotto da Valeria Sochyvets, che nel 2023 è stato premiato nei Festival cinematografici più importanti d’Europa.

Da Rotterdam a Torino, La Palisiada ha convinto le giurie grazie al suo modo di raccontare i retaggi del sistema sovietico sull’Ucraina del 1996, gia indipendente da cinque anni. «È stato fantastico – racconta la produttrice – perché abbiamo realizzato che il film era ritenuto importante dal pubblico e dalla critica, che era stato accettato in tutto il mondo. La première mondiale si è svolta al Festival del cinema di Rotterdam, dove abbiamo vinto il Fipresci per il miglior film: un premio molto prestigioso. Poi c’è stato quello di Torino, che è uno dei Festival più antichi e prestigiosi in Italia dopo Venezia, ed è stata una proiezione importante per noi e un onore essere premiati».

La Palisiada, incrociando immagini attuali e degli anni Novanta (in VHS), racconta le indagini di un investigatore e di uno psichiatra sull’omicidio di un ufficiale di polizia cinque mesi prima della moratoria della pena di morte. Il lavoro dei due uomini si scontra con una struttura politica contaminata dai sistemi della vecchia Unione Sovietica: l’indagine si risolve in poco tempo, dando la sensazione che fosse già tutto deciso, e porta all’arresto e all’esecuzione di un giovane con gravi disturbi cognitivi.

Il film mostra così l’eredità pesante che deve sopportare l’Ucraina, creando un collegamento con l’attualità. «Anche se abbiamo iniziato a lavorare al film cinque anni fa – spiega la produttrice – e quindi avevamo intenzioni completamente diverse, la trama è risaltata ancora di più dopo l’invasione della Russia. Lo sfondo del film è e resta l’eredità sovietica, con la pena di morte e la corruzione».

Per Valeria Sochyvets, i film rappresentano il modo migliore per comunicare l’indipendenza dell’Ucraina: «Dobbiamo far capire chi siamo – sottolinea – e soprattutto che la nostra cultura è diversa da quella russa. Che non siamo una sola Nazione, ma siamo diversi. Il cinema ci aiuta a mostrare questo al mondo».

La produttrice ha fondato – insieme al regista Sotnychenko – la Contemporary Ukrainian Cinema (CUC), una comunità che dal 2014 mette in comunicazione e promuove i giovani operatori dei media ucraini. Il progetto ha l’obiettivo di definire l’industria del cinema ucraina, in modo da renderla riconoscibile in tutto il mondo.

Non significa che le produzioni siano riservate soltanto agli operatori dei media ucraini. Il progetto ha una vocazione internazionale e cerca contatti con co-produttori di altri Paesi, anche per trovare nuovi fondi. «Il cinema ucraino sta vivendo un momento molto complicato, perché mancano i finanziamenti. Per questo siamo molto aperti a delle collaborazioni e ci piacerebbe scoprire anche l’Italia».