Esclusiva

Gennaio 9 2025
Meloni su Sala: “Ieri bella giornata per me e per l’Italia”

Dal caso Sala a Musk, Giorgia Meloni a tutto campo nella conferenza stampa di fine anno

«Ieri bella giornata per me e il sistema Italia», Giorgia Meloni risponde sul caso della giornalista Cecilia Sala detenuta in Iran in apertura della tradizionale conferenza stampa di fine anno organizzata dall’Ordine dei Giornalisti e l’Associazione della Stampa Parlamentare. «Non ho provato emozione più grande di chiamare una madre per dirle che sua figlia stava tornando a casa», spiega la premier. «Dalla famiglia atteggiamento responsabile, giusta la richiesta di silenzio stampa. Non c’è stato un momento di svolta, è stato un puzzle complesso e un lavoro di triangolazione con gli Stati Uniti. Le interlocuzioni con l’Iran? Sul piano diplomatico e di intelligence».

La premier interviene anche sul tema Musk e Starlink: «Contratto firmato con SpaceX? Fake news, mai parlato con Musk di questo». Poi la frecciata all’opposizione: «non sono abituata a usare il pubblico per fare favori agli amici. Le mie valutazioni si basano sull’interesse nazionale». Sul passo indietro di Elisabetta Belloni dal vertice del Dis «molte ricostruzioni false. La stessa ambasciatrice ha chiarito la sua posizione: ha deciso di anticipare di qualche mese la fine del suo incarico per evitare di finire nel tritacarne che accompagna nomine così importanti, il suo percorso non finisce qui. Le dimissioni le ha consegnate prima di Natale, le vicende di questi giorni, da Sala a SpaceX, non c’entrano nulla».

Sul capitolo riforme costituzionali, dal premierato alla riforma della giustizia, la presidente del Consiglio tira dritto: «andare avanti con determinazione e velocità, ma le tempistiche sono ampie per via dei lavori parlamentari. Penso siano necessarie per consegnare un’Italia migliore di quella che ho trovato, come promesso». Poi ribadisce la priorità di approvarle entro la fine della legislatura, «vorrei arrivare alle prossime elezioni con il premierato. L’autonomia differenziata? La sentenza della Corte Costituzionale è per lo più autoapplicativa, con i referendum si vedrà».

Poi la difesa del modello Albania: «Le sentenze della cassazione ci danno ragione, spetta al governo stabilire i paesi sicuri. «I giudici – puntualizza la premier – non possono disapplicare automaticamente i trattenimenti ma possono intervenire sul caso specifico perché una determinata persona non è sicura in un certo paese, cosa che non ha fatto il tribunale di Roma. Gli sbarchi sono diminuiti del 60% dallo scorso anno, nelle ultime settimane quasi azzerati. I centri sono pronti per essere attivati». Cosa attendersi in sede europea? «I giudici italiani hanno inviato la questione alla Corte di giustizia europea che dovrebbe cominciare a lavorare a febbraio. L’Italia ha depositato le proprie valutazioni e ho ragione di credere che la maggioranza dei paesi membri sosterrà la posizione italiana davanti alla Corte, è in linea col nuovo patto di immigrazione e asilo».

La premier è netta anche sul capitolo Ucraina e il ruolo di Trump: «Con lui ho un rapporto molto solido, da parte sua non prevedo un disimpegno militare. Sono disposta a sostenere le opzioni che è disposta a sostenere l’Ucraina. Le garanzie di sicurezza sono fondamentali per poter ambire ad avere la pace, la Russia in passato ha violato gli accordi sottoscritti. Serve certezza che quanto accaduto nel 2022 non accada di nuovo».

Riguardo alla decadenza della presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, «non sono il tipo che gioisce se qualcuno che vince le elezioni decade per questioni burocratiche o giudiziarie», ma «è la prima volta che non accade» puntualizza la premier, e ricorda quando la lista del Popolo delle Libertà alle elezioni regionali del Lazio non venne ammessa «per 10 minuti di ritardo». Se «Pd e 5stelle» non vorranno ratificare la decisione della magistratura «sarà il solito caso di due pesi e due misure» attacca, richiamando le vicende di Silvio Berlusconi, al tempo «si diceva che il Parlamento doveva solo ratificare».

«Tendenzialmente non sono favorevole a eventuali rimpasti», mette le mani avanti parlando della sua maggioranza, «questo è il settimo governo per longevità nella storia d’Italia. Un ritorno di Matteo Salvini al Viminale? Sarebbe un ottimo ministro, ma anche Piantedosi lo è. Sulla Santanchè vediamo cosa deciderà la magistratura».

«Ѐ una decisione che prenderò quando la devo prendere valutando anche i risultati portati a casa, ma non sono abbarbicata alla poltrona», così risponde alla possibilità di ricandidarsi nel 2027, «se posso essere utile cerco di esserlo altrimenti mi regolo di conseguenza». E sulla sorella Arianna, a capo della segreteria nazionale di Fratelli d’Italia, negli ultimi mesi al centro di numerose ricostruzioni: «Mi stupisce molto che a mia sorella vengono addebitate numerosissime cose che non segue, mi interrogo sulla strategia. Le chiederò cosa ne pensa, se trova un minuto mentre stipa tutta questa gente nei gangli dello Stato». Un passaggio è dedicato anche alla norma anti Renzi: «Un’iniziativa parlamentare che condivido e ritengo folle che serva. Penso che sia normale vietare a chi rappresenta gli italiani in Parlamento di prendere soldi da Stati esteri non appartenenti neanche alla Ue».