Esclusiva

Giugno 19 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Luglio 24 2024
Iman Mahdavi: «Inseguo i miei sogni fuori dall’Iran»

Cresciuto nella provincia di Māzandarān, in Iran, l’atleta nel 2020 ha lasciato famiglia e amici per riuscire ad inseguire i suoi sogni con la lotta libera

Rilassato ma concentrato sulla medaglia d’oro. Questi sono gli obiettivi per Parigi 2024 del lottatore Iman Mahdavi, uno dei due ragazzi che vivono in Italia che faranno parte dell’Olympic Refugee Team, composta da atleti riconosciuti dalle Nazioni Unite come rifugiati. 

«Data la situazione in Iran ho deciso di seguire i miei sogni altrove. Per questo sono uscito dal Paese ed entrato via terra in Turchia. Dopo venti giorni, ho preso un volo per arrivare a Milano, a novembre del 2020» dichiara.

Cresciuto nella provincia di Māzandarān, Iman inizia a praticare la lotta libera all’età di 15 anni: «Sono nato in una regione in cui tutti sono lottatori. Mio papà amava molto la lotta libera, in famiglia tutti praticano questo sport e quindi io ho iniziato da piccolissimo, quando pesavo solo 32 kg». 

Quando è arrivato in Italia ha iniziato ad allenarsi al Lotta Club Seggiano: «Mi sono detto che l’unica cosa che sapevo fare era lottare e ho continuato su questa strada. Il mio più grande sogno della vita, quello di partecipare alle Olimpiadi, si è realizzato. Sono grato al Comitato olimpico internazionale perché con la squadra dei rifugiati hanno dato questa possibilità a tutti gli atleti che vivono altrove da soli, lontani dalle loro famiglie e dalla loro casa».

L’obiettivo di Iman è quello di tornare a Milano con la medaglia e, in questi ultimi mesi, ha deciso di spostarsi in Moldavia: «Avvicinandosi ai Giochi, bisogna intensificare gli allenamenti. Sono venuto qui dove ci sono alti livelli di lotta libera. Ho deciso di spostarmi perché hanno programmi ancor più intensivi e mi sto allenando tutti i giorni con loro. Seguo i consigli dei miei coach e sto pensando all’oro. Devo darmi da fare, ci sono molte persone che hanno fatto tanto per noi», afferma. 

Per lui i Giochi olimpici sono anche una vittoria personale: «Oltre alla medaglia, voglio vivere il vero sentimento delle gare. Da tutto il mondo gli atleti arrivano in posto unico con amicizia e pace, senza sentirsi superiori agli altri. Le Olimpiadi sono fatte per questo». 

In famiglia il primo ad aver saputo della sua qualificazione a Parigi 2024 è stato suo fratello: «È molto attivo sui social e l’ha visto. Ha fatto vedere le foto a nostra mamma, dicendole che sarei partito. Lei mi ha chiamato subito ed era molto contenta per me ma anche preoccupata. Io l’ho rassicurata dicendole che da adesso facevo parte di una nuova famiglia» afferma, precisando che non vede l’ora di riabbracciarla. 

Iman è emozionato, gli brillano gli occhi quando parla della sua partecipazione alle Olimpiadi: «Ogni persona ha il piacere di sventolare la bandiera del proprio paese, della propria terra ed esserne orgoglioso. Purtroppo, per me questa opportunità non esiste più. Parteciperò con il team rifugiati e sventolerò la mia bandiera con la delegazione. Spero che un giorno ogni persona riesca a sventolare la bandiera del proprio Paese in pace e tranquillità»