Esclusiva

Febbraio 14 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 17 2025
L’unico centro antiviolenza di Cosenza rischia la chiusura

La struttura si trova nei locali della regione Calabria, che però sono stati dichiarati inagibili

«Cosenza ha avuto un presidio antiviolenza rivolto alle donne per 35 anni e deve continuare ad averlo. È una battaglia su cui non indietreggiamo, non siamo disposte a lasciare il territorio». A parlare è Roberta Attanasio, presidente del centro antiviolenza “Roberta Lanzino”, che è a rischio chiusura.

La struttura è stata dichiarata inagibile dalla regione Calabria, proprietaria dell’immobile: «Abbiamo già incontrato il presidente Roberto Occhiuto. Ci ha detto che il locale, in cui c’è anche una sede dell’amministrazione calabrese, è impraticabile perché troppo vecchio. Per questo motivo, il personale negli uffici è stato spostato e presto lo saremo anche noi».

Roberta ci tiene a sottolineare che non si tratta di malevolenza da parte della regione, ma di poca attenzione e rispetto del lavoro che il centro svolge: «Noi siamo qui da 13 anni. Nel 2012, l’allora consigliere provinciale ci aveva dato questa sede in comodato d’uso». Poi però in quegli spazi è subentrata la regione: «Siamo rimaste qui e all’associazione venivano tolti i costi dell’affitto. Non avremmo mai pensato di dovercene andare» spiega la presidente.

A complicare la situazione ci sono anche i nuovi requisiti minimi richiesti dalla conferenza Stato-regioni, un adeguamento richiesto dal 2022 e prorogato per ulteriori 36 mesi: si tratta ad esempio di un bagno per i disabili o una stanza apposita per garantire la privacy alle donne. Gli adeguamenti devono essere realizzati entro settembre 2025. «Occhiuto ci ha dato la massima disponibilità per trovare una soluzione, ben consapevole però che non ci sono sedi agibili da poter offrire nell’immediatezza. Vista questa scadenza in autunno però, la situazione va trovata entro questa estate» spiega Roberta Attanasio.

L’incertezza sul futuro della struttura complica il lavoro di assistenza del centro, soprattutto in un territorio in cui l’accesso da parte delle donne è già ridotto.
In un articolo su La Stampa, la giornalista Donata Columbro evidenzia che nel rapporto Istat del 2021 si registrano più accessi nelle regioni del nord e del centro rispetto a quelle del sud. «Aiutiamo circa 150 donne l’anno – spiega la presidente del centro Lanzino – si tratta di un lavoro importante per la nostra provincia. Questa fase di stallo non incoraggia le accoglienze».