Con la vittoria per 5 a 1 contro la Scozia, la Germania si è aggiudicata la partita di esordio degli Europei e si è scrollata di dosso il peso delle aspettative. In qualità di Paese ospitante, non ha dovuto centrare la qualificazione, ma il percorso di avvicinamento è stato comunque tribolato. Dopo quattro sconfitte nelle prime cinque amichevoli del 2023, il commissario tecnico Hans-Dieter Flick è stato esonerato e sostituito da Julian Nagelsmann. L’ex allenatore del Bayern ha ereditato una squadra in difficoltà, ma nelle ultime amichevoli contro Francia e Olanda ha mostrato grande brillantezza e una proposta di gioco efficace.
Ancor più che a livello tecnico, la Federazione tedesca arriva preparata all’appuntamento degli Europei anche dal punto di vista infrastrutturale. La Uefa ha presentato la competizione come “la più sostenibile della storia”. Per ridurre l’impronta di carbonio, è stato infatti stretto un accordo con Deutsche Bahn, la compagnia ferroviaria tedesca, per offrire biglietti a prezzi convenienti e pass speciali per i tifosi che arriveranno dall’estero. In aggiunta, durante la prima fase del torneo, gli stadi selezionati per le partite dello stesso girone sono stati raggruppati nella stessa area geografica, in modo da abbattere le emissioni derivanti dai trasporti.
L’efficacia di queste politiche dipende anche dalle scelte delle singole federazioni. Un recente report di Transport & Environment (T&E), la Federazione europea dei trasporti e dell’ambiente, stima che l’80% dell’impatto climatico deriva dagli spostamenti. Se le squadre per cui il treno è un’opzione percorribile preferiranno il trasporto su rotaia a quello aereo le emissioni verrebbero ridotte del 25%, con un risparmio di 270 tonnellate di CO2.
A rendere più green gli Europei 2024 ha contribuito anche il grado di consapevolezza della politica tedesca riguardo ai temi ambientali. Il partito ambientalista Alleanza 90/I Verdi ha ottenuto il 14% delle preferenze alle ultime elezioni federali e fa parte dell’attuale coalizione di governo. Il voto europeo del 9 giugno, però, ha segnato un netto cambiamento. I verdi hanno registrato un calo nei consensi, mentre l’estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD) ha visto una netta progressione.
Il risultato elettorale è il prodotto di un clima politico fortemente polarizzato. Il mese scorso, un video girato sull’isola di Sylt mostrava giovani e ricchi vacanzieri che intonano una canzone nazista e tendono il braccio. Nello stesso mese, un gruppo di insurrezionalisti di estrema destra è stato processato a Francoforte con l’accusa di aver complottato un rovesciamento violento del governo.
Il calcio e gli Europei non sono stati risparmiati: un documentario andato in onda su WDR, affiliata locale dell’emittente nazionale ARD, è stato criticato per aver inserito un sondaggio in cui si chiedeva a 1.304 intervistati se fossero d’accordo con l’affermazione: “Preferirei che più giocatori bianchi tornassero a giocare nella nazionale tedesca”. Il 21% era d’accordo, il 65% in disaccordo.
Il ct Nagelsmann ha definito il sondaggio razzista e si è detto «scioccato dal fatto che tali domande vengano poste. Ci sono persone in Europa che sono dovute fuggire a causa della guerra, di fattori economici, disastri ambientali, persone che vogliono semplicemente essere accolte», ha aggiunto, «giochiamo un campionato europeo per tutti».
I dati confermano le parole dell’allenatore tedesco: il 12% dei 624 calciatori convocati agli Europei sono nati in un Paese diverso da quello che rappresenteranno in campo. Percentuale che si alza al 25% se si considerano tutti i tipi di background migratorio.
Le storie di sport sono percorsi personali che diventano universali e raccontano i cambiamenti di una società sempre più interconnessa. Ne è un simbolo Jamal Musiala. Nato a Stoccarda da padre nigeriano e madre tedesca, è cresciuto in Inghilterra, dove ha fatto tutta la trafila nelle selezioni giovanili, prima di scegliere di rappresentare la Germania. Quando parte palla al piede è una gioia per gli occhi e davanti alle sue giocate a nessuno verrebbe mai in mente di fermarlo per controllargli il passaporto.
Leggi anche: Abbes Mouhiidine, il pugno gentile: «Voglio essere un esempio come Ali»