Esclusiva

Maggio 17 2024
Mattarella in Sapienza: «Contro le violazioni del diritto umanitario»

Il Presidente ha risposto, dal palco dell’aula magna del Rettorato, alla lettera inviata dagli studenti in protesta per la Palestina

«L’esigenza di rispettare il diritto umanitario è nella nostra costituzione», ha dichiarato giovedì 16 maggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dall’aula magna del Rettorato dell’Università La Sapienza di Roma. «Questo vale in tutte le direzioni», ha proseguito il Capo dello Stato, invitato in occasione dell’undicesima edizione della Giornata del Laureato, «per i civili, per il popolo palestinese, vale per i ragazzi stuprati e uccisi mentre ascoltavano musica in un rave lo scorso 7 ottobre, vale per i bambini sgozzati in quell’occasione. Per la nostra Repubblica tutte le violazioni dei diritti umani vanno contrastate, sempre».

Un confronto a distanza è andato in scena fra il Presidente e gli studenti e le studentesse che da undici giorni hanno piantato le tende in sostegno alla causa palestinese. Fuori dal palazzo si sono radunati i manifestanti, in un corteo che ha attraversato la cittadella universitaria ed è terminato col tentativo di arresto da parte della polizia di una ragazza che parlava al megafono.

Mattarella in Sapienza: «Contro le violazioni del diritto umanitario»

Mattarella ha continuato poi sul tema del dialogo all’interno degli atenei: «Da un millennio le università sono la sede del libero dibattito, della libertà di critica, talvolta anche del dissenso. Il potere, quello peggiore, desidera che le università del loro Paese siano isolate, senza rapporti né collaborazioni con gli atenei di altri Paesi. Perché questa condizione consente di controllarle, di comprimere la cultura e di impedire il suo grido e la sua spinta di libertà». Il Presidente ha risposto così alla lettera inviata al suo ufficio e ad agenzie di stampa e quotidiani dagli studenti e dalle studentesse che stanno manifestando a sostegno del popolo palestinese.

“Egregio Presidente Mattarella”, inizia, “Durante questo lungo percorso abbiamo lottato contro il genocidio in Palestina e ci siamo interrogate sulla complicità delle nostre Università nel massacro che continua ad acuirsi proprio in questi giorni. Le uniche risposte che abbiamo ottenuto sono state silenzi, fughe e manganelli in maniera indiscriminata: un muro di gomma che è in contraddizione con l’approccio critico che è la condizione necessaria per la libertà della ricerca”

La visita del Presidente è diventata un’occasione per conquistare l’attenzione non prestata, a loro dire, dalla rettrice Antonella Polimeni, rappresentata come un burattino nel corteo. “È messa lì solo per difendere gli interessi delle aziende che producono armi”, accusa uno studente al microfono.

Il Quirinale dà una risposta implicita alle rivendicazioni degli universitari. Chiedono il boicottaggio accademico della guerra a Gaza: la fine dei rapporti di collaborazione della Sapienza con le università israeliane e con l’industria bellica. Ma anche le dimissioni di Polimeni dal comitato scientifico della Med.Or, fondazione di Leonardo SpA, gruppo industriale che produce radar e mezzi corazzati in dotazione all’esercito israeliano.

Mattarella in Sapienza: «Contro le violazioni del diritto umanitario»

Dall’accampamento gli studenti si muovono intorno alle 16. Prima viene srotolato uno striscione per Seif Bensouibat, algerino rifugiato politico in Italia dal 2013 e educatore al Liceo Chateaubriand di Roma. Dopo il 7 ottobre e la reazione militare d’Israele aveva condiviso su una chat privata messaggi molto forti in cui avrebbe inneggiato ad Hamas. A gennaio la polizia aveva perquisito la sua abitazione e iniziato la procedura per la revoca dello status di rifugiato. Poco prima dell’inizio della manifestazione arriva la notizia del suo prelievo. È stato quindi portato nel Cpr di Ponte Galeria dove aspetterà l’espulsione.

Il corteo si muove lanciando slogan e aeroplanini di carta, fatti con fogli su cui è scritta la lettera. Nel frattempo, dal presidio, viene sparata musica techno a tutto volume per disturbare chi “si è rinchiuso in una torre d’avorio”, come ripetono a più riprese dal megafono.

Mattarella in Sapienza: «Contro le violazioni del diritto umanitario»

Più volte si arriva ad uno scontro di nervi con la Digos, che ha transennato l’area intorno agli accessi al rettorato. Quando la cerimonia all’interno sta finendo, intervengono anche le camionette della squadra mobile, che si dispongono a fronteggiare le decine di ragazzi rimasti. I manganelli non entrano in azione. Lo sventato fermo di una studentessa e la ritirata della polizia fanno esultare i manifestanti.