Esclusiva

Febbraio 19 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 25 2025
Il Papa ricoverato al Gemelli, il quadro clinico resta complesso

L’analisi del rischio di mortalità del Pontefice in base ai criteri clinici CURB-65

Papa Francesco: la previsione di mortalità per polmonite in base ai criteri CURB-65 

Papa Francesco rischia di morire? La polmonite acquisita in comunità (CAP) in un soggetto anziano si associa a un rischio di mortalità variabile: secondo la letteratura scientifica si va da meno dell’1% a più del 50%. A fare la differenza sono le eventuali comorbidità, lo stato di coscienza, i parametri clinici e i rilievi laboratoristici. Negli anni sono stati creati alcuni score che consentono di predire il grado di rischio e forniscono indicazioni su come gestire il paziente in base al punteggio ottenuto. 

Possiamo ricorrere a una di queste scale per azzardare un pronostico su quanto accadrà al Pontefice nei prossimi giorni. 

Una delle più accurate è il Pneumonia Severity Index (PSI/PORT score), che non possiamo però utilizzare per mancanza di dati sulla sua storia clinica e sugli ultimi esami di laboratorio. 

Si può, tuttavia, ipotizzare un punteggio sulla scala CURB-65, abbastanza efficace nel predire la mortalità a 30 giorni. Lo score va da 0 a 5 e prevede l’assegnazione di un punto per ogni parametro. 

Il Papa ricoverato al Gemelli, il quadro clinico resta complesso
Tentativo di previsione secondo i criteri CURB-65

L’unico fattore di rischio che il Papa rispetta con certezza è quello anagrafico (+1 punto). In base agli ultimi comunicati stampa non abbiamo ragioni per credere che stia presentando confusione mentale: mangia, parla e legge i giornali (punteggio 0). Viene, inoltre, descritto come sereno e «autoventilato»: eventuali episodi di tachipnea e iperventilazione sarebbero stati comunicati nel bollettino (punteggio 0). Non si hanno, invece, informazioni in merito alla concentrazione di urea nel sangue e alla pressione arteriosa (per entrambi gli indicatori, punteggio variabile tra 0 e 1). 

In base alle informazioni a nostra disposizione lo score CURB-65 risulterebbe compreso in un range tra 1 e 3, dove 2 è la soglia minima per procedere con un ricovero ospedaliero (in un soggetto qualsiasi) e 3-4 quella per accedere alla terapia intensiva.

Il Papa ricoverato al Gemelli, il quadro clinico resta complesso
Previsione di mortalità in base a studio internazionale “Defining community acquired pneumonia severity on presentation to hospital: an international derivation and validation study”

Ipotizzando che non ci sia stato alcun filtro nell’informazione trasmessa dall’ufficio stampa del Vaticano, il rischio di mortalità a breve termine stimato è compreso tra il 3,2% e il 17,0%

È doveroso sottolineare che le condizioni del Papa restano molto complesse e potrebbero degenerare in qualsiasi momento. All’interno delle sue vie respiratorie sono presenti più patogeni che non rispondono alla terapia antibiotica. Il sistema immunitario del Pontefice è, inoltre, debilitato dalla terapia cortisonica in atto, somministrata con l’intento di ridurre l’infiammazione e migliorare la funzione respiratoria. Il cortisone è un’arma a doppio taglio, utilizzato solo in polmoniti particolarmente complesse: limita il danno e l’accumulo di liquidi a livello alveolare, ma per farlo «riduce le difese dell’ospite, favorendo la comparsa di sovrinfezioni batteriche. Tutto questo richiede una costante rivalutazione della terapia antibiotica» (Fonte: Professore di malattie infettive Massimo Andreoni, ANSA). 

Se l’infezione dovesse avere la meglio, in sole 24 ore i batteri potrebbero riversarsi nel torrente ematico dando luogo a setticemia. La possibile evoluzione è un’insufficienza multi-organo fatale nel giro di pochi giorni. Altro scenario plausibile è l’insorgenza di un particolare tipo di insufficienza respiratoria (sindrome da distress respiratorio acuto, con i polmoni infarciti di edema), che renderebbe necessario il ricorso alla ventilazione meccanica. Anche in questo caso la mortalità stimata aumenterebbe al 30-50% in poche ore. 

Per tutte queste ragioni, ogni tentativo di stimare un rischio concreto di mortalità è a tutti gli effetti un azzardo. La situazione va monitorata giorno per giorno, bollettino dopo bollettino. Il futuro è imprevedibile e neanche in medicina esistono ancora le sfere di cristallo