Esclusiva

Giugno 6 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Giugno 7 2024
Orlando: «Ho trovato in AVS una dimensione etica della politica»

A pochi giorni dalle elezioni, Leoluca Orlando si racconta a Zeta. Ricorda il suo passato a Palermo e parla dei futuri progetti europei

Leoluca Orlando, da sempre impegnato nella lotta alla criminalità organizzata, è stato sindaco di Palermo durante la sua “Primavera”, periodo storico-politico caratterizzato da un intenso contrasto alla malavita.

Negli anni Novanta ha fondato il partito La Rete, con lo scopo principale di contrastare la mafia. La carriera e le sue idee politiche l’hanno portato a collaborare con Sergio e Piersanti Mattarella.

È stato eurodeputato dal 1994 al 1999. A distanza di trent’anni si ricandida per le elezioni europee nella lista Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), portando avanti gli stessi principi che in gioventù l’avevano avvicinato alla politica.

Dopo una lunga carriera politica si appresta ad affrontare una nuova sfida. Cosa la spinge a mettersi di nuovo in gioco?

La mia candidatura nasce dalla necessità di portare a livello europeo un’esperienza mediterranea, palermitana, dal contrasto alla corruzione e alla mafia. Al tempo stesso ha l’intento di promuovere i diritti a partire dalla pace e dall’ambiente, la cui giustizia costituisce elemento essenziale fortemente richiesto dai giovani, preoccupati del futuro. Non volevo che questa mia esperienza si dissipasse, per questo la porto al servizio del Mediterraneo al Parlamento europeo. Difatti, è stata anche la sollecitazione da parte dei vertici del Gruppo dei Verdi europei a motivare la mia scelta, Gruppo politico nel quale sono stato eletto nella lista de La Rete per una legislatura.

La sua candidatura è stata vista con scetticismo e da alcuni anche apertamente criticata. Per quali ragioni?

Sono stato criticato perché non mi sono piegato a delle logiche di correntocrazia che, purtroppo, si annidano in alcuni partiti, così come la “cognatocrazia” in altri. Non si può essere ostaggio delle correnti, ma soprattutto non si può essere schiavi della logica dell’appartenenza, mentre con AVS mi sono sentito libero. È un partito che realizza un’alleanza di progetto, non una strumentale alleanza di scopo ed è in perfetta coerenza con il mio impegno di futuro, di pace, di diritti e di accoglienza, che ha caratterizzato anche la mia esperienza da sindaco di Palermo.

Come uomo e politico del sud, pensa che l’attuale politica di governo possa contribuire a ridurre il divario tra settentrione e meridione d’Italia o sarebbero necessarie scelte diverse?

Basti pensare a come i cosiddetti “patrioti” stiano cercando di spaccare in due il paese. Pensate che una riforma come quella dell’autonomia differenziata possa ridurre il divario o acuirlo drasticamente? Esacerbare le disuguaglianze avrà un impatto devastante sulla coesione nazionale. Sappiamo benissimo che ci sono immense differenze territoriali nell’erogazione di servizi. L’autonomia differenziata è costruita per rendere più ricche le regioni più sviluppate e più povere le regioni del Mezzogiorno. Si tratta di una violazione aperta di alcuni diritti fondamentali sanciti dalla Carta costituzionale. Non soltanto lo studente di Milano, ma anche lo studente di Palermo ha il diritto ad avere una scuola, una presenza di docenti di sostegno, la mensa e il tempo prolungato. Per non parlare della decentralizzazione fiscale, così facendo il livello di prestazione dei servizi sarà chiaramente migliore nelle regioni economicamente più forti.

Ha lavorato con Piersanti Mattarella e ha visto l’evoluzione della mafia a Palermo anche come sindaco. Cosa pensa sia cambiato nel tempo?

Piersanti Mattarella è stato il mio riferimento politico. Sono stato suo consulente giuridico negli anni della Presidenza della Regione dal 1978 al 1980. Dopo la strage dell’80 ho dovuto scegliere l’impegno politico. Davanti al corpo di Piersanti, ucciso da un intreccio di mafia, politica ed eversione fascista legata a relazioni internazionali che guardavano con diffidenza all’opera di rinnovamento profondo della politica di Piersanti, ho scelto l’impegno politico. È stata una delle motivazioni più forti per dedicarmi alla liberazione di Palermo dal governo della mafia. Nella mia città la mafia aveva il volto delle istituzioni. Essere contro la criminalità organizzata è significato per me essere considerato anomalo, ateo e comunista. Non sono mai stato ateo, non sono mai stato comunista ma quando attaccavo la mafia, gli uomini collusi dicevano che ero ateo, quando attaccavo la mafia, i ministri collusi dicevano che l’opposizione era comunista. Palermo è profondamente cambiata perché ha saputo trovare l’indignazione, ha saputo trovare il gusto della ricerca non soltanto della legalità del diritto ma anche della legalità dei diritti, primo fra tutti il diritto alla verità. La verità storica è un diritto di ogni popolo anche se tante volte non coincide con quella giudiziaria. Io credo che il senso del cambiamento di Palermo e il senso anche del mio impegno politico è di rispettare il lavoro dei magistrati e delle Forze dell’Ordine, per rivendicare con forza l’esigenza che chi svolge pubbliche funzioni non soltanto rispetti la Costituzione, ma la adempia con disciplina e con onore. Occorre rivendicare una dimensione etica che non può coincidere soltanto con la dimensione giuridica o giudiziaria.

Massimo Dell’Utri, candidato nella sua stessa circoscrizione, ha dichiarato: «Con Totò Cuffaro ci conosciamo da circa quarant’anni e ci accomuna l’essere democristiani». Quali sono le principali differenze con in progetto dell’Alleanza Verdi Sinistra?

Le presenze nella politica italiana di personaggi che hanno avuto rapporti con la mafia, condannati con sentenze passate in giudicato per reati mafiosi, costituiscono un’offesa alla migliore tradizione democratica e cristiana, che per me è rappresentata dagli ideali cattolici e democratici di Don Giuseppe Dossetti e, in politica, di Aldo Moro e Piersanti Mattarella. L’Unione Europea è nata abbattendo le frontiere dell’odio e della guerra, rivendicando l’esigenza di coniugare accanto alla pace il tema della giustizia sociale e della giustizia ambientale. Convinto come sono che occorra dare un contributo per un’alternativa non soltanto ad una politica corrotta e collusa, ma anche ad una destra sovranista ed intollerante, ho trovato nell’Alleanza Verdi Sinistra le ragioni di libertà, coerenza e di futuro. Il progetto proprio di Verdi-Sinistra è in continuità con il mio impegno passato, quando con La Rete abbiamo affermato con forza che esiste una dimensione etica della politica che non può coincidere con l’accertamento giudiziario riferito al passato proprio di uno stato di diritto.

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