«La gentilezza ci aiuta nel coraggio di essere noi stessi: imperfetti e felici». Romana Liuzzo, presidente della fondazione Guido Carli, cita il poeta Victor Hugo per aprire la lectio magistralis all’Università Luiss di Roma. I temi della salute mentale e dell’accettazione di ogni fragilità sono poi saliti sul palco con le parole dell’attrice Claudia Gerini. «Oggi l’apparire conta più dell’essere – dice l’artista – Se andiamo da qualche parte ma non mettiamo la foto è come se non ci fossimo stati. Funziona così per tutto quello che facciamo». Nel suo discorso parla di «corsa sfrenata verso i like», dietro cui si nasconde una profonda richiesta di amore e di salvezza. I dati diffusi dalla SIP, società italiana di psichiatria, dicono che, in tre anni, le diagnosi di disturbi mentali nei giovani sono aumentate del 30%. Si registra un suicidio ogni dieci ore. Ansia, depressione e autoisolamento: cattive compagnie che, senza permesso, si sono prese un posto nelle nostre vite. «La pandemia da Covid-19 ha portato a chiuderci non solo in casa ma anche in noi stessi – continua Gerini – Dobbiamo liberarci dalla gabbia della perfezione e dalla cultura dell’ego».
L’attrice ha parlato ai tanti presenti in sala anche di alcune esperienze personali legate ai viaggi. Dalla Tanzania al Nepal, passando per Cambogia e Mozambico, Gerini ha raccontato di come gli occhi di chi vive nei villaggi abbiano cambiato la sua esistenza. Si è soffermata sulle zone in cui i bimbi fanno sei chilometri a piedi per andare a scuola, dove si vive in situazioni di povertà estrema e i funghi venduti sul ciglio della strada sono il mezzo per portare a casa pochi spiccioli. «Quando sono andata a trovare questi bambini avevano tutti il sorriso sul volto e lì mi sono chiesta come possa esistere tanta gioia in luoghi così desolati», è stata la sua riflessione. Nei valori di quelle comunità l’attrice trova risposta al suo interrogativo: «Vivono tutti la stessa condizione esistenziale, eppure si aiutano tra loro, fanno i turni per prendere l’acqua senza chiedersi se ne hanno voglia o meno. Questo è ciò che manca a noi oggi».
I progetti realizzati col teatro patologico di Roma sono il filo che ricollega l’intervento dell’attrice al tema dei disturbi mentali. Nata nel 1992 da un’idea di Dario D’Ambrosi, la compagnia di artisti usa la recitazione come medicina per chi soffre di malattie psichiatriche, realtà definite dalla Gerini «uniche, fragilissime e potenti allo stesso tempo».
Presente alla lectio anche l’onorevole Maria Elena Boschi. Nel suo discorso ha citato il personaggio “Mary Poppins-praticamente perfetta” e quell’ideale di apparenza senza difetti inseguito per anni: «Con l’ingresso in politica ho capito che piacere a tutti è impossibile. I fallimenti e gli insuccessi devono essere una ripartenza dopo le cadute».
L’ironia e la capacità di non abbattersi sono state alla base dell’intervento fatto dal Generale Francesco Paolo Figliuolo: «Dico spesso che studiare è bene ma studiare troppo può fare anche male”, ha affermato il generale scherzosamente, specificando come l’ansia da prestazione possa portare gli studenti all’esasperazione di volere, da loro stessi, sempre di più. In chiusura è arrivato un invito rivolto a tutta la platea: «Un proverbio giapponese dice “cadi sette volte e rialzati otto”: se una volta non ce l’abbiamo fatta, non preoccupiamoci, la prossima andrà meglio».