Esclusiva

Febbraio 25 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 26 2025
Slitta ancora il decreto bollette, è caccia alle coperture

Il provvedimento contro il caro energia è atteso in Cdm venerdì 28, impegnerà tra i 2,8 e i 3 miliardi di euro. La priorità è ampliare il ‘bonus sociale’

A distanza di quasi due settimane dagli annunci del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il decreto bollette continua a subire rinvii. Previsto inizialmente per martedì, il provvedimento destinato a contenere gli effetti del caro energia è stato nuovamente posticipato e verrà discusso nel Consiglio dei ministri di venerdì 28 febbraio. Il motivo? La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ritenuto “non soddisfacente” la bozza presentata e ha chiesto ulteriori approfondimenti per garantire misure più efficaci a sostegno di famiglie e imprese.

Tra le principali proposte al vaglio del governo, spicca l’innalzamento della soglia Isee per l’accesso al bonus sociale bollette. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha confermato l’intenzione di portare il limite dagli attuali 9.500 euro a 15mila euro, un intervento che potrebbe coinvolgere quasi sei milioni di famiglie e costare circa 1,3 miliardi di euro.

Sul fronte delle imprese, si punta all’estensione dell’Energy Release, un meccanismo avviato nel 2022 con il governo Draghi che consente alle aziende energivore di acquistare energia rinnovabile a prezzi calmierati tramite il gruppo pubblico Gestore dei servizi energetici (Gse). Si discute anche di interventi per ridurre gli oneri di distribuzione del gas e di una possibile proroga delle concessioni idroelettriche in cambio della cessione di una quota dell’energia prodotta proprio dal Gse a tariffe ridotte.

Se il pacchetto di misure sembra delineato, la principale criticità resta la copertura finanziaria. Il decreto richiede tra i tre e i quattro miliardi di euro, una cifra significativa considerando che gli interventi previsti avrebbero una durata limitata a pochi mesi. Al momento, l’unica certezza è che 600 milioni di euro dovrebbero provenire dal sistema Ets (Emission Trading System), la tassa sulle emissioni di CO2. Somma ben lontana dall’importo necessario. La sfida di queste ore è la ricerca di ulteriori risorse, senza entrare in conflitto con gli obiettivi del Pnrr.

Ulteriore aspetto in discussione riguarda il rafforzamento dei controlli sugli operatori energetici, per evitare che gli aiuti destinati alle bollette vengano assorbiti da altre voci di costo vanificando il beneficio per gli utenti. Misure più stringenti per garantire la trasparenza e impedire speculazioni sui prezzi dell’energia, come chiesto dalle associazioni dei consumatori. La nuova data in rosso sul calendario è venerdì 28 febbraio, resta da capire se questa volta il governo troverà la quadra. 

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