In rete circola un video falso in cui il segretario del Consiglio di sicurezza e difesa dell’Ucraina Alexei Danilov ammette il coinvolgimento nell’attentato terroristico avvenuto alla sala di concerto “Crocus City Hall” di Mosca il 22 marzo 2024.
Qualche ora dopo che la notizia è circolata in tutto il mondo, l’Isis ha rivendicato la paternità dell’azione su Telegram. Questo rappresenta una ritorsione dell’organizzazione jihadista contro la partecipazione della Russia nel conflitto in Siria e nel Sahel africano. Il filmato è quindi un fake e il segretario del Consiglio di sicurezza di Kiev non ha mai dichiarato nulla di simile.
Secondo Meduza e il servizio Verify della BBC è stato mandato in onda da NTV, uno dei principali canali russi, per poi essere rilanciato via Telegram dal programma 60 Minut. Quanto dichiarato nel filmato da Danilov risponderebbe alla narrativa rilanciata dal presidente russo Vladimir Putin che ha accusato sin da subito gli ucraini. Con un comunicato ha ammesso anche il coinvolgimento dello Stato Islamico e il riconoscimento dei fondamentalisti islamici come esecutori materiali della strage. In Russia la pista a cui si dà più credito continua ad essere quella di colpevolizzare il Paese guidato da Volodymyr Zelensky, il che dimostrerebbe come, per Putin, la disinformazione sia tra le armi più potenti.
Matteo Pugliese, ricercatore all’Università di Barcellona e specializzato in security studies, terrorismo e conflitti asimmetrici, ha spiegato: «L’uso dei deepfake da parte dei russi non è una novità. Li hanno utilizzati sin dall’inizio dello scoppio del conflitto in Ucraina. Ricordo un video fake di Zelensky che invita i soldati ad arrendersi. Una cosa simile è l’operazione che il Cremlino aveva organizzato alla vigilia dell’attacco nel 2022, quando fabbricò un documento falso secondo cui Kiev aveva utilizzato armi chimiche in Donbass, cercando in questo modo una giustificazione per l’imminente invasione. Tanto che dopo questo documento falso i governatori delle due regioni separatiste avevano annunciato una sorta di “evacuazione».
Il filmato delle ammissioni del segretario del Consiglio di sicurezza ucraino è stato subito smentito. Si tratta di un deepfake, tecnologia che esiste da anni e che, con l’avvento dell’intelligenza artificiale (IA), è diventata ancor più semplice da utilizzare, ma non per questo impossibile da stanare. Anche se, sottolinea Pugliese: «All’inizio della guerra era più semplice identificare un fake, non erano precisi a livello di grafica, si poteva distinguere che fosse “fabbricato”. Mentre quelli che stanno uscendo negli ultimi mesi, anche non necessariamente sul tema bellico, sono molto più complicati da riconoscere». Quel che è venuto fuori è che il filmato fosse il risultato di un’abile manipolazione di clip diverse a cui è stato associato un audio creato con l’intelligenza artificiale. La voce di Danilov è stata clonata. Questo dimostra pure come il canale russo NTV abbia mandato in onda il video senza gli approfondimenti necessari e le verifiche del caso.
Sui social è circolato anche un post – pubblicato, tra gli altri, da Nicolai Lilin su Telegram – in cui comparivano le dichiarazioni del segretario del Consiglio di sicurezza manipolate dall’intelligenza artificiale, che sarebbero state le seguenti: «È divertente a Mosca oggi? Penso che sia molto divertente. Mi piacerebbe credere che organizzeremo per loro un tale divertimento più spesso. Dopotutto, sono persone “fraterne” e devi compiacere i tuoi parenti più spesso e visitarli più spesso. Allora continueremo a fare loro visite».
A tradire la natura deepfake del video è la mancanza dell’intera impostazione grafica. In alto a destra, infatti, si vede in modo evidente la scritta tagliata del programma televisivo ucraino МИ-УКРАЇНА. Oltre alla scritta completa, mancano anche i bordi della sequenza di Danilov, presunto ospite della trasmissione. Il fake è stato creato unendone due diversi: la prima sequenza è stato prelevata dall’intervista a МИ-УКРАЇНА del funzionario ucraino Kyrylo Budanov, la seconda è di un’intervista ad Alexei Danilov del 19 marzo 2024 del canale Українська правда. Alle immagini così montate è stato poi aggiunto l’audio clonato, tanto che appare evidente come il suono non corrisponda al labiale del segretario del Consiglio di sicurezza.
Tra l’altro, a seguito dell’attacco alla sala concerti di Mosca di venerdì scorso, hanno iniziato a circolare in Italia anche i cosiddetti “sciami di bot”: «Questi bot sono comparsi su “X” per la prima volta in lingua italiana con lo scopo di diffondere la narrazione di Kiev come responsabile dell’attentato terroristico – spiega Pugliese – da sabato sera fino a ieri è stata lanciata questa operazione, che è, come si dice in gergo tecnico, un “coordinated inauthentic behaviour”, viene cioè riprodotto un alto traffico di interazioni attraverso questi bot che risultano tutti creati a marzo 2024 per veicolare il messaggio che l’attacco è colpa dell’Ucraina». «Non a caso tutti i bot in lingua italiana – aggiunge il ricercatore – erano accompagnati da un link che rimandava al sito di un propagandista filorusso piuttosto noto. Un’operazione pianificata dai servizi russi».
«Forse soltanto in Italia ancora non abbiamo capito che la disinformazione è parte integrante di una strategia di guerra ibrida, una vera e propria arma utilizzata per indebolire l’opinione pubblica e creare destabilizzazione interna dei paesi avversari. Si tratta forse di una delle armi con cui la Russia ha avuto più successo dall’inizio dell’invasione nel 2022, visto che non ha ottenuto risultati particolarmente positivi sul terreno ucraino o nel Mar Nero», conclude Pugliese.