Esclusiva

Maggio 13 2024
Odio misogino e “Non Persone” viaggio nel mondo Incel

Abbiamo trascorso alcune settimane in un gruppo italiano per tentare di comprendere le dinamiche di questa subcultura online

«Si odia ciò che non si riesce ad avere». Così un incel giustifica la sua avversione per il genere femminile. Ma cosa significa questa parola? È l’abbreviazione di involuntary celibate (celibe involontario), un termine coniato nel 1993 da una studentessa universitaria canadese, creatrice del blog Alana’s Involontary Celibacy Project, uno spazio in cui i single potevano sfogare la propria frustrazione amorosa.

Nonostante sia stata una ragazza a dare inizio a questa subcultura online, che si è sviluppata e diffusa in tutto il mondo attraverso piattaforme come Reddit, nel corso degli anni ha avuto una svolta misogina, che abbiamo verificato in prima persona. Abbiamo creato due profili fittizi, uno maschile e uno femminile, in un forum incel italiano, generando contenuti per capire la risposta dei partecipanti. Verso l’account maschile la comunità si è dimostrata fin da subito aperta al dialogo e desiderosa di conoscere il nuovo arrivato. Diverso, invece, il trattamento riservato all’account femminile: insulti e commenti a sfondo sessuale sono le uniche cose ottenute, tranne qualche raro tentativo, da parte dei più “moderati”, di fornirci delle spiegazioni sull’origine di tanto risentimento. Attraverso un processo di disumanizzazione, le donne vengono definite con l’acronimo NP, ovvero Non Persone, come spiegato da alcuni di loro: «Non Persone che compiono azioni e scelte in base a istinti animaleschi», «Individui di sesso femminile che non compatiscono minimamente la nostra condizione, ci emarginano dalla società, spesso ci deridono/umiliano con crudezze, facendo la gioia solo ed esclusivamente di bellocci e ricchi».

All’interno del blog, tra i tanti spazi di discussione, ci si può imbattere in chi utilizza come immagine profilo una foto di Filippo Turetta – il ventiduenne che l’11 novembre 2023 uccise l’ex fidanzata Giulia Cecchettin – o quella del pluripregiudicato Angelo Izzo, o in chi, allegando la foto di una ragazza violentata, commenta con disprezzo «Hanno avuto coraggio a stuprarsela…che bruttona».

È difficile fare una mappatura del fenomeno a causa della natura anonima di questi siti, molti chiusi per incitamento all’odio, ma all’interno si possono osservare due filoni, detti a “basso rischio” e ad “alto rischio”: il primo racchiude gli uomini mossi da un forte senso di insicurezza e autocommiserazione, mentre nel secondo spicca di più un intento violento, laddove il rifiuto si è trasformato in frustrazione e rabbia.

Nonostante le infinite sfumature, gli incel pensano di non poter instaurare relazioni romantiche e sessuali con le donne a causa di tre fattori: la genetica, il processo evolutivo di selezione del compagno femminile e le strutture sociali. Seguendo questa mentalità, l’aspetto fisico è il fattore determinante, insieme alla ricchezza e a uno status sociale elevato. Ogni ragazza sarebbe mossa da un “istinto da speculatrice/approfittatrice” e, per cause “evolutivamente determinate”, alla ricerca del maschio più attraente, definito Alfauomo, attraverso un processo noto come ipergamia. Inoltre, è credenza comune che la conquista di maggiori libertà e diritti abbia portato le donne ad adottare il comportamento ipergamo, consentendo loro di rifiutare rapporti sessuali con uomini poco attraenti. Nel passato, invece, si era costrette a sposarsi per avere una stabilità, in una sorta di “baratto” tra sesso e sicurezza personale.

Nel 2021 la Commissione europea ha redatto un report dal titolo Incels: A First Scan of the Phenomenon (in the EU) and its Relevance and Challenges for P/CVE (prevention and countering of violent extremism), con l’obiettivo di demistificare tale ideologia, parlare di prevenzione e contrasto dell’estremismo violento. Lo studio si basa sui dati raccolti dall’istituto Moonshot che ha analizzato i dati geografici riportati da incels.is, il più grande forum anglofono, nel tentativo di stimare la ripartizione degli utenti europei. L’Italia si trova al quarto posto, dopo Germania, Inghilterra e Svizzera. Dai commenti, inoltre, emergerebbe una paura singolare degli incel del nostro Paese verso i rifugiati: il loro aumento produrrebbe maggior competizione tra gli uomini, diminuendo così la percentuale di successo dei maschi italiani.

Nei casi più gravi il rancore di questa comunità ha sconfinato la rete: nel 2014 il californiano Elliot Rodger uccise sei persone e ne ferì quattordici. Il giorno prima della strage affidò ad un video, poi diventato virale, i motivi del gesto: «Negli ultimi anni ho dovuto sopportare un’esistenza di solitudine, rifiuti e desideri insoddisfatti, tutto perché le ragazze non sono mai state attratte da me. Ho ventidue anni e sono ancora vergine e per questo vi punirò… ».  E ancora la storia di Chris Harper-Mercer, Alek Minassian, Faisal Hussain, Scott Beierle, Armando Hernandez Jr, Jake Davison e Mauricio Martinez Garcia, ultimo incel autodichiarato in ordine di tempo a compiere nel 2023 una sparatoria di massa.

Anche in Italia un caso di cronaca è stato ricondotto alla mentalità incel: nel 2020 Antonio De Marco, studente ventitreenne di Lecce, uccise l’ex-coinquilino Daniele e la sua fidanzata Eleonora. Il movente? “L’eccessiva felicità” della coppia, che l’assassino percepiva come irraggiungibile per se stesso. Nel 2022 un utente ha iniziato una discussione in un forum italiano dal titolo “Antonio De Marco condannato all’ergastolo!”, riportando le parole che il giovane aveva annotato sul suo diario un mese prima di compiere il delitto: «Mercoledì ho avuto una crisi mentre stringevo un cuscino. Ho pensato che, a differenza mia, gli altri abbracciano delle vere ragazze e così sono scoppiato a piangere. Ho comprato qualche attrezzo…voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi. […] Quando andrò via, potrò uccidere Daniele…mi piacerebbe una donna per prima, ma penso che così sarà una buona base di partenza». Tra il dissenso generale, molti hanno comunque espresso comprensione per De Marco, descritto come un ragazzo che ha dovuto optare per il gesto estremo al fine di far sentire la sua voce. «Io penso che questo cose accadano anche per il fatto che persone come De Marco non hanno nessuno con cui parlare dei propri problemi, delle proprie frustrazioni» – commenta un utente – «Io non voglio difenderlo ma penso di conoscere bene le emozioni che ha provato, essere incazzato con tutto e tutti “perché io no e gli altri si?”».

Nel blog spicca anche una sezione dal titolo “salute mentale”: «Odio me stesso», «Tra tutte le possibilità il suicidio è la scelta migliore», «Ho sicuramente qualche problema, non solo estetico, me ne rendo conto e ho la certezza di vivere la mia esistenza in modi frammentati e distanti», sono solo alcuni dei commenti che esprimono una visione nichilista del mondo. Post che fanno emergere un importante disagio psicologico e una tendenza al suicidio che non dovrebbero trovare sfogo in uno spazio del genere, che potrebbe agire da amplificatore, portando una persona che sta vivendo un momento di disagio a peggiorare la propria condizione psichica.