Esclusiva

Marzo 12 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 13 2024
«Ha reso moderna la destra» Rampelli (FdI) plaude a Marsilio

Il vicepresidente alla Camera si congratula con l’esponente di FdI, che è stato rieletto in Abruzzo, raccontandolo in un’intervista a ZetaLuiss

È mezzanotte, le urne sono chiuse da un’ora, ma i risultati degli exit poll sono chiari: il candidato del centrodestra, Marco Marsilio, è in vantaggio sull’avversario del “campo largo”, Luciano D’Amico, alle regionali in Abruzzo. A Pescara, il suo comitato elettorale è in festa, applaude e twitta, mentre lui è a casa e segue in televisione. Arriverà intorno alle due, dopo le prime proiezioni che lo vedono avanti di circa nove punti: «Lo avevo detto che a quest’ora ci sarebbe stato un vantaggio del genere, il testa a testa non è mai esistito» saranno le sue prime parole nella notte. 

Il governatore uscente viene rieletto, in una Regione in cui non era mai successo. Era sicuro di farcela, «sicuramente perché prima si sarà fatto tutte le previsioni possibili e aveva toccato con mano il consenso» dice a ZetaLuiss Fabio Rampelli, vicepresidente alla Camera, che lo descrive come una persona dai «profondi sentimenti, ma che non lo dà a vedere anche quando ci sono in ballo questioni importanti». 

Il deputato di Fratelli d’Italia lo chiama «Pragma» o «Perfettone», soprannomi presenti anche nel suo tributo su Facebook, reputandolo l’esponente più importante per la modernizzazione della destra italiana. «È stata una spalla solida nei momenti di accelerazione degli anni Ottanta, che sono stati problematici dato che ci scontravano con una parte di noi che opponeva resistenza». 

Il riferimento è alle organizzazioni giovanili del partito, di cui Marsilio fa parte sin dagli anni del liceo a Roma. Prima il movimento studentesco Fare Fronte, poi il Movimento sociale italiano (Msi), dove conosce l’attuale premier Giorgia Meloni. «È stato uno dei protagonisti nel ritorno della destra nelle università – ricorda il vicepresidente a Montecitorio – mettevamo in campo una strategia della non violenza, senza rispondere alle provocazioni di chi veniva a contestare sia le iniziative sia la partecipazione alle elezioni». Come rilevato da organi di stampa, però, il nuovo governatore abruzzese sarebbe stato arrestato nel 1990 «per i reati di adunata sediziosa, blocco stradale, inosservanza all’ordine di scioglimento, violenza e lesioni a pubblico ufficiale» in occasione del Memorial day a Nettuno.

Marsilio diventa vicepresidente di Azione giovani, il gruppo giovanile del Msi (trasformato in Alleanza nazionale nel 1994), e viene eletto nella Capitale come consigliere di circoscrizione (1993) e per tre volte come consigliere comunale (1997, 2001 e 2006). «In quest’ultima occasione è stato uno degli artefici della battaglia per la tutela della tenuta di Tormarancia, un parco meraviglioso che sta nell’Appia antica» racconta Rampelli. 

Negli anni successivi, Marsilio si dedica alla politica nazionale, diventando deputato nel 2008 e senatore nel 2018. Contribuisce alla fondazione di Fratelli d’Italia, di cui diventa coordinatore regionale nel Lazio. Soltanto nel 2019 si sposta in Abruzzo, quando viene eletto presidente. Secondo il vicepresidente alla Camera si è trattato di «un ritorno alle radici per lui, che ha il desiderio di restituire alla sua terra quello che gli aveva dato. La famiglia è abruzzese da cinque generazioni. I suoi genitori si sono dovuti trasferire a Roma, ma il legame con la Regione non è mai venuto meno». 

«Non abbiamo mai avuto timori per la rielezione, neanche dopo i risultati in Sardegna – conclude – c’è stata sempre consapevolezza del lavoro svolto negli ultimi cinque anni».

Crediti foto: profilo Facebook Marco Marsilio

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