Esclusiva

Marzo 14 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 15 2024
Il tempio di Tony Effe a Termini

Alla stazione centrale di Roma il trapper ha creato una finta chiesa per sponsorizzare il nuovo album “Icon”, lasciando al suo interno alcuni indizi sulle novità dell’album

Sotto ai tabelloni orari della stazione Termini della capitale i passanti si sono messi a pregare. È nata una nuova “chiesa”, o così vuole far credere il trapper romano Tony Effe, nome d’arte di Nicolò Rapisarda e uno dei fondatori del gruppo, ormai sciolto, Dark polo gang, famoso una decina di anni fa. La grande scatola nera con finte vetrate gotiche che ricordano quelle delle cattedrali medievali è una trovata pubblicitaria per il nuovo disco che uscirà venerdì 15 marzo. Alle 11.00 e 12.00 del mattino e alle 18.00 del pomeriggio, gli stessi orari in cui suonano le campane delle chiese, si possono ascoltare alcuni estratti di quest’ultimo dagli altoparlanti posti nell’edificio. La struttura è stata installata martedì 12 e rimarrà lì per una settimana.

Attraversando la pesante tenda rossa all’ingresso si lascia il caos della stazione per entrare in uno spazio angusto, che assomiglia più ad una cappella funebre che ad un luogo di culto. Dentro ci sono quattro panche monoposto, un altarino ricoperto da una stuoia di velluto rosso e una grande cornice d’oro con la foto dell’artista. All’interno la luce è fioca e rossa e rende difficile la visione, ma si riescono comunque a scorgere gli indizi sulle collaborazioni con altri cantanti che il musicista ha voluto disseminare nella stanza. Sulla prima panca a destra vi è appiccicata una figurina del celeberrimo giocatore del Napoli, Diego Armando Maradona, forse ad intendere una collaborazione con l’artista partenopeo Geolier. Su quella di fronte è inciso nel legno “Wild Bandana”, nome del collettivo musicale di cui fanno parte Tedua e Izzi, altri due colleghi. Uno degli inginocchiatoi poi è dedicato alle famiglie Lazzarini e Rapisarda, rispettivamente i cognomi del trapper Lazza e dello stesso Tony Effe. Infine, sull’ara di marmo è poggiata una teca cilindrica con dentro una rosa blu, forse simbolo per Rose Villain, la cantante dai capelli tinti dello stesso colore.

In fila per entrare sono solo giovani e qualche turista incuriosito che chiede in giro di cosa si tratti. Marcello, Lorenzo e Alessandro sono tre ventenni fan di Tony Effe dal primo momento, a loro la trovata pubblicitaria è piaciuta, ma sono «delusi per le collaborazioni, che sono sempre le solite». Aggiungono poi che il gradimento del musicista tra i giovani «è sceso», per questo secondo loro è «ricorso al marketing». Dietro di loro c’è Anita, di pochi anni più piccola. Lei continua ad amarlo e trova «bellissima l’installazione», tanto da convincerla ad acquistare il nuovo cd, su Itunes però, la libreria musicale digitale di Apple. Il dubbio che sorge è se aver riprodotto una chiesa possa essere considerato da alcuni una provocazione. Per Angela, donna di 53 anni e sua madre di 77 non è così. «Non è un problema in questo caso e dipende dall’uso che si fa dei simboli religiosi. Pubblicizzare va bene, ma senza offendere». Passa poi una coppia di ragazzi, ma non sono come tutti gli altri, lui ha il colletto bianco dei preti e lei indossa un velo da suora. La giovane è incuriosita, si avvicina, salta la fila e sbircia dentro, poi ritorna dal suo amico. Vengono dal Malawi, nell’Africa sud-orientale. Chiedo loro se considerino l’idea blasfema, la risposta è secca «no».

L’artista non è il primo ad essere ricorso a questo tipo di promozione. Durante la settimana del Festival della canzone italiana, a Sanremo, Geolier aveva aperto una pizzeria temporanea, il cui menu prendeva ispirazione dai suoi brani e ogni cliente che ordinava lì aveva la possibilità di scaricare tramite un qrcode il singolo in gara. Angelina Mango, poi vincitrice della kermesse, aveva inaugurato una Noioteca (dal nome della sua canzone “La Noia”). Un negozio in cui barattare minuti di tedio con attività amate dalla figlia del famoso Pino Mango.