Esclusiva

Maggio 11 2024
«Se entrano a Rafah non fornirò le armi» Biden sfida Netanyahu

Si irrigidiscono i rapporti tra il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

«Biden è in un vicolo cieco», spiega Anna Lombardi, giornalista di Repubblica esperta di questioni americane. Da pochi giorni il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, ha rilasciato delle dichiarazioni decisive alla CNN, in cui, nonostante la storica alleanza con Israele, ribadiva il suo fermo giudizio negativo sulle azioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. «Ho detto chiaramente che se entrano a Rafah non fornirò le armi», ha sottolineato il presidente Usa all’emittente televisiva americana. Il premier israeliano ha presto provveduto a ribattere che Israele può farcela da sola: «C’è da pensare all’attacco dell’Iran sul territorio di Israele. Un terzo dei missili che sono stati lanciati sono stati abbattuti dalla contraerea americana. Quindi non sono nelle condizioni di difendersi da soli», è il pensiero della Lombardi.

Secondo la giornalista, le ultime dichiarazioni di Biden farebbero parte di un gioco elettorale: «Nel secondo mandato di un presidente accade che faccia cose secondo la sua volontà, ma nel primo si fa tutto pensando alla rielezione», quella che Bibi starebbe cercando di impedire favorendo l’avversario Donald Trump, «con lui avrebbe l’appoggio che vuole».

Per i progressisti del partito, le dichiarazioni di Biden potrebbero essere arrivate troppo tardi e «difficilmente riavrà il loro consenso». Per il capo della Casa Bianca è un momento di grande difficoltà, nonostante stia lavorando a un piano di pace anche con l’Arabia Saudita.

Secondo la Lombardi, però, «è impensabile che gli americani si allontanino da Israele, ci sarebbero conseguenze troppo gravi, tant’è che Biden ha semplicemente messo in pausa la consegna di alcune migliaia di bombe».

Il 10 maggio l’Assemblea Onu ha approvato una risoluzione per riconoscere lo Stato palestinese e per la sua annessione a pieno titolo nelle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 143 voti a favore, 9 contrari compresi gli Stati Uniti e 25 astensioni tra cui l’Italia. «Avete aperto le Nazioni Unite ai nazisti moderni», ha detto l’ambasciatore di Tel Aviv, Gilad Erdan, distruggendo lo Statuto dell’Organizzazione internazionale con un tritacarte, «state facendo a pezzi la Carta Onu con le vostre mani».

Tramite un comunicato diffuso su X del ministero degli Esteri, anche la Francia ha chiesto a Israele di cessare «senza indugio» l’operazione militare a Rafah che rischia di creare una «situazione catastrofica».

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