Il leader del Partito della libertà (Fpö) Herbert Kickl fallisce nella formazione di un nuovo governo in Austria. Sono infatti naufragate le trattative tra l’estrema destra dell’Fpö e i popolari (Övp). Il cinquantenne Kickl ha dunque rinunciato all’incarico ricevuto lo scorso 6 gennaio, comunicando la decisione in una lettera al presidente federale Alexander Van der Bellen. Decisiva è stata la questione della distribuzione dei ministeri. Stando al giornale locale DerStandard, l’accordo è saltato perché Kickl ha richiesto con forza che il ministero dell’Interno fosse affidato all’Fpö. In cambio i popolari avrebbero occupato ministeri di peso, come quello degli Esteri. Popolari e Fpö erano già stati al governo assieme nel 2000 e nel 2017.
«Nonostante le numerose concessioni, l’Övp non era disposto a scendere a compromessi decisivi», c’è scritto nella lunga lettera in cui Kickl rimarca che il partito popolare voleva prima parlare di incarichi, e solo in seguito discutere della negoziazione dei contenuti. Dall’altro lato, i popolari hanno accusato l’Fpö di essere responsabile del disastro delle trattative. Kickl ha detto che non intende provare a formare una maggioranza con i socialisti dell’Spö, vista la distanza su temi cruciali. Ora la palla passa al presidente Van der Bellen. L’ipotesi più probabile, per un Paese avvolto nel caos politico e nell’incertezza, è il ritorno alle urne.
L’Fpö, partito euroscettico, populista e accusato di avere legami con la Russia, ha cercato di costruire un governo per la prima volta dalla sua fondazione negli anni Cinquanta, forte della vittoria ottenuta nelle elezioni parlamentari del 29 settembre 2024 con circa il 29% dei consensi nel voto popolare. Per Robert Menasse, editorialista del giornale austriaco Falter, il suo leader «Kickl è più pericoloso per l’Europa rispetto a Donald Trump». Membro del gruppo dei Patrioti al Parlamento europeo con la Lega, Fidesz, Vox e il Rassemblement National, l’Fpö ha nell’immigrazione il fulcro delle sue battaglie, ed è stato più volte attaccato a causa della retorica islamofoba e neo-nazista.