Esclusiva

Maggio 20 2024
Errani di nuovo sul trono del Foro, con Paolini all’orizzonte c’è Parigi

La bolognese 37enne torna regina agli Internazionali dopo 12 anni, insieme a lei un’altra partner

Qualcuno ormai per questi Internazionali si era rassegnato e aveva riposto le bandiere italiane nei cassetti. Altri hanno esibito il tricolore solo sui cartelloni apparsi tra i vari campi del Foro Italico: «Ci m-anca Jannik», un riferimento all’infortunio accusato da Sinner, il più atteso del torneo di Roma, costretto però al ritiro anticipato. E invece la vittoria di Sara Errani e Jasmine Paolini nel doppio femminile del Masters 1000 ha fatto tornare sul Centrale magliette azzurre, cori e quel tifo di casa che sembrava essersi spento negli ultimi giorni. Ma soprattutto, ha regalato loro un doppio accesso a Parigi, dove andranno tra due settimane a giocarsi il Roland Garros e, a luglio, una medaglia per le Olimpiadi.

In una giornata segnata dalle delusioni per il singolare maschile («300 euro per vedere Zverev-Jarry», si mormoreggiava già dalla mattina di domenica), la passione del pubblico si è riversata sul pasillo de honor – o in questo caso “d’onore” -, dedicato fin qui solo a Rafael Nadal. Dopo il successo contro Coco Gauff ed Erin Routliffe, una grande folla le ha celebrate sotto il ponte dello stadio e ha dato vita a un tripudio simile a quello con cui si era chiusa la scorsa settimana, quando il campione maiorchino ha salutato il pubblico italiano.

“Sara e Jas”, da leggere tutto d’un fiato, viste da dietro sembrerebbero gemelle. Strutture fisiche simili, graziose e agili, entrambe nei panni di Speedy Gonzales quando si trovano in campo, più leggere e giocose appena finita la partita, quasi come Sandra e Raimondo. «Io devo compensare le sue mancanze», è stato lo sfottò lanciato da Errani quando Paolini ha dimenticato di congratularsi con le avversarie durante la premiazione. E poi quel codino che le rende così affini, se non fosse per le meches bionde di Jasmine e per le urla in partita di Sara, trascinatrice con la sua esperienza.

Era stata proprio la 37enne bolognese l’ultima italiana a vincere il torneo di doppio insieme a Roberta Vinci. Per anni nel circuito ha rappresentato la regina di questa specialità (ex #1 al mondo, 5 slam, 30esimo titolo Wta con gli Internazionali), ma dal 2017 al 2019 è stata costretta a uscire di scena. Colpa del letrozolo, un farmaco utilizzato dalla madre e ingerito per caso dalla stessa Errani, squalificata così per doping. Ha atteso per anni, lontano dai riflettori, e adesso insieme a una nuova partner in clay è tornata a prendersi il trono. E non poteva trovare una complice migliore, con cui ha già condiviso le ultime Olimpiadi di Tokyo.

Paolini a 28 anni è la nuova numero uno del tennis femminile italiano, alter-ego di Sinner soprattutto per l’immagine che dà di sé. Prima dell’ascesa la ritenevano troppo piccola e graziosa, 164 cm potevano non bastare per toccare la vetta. Lei ha risposto col suo sorriso più genuino, marchio di fabbrica nella vita di tutti i giorni, alternato ai colpi più potenti sul campo. I risultati parlano al posto suo: tredicesimo posto nel ranking, vittoria al Wta 1000 di Miami e ora anche Roma.

Contro Routliffe e Gauff sono sembrate solo all’inizio in controllo della partita. Un primo set finito in mezz’ora, 6 a 3, senza troppe pressioni, complice uno stadio ancora semivuoto. Si è riempito man mano, seguendo l’asticella della tensione. Nella seconda parte si sono disunite e hanno perso, insieme a un turno di servizio, anche la sinergia mostrata all’inizio. Per recuperare nel super tie-break sono state costrette a pescare dal cilindro le loro migliori skill. Jas colpiva con bordate da fondo campo, Sara saliva a rete per confezionare volée che mandavano su di giri il pubblico. Sotto 6-8, sono riuscite a vincere il torneo con quattro punti di fila, l’ultimo regalato da un doppio fallo di Gauff. Da quel momento in poi, non hanno smesso di sorridere, scherzare ed emozionarsi per festeggiare un trionfo tutto azzurro.

E pensare che da tempo Errani aveva deciso di alternare i tornei di tennis a quelli di padel, dove ha raggiunto la Serie A. Forse è questo che a rete l’ha resa ancora più imperforabile, o magari le ha dato più leggerezza nella vita di tutti i giorni. «Non ho ringraziato la persona più importante per me: Jasmine», ha detto guardando Paolini con il sorriso e gli occhi da sorella maggiore. Per alcuni quello di quest’anno sarebbe stato l’ultimo giro a Roma di Sara, una sorta di tour dedicato solo ai saluti finali. Invece il treno della sua nuova vita tennistica è appena partito, accanto a lei Jasmine Paolini, alla prossima si scende a Parigi.