Esclusiva

Marzo 29 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 30 2024
Via Crucis, Papa Francesco non partecipa

Sua Santità Papa Francesco alla fine non è riuscito a partecipare alla Via Crucis. È la seconda volta che accade. Ecco perché

Era difficile immaginare che per Papa Francesco potesse esserci una croce più pesante da portare di quella di quando in una Piazza San Pietro vuota e bagnata dalla pioggia durante il Covid celebrò per chiedere la fine della pandemia eppure quella della Via Crucis, a causa delle difficoltà fisiche, sembra essere ancora più dolorosa.

Quest’anno si pensava che riuscisse a partecipare e invece Sua Santità per il secondo anno di fila non ne ha preso parte. Il motivo, reso noto dalla sala stampa vaticana, è «per conservare la salute in vista della Veglia di sabato e della Santa Messa della domenica di Pasqua». Per questo motivo ha preferito seguire la celebrazione da Casa Santa Marta.

Giovedì Santo si era recato in sedia a rotelle nel carcere di Rebibbia per il rito della lavanda dei piedi. Ha deciso compiere il gesto nel reparto femminile su dodici donne di dodici nazionalità diverse che fanno parte di una popolazione carceraria di 360 persone e un bambino. Nel 2016, proprio lui decise di cambiare le regole che da sempre disciplinavano la tradizionale liturgia affermando che «i pastori della Chiesa possono scegliere i partecipanti tra tutti i membri del Popolo di Dio» e perciò anche le donne, non più solo uomini e ragazzi. A loro è dedicata l’ottava meditazione della Via Crucis. Nel pomeriggio, invece, era arrivato nella Basilica di San Pietro per presiedere la celebrazione della Passione del Signore ma senza tenere l’omelia. Alla fine è arrivata la rinuncia alla Via Crucis.

Un’assenza fisica ma non spirituale dal momento che per la prima volta dall’inizio del suo pontificato ha scritto e firmato lui le meditazioni. Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano che ha coordinato le meditazioni del 2018, dedicate ai giovani e scritte da alcuni suoi alcuni suoi alunni racconta che «il Papa sentito la necessità, l’urgenza di descriverle direttamente lui queste meditazioni, apparentemente sganciandole dall’attualità più eclatante, ma indicando una via e pregando per alleviare le sofferenze nel mondo in realtà sono più attuali che mai». Lo ha fatto rendendo riconoscibile il suo stile «che è quello di un uomo spirituale, di un uomo di fede che vede il mondo dal punto di vista di Dio», anche in vista del Giubileo del 2025. Al centro delle riflessioni c’è l’uomo e «il suo rapporto personale interiore di ogni uomo con questo Dio che si incarna, diventa uomo e muore sulla croce».

Non solo questo ma anche tanto sociale e quotidianità. Non sono casuali i passaggi in cui il Papa parla di preghiera non solo come un dialogo e un momento di intimità ma che anche come di “lotta e richiesta”. Chiara, nelle ultime due parole, la matrice gesuita di Francesco. Non a caso le meditazioni sono legate all’attualità più di quanto possa sembrare. Sempre Monda spiega: «Una delle ultime invocazioni, l’undicesima di quattordici è proprio quella sulla pace. Tutto il percorso di questa Via Crucis è l’indicazione di una via. Il Papa è convinto che l’assenza di guerre si possa raggiungere con la diplomazia, con la strategia, con la politica ma la vera pace è qualcosa di più profondo che si ottiene attraverso la conversione del cuore di ogni singola persona». Così come l’ottava meditazione, in cui si fa preciso riferimento ai «bambini che non riescono più a sorridere». Monda ricorda come quest’ultimo pensiero abbia «colpito il Papa, che lo ha spesso ripetuto, due anni fa parlando dei bambini in Ucraina e adesso in terra santa».

.