Esclusiva

Gennaio 7 2025
“Free Cecilia Sala” il presidio in solidarietà della giornalista detenuta in Iran

Il 7 gennaio 2025, i giornalisti italiani si sono riuniti a Roma per un sit per Cecilia Sala, dal 19 dicembre nel carcere di Evin

«Free Cecilia Sala»: la scritta campeggia sui cartelli sventolati dai giornalisti radunatisi martedì 7 gennaio in piazza Santi Apostoli a Roma, in occasione di un presidio organizzato dall’ordine dei giornalisti e l’associazione stampa romana in solidarietà con la collega, detenuta nel carcere di Evin, a Teheran, in Iran, dal 19 dicembre 2024.

Sala era arrivata nella capitale iraniana il 12 dicembre con un regolare visto giornalistico della durata di otto giorni, estendibile. I colleghi hanno raccontato che aspettava questa trasferta da molto tempo. «Aveva fatto richiesta del visto diversi mesi fa» ha dichiarato il direttore di Chora Media, Mario Calabresi. «Voleva vedere come fossero cambiate le cose nel paese dall’ultima volta che era andata». Sarebbe dovuta tornare a Roma il 20 dicembre, ma quel giorno l’aereo è partito senza di lei.

La notizia del suo arresto è stata diffusa una settimana dopo: sono stati i media con cui collabora Sala, il quotidiano il Foglio e la podcast company Chora, a renderla pubblica. La madre di Cecilia, Elisabetta Vernoni, dopo un primo intervento pubblico in seguito a un colloquio con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha chiesto ai media di osservare il silenzio stampa.

Durante la manifestazione il segretario di Stampa Romana, Stefano Ferrante, ha sottolineato: «Il sit-in di oggi non è in contrasto con il silenzio stampa, richiesto dalla famiglia e rispettato da tutti, poiché serve a tutelare la delicata situazione di Cecilia e il lavoro di chi sta cercando di liberarla. Noi qui vogliamo semplicemente manifestare la vicinanza di una comunità di giornalisti a una collega che è detenuta ingiustamente in condizioni inaccettabili. Dimostriamo il nostro supporto non solo a Cecilia, ma a tutte le persone minacciate o detenute per il loro lavoro di giornalisti in contesti pericolosi».

«Questo presidio si ispira alle parole del Presidente Mattarella nel discorso di fine anno» ha spiegato il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo. « Tutta la nostra solidarietà va a una collega che sta vivendo ore drammatiche in una delle peggiori carceri iraniane».

Mentre i giornalisti erano in piazza per chiedere la liberazione di Cecilia Sala, la portavoce del governo della Repubblica Islamica, Fatemeh Mohajerani, ha ribadito che l’incarcerazione della giornalista non è legata all’arresto in Italia del cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi.

Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha dichiarato: «L’arresto di Cecilia Sala non ha alcun legame con quello, in Italia, del cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi su mandato americano. La giornalista italiana è stata detenuta per violazione delle leggi iraniane». Baghaei ha poi aggiunto che «la misura presa dagli Stati Uniti contro Abedini è una sorta di presa di ostaggi».

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