Il sole è tramontato, ma il cielo su via Manfredonia a Roma si illumina di rosso. Sta passando il corteo e sui tetti delle case popolari del Quarticciolo si accendono centinaia di torce. «Nonostante la pioggia siamo cinque mila», dicono gli attivisti di “Quarticciolo ribelle”, organizzatori della manifestazione che sabato 1 marzo 2025 ha sfilato per le strade della borgata di Roma Est.
Il piccolo rettangolo di case fra via Prenestina e viale Palmiro Togliatti ospita una delle principali piazze di spaccio di crack e cocaina della capitale e da anni soffre di una condizione di abbandono e degrado denunciata a più riprese dai suoi abitanti. A dicembre è rientrata nelle otto periferie italiane a rischio scelte per replicare il cosiddetto “modello Caivano“: commissariamento dell’amministrazione, presenza massiccia delle forze dell’ordine, finanziamenti per progetti sociali. Ma anche sgomberi di occupazioni, come quella dell’ex Questura di piazza del Quarticciolo, dove si riuniscono i manifestanti. L’edificio razionalista è occupato da più di 25 anni, ospita 40 famiglie e il doposcuola gratuito.
Un corteo variegato sotto gli ombrelli: in testa ci sono gli anziani del comitato di quartiere e le bambine e i bambini. Davanti allo striscione con scritto “Cambiamo davvero Quarticciolo”, le ragazze e i ragazzi della palestra popolare fanno servizio d’ordine e si sforzano di tenere i giornalisti alla giusta distanza.
Il corteo continua su via Castellaneta, tagliando via Ostuni, dove ha sede l’ambulatorio popolare, che vuole fornire assistenza ad una borgata senza presidi sanitari. «Vogliamo che questo sia un posto di cui non bisogna aver paura», gridano al microfono, «ma nessuno si salva da solo e il Quarticciolo ha bisogno di tutti e tutte». Oltre agli abitanti ci sono anche solidali da tutta Roma e anche da altre città italiane. Sono presenti anche il segretario del Pd romano Enzo Foschi e il presidente del Municipio V Mauro Caliste.
Interventi anche per due famiglie sgomberate martedì 25 febbraio nel corso di un’operazione che ha visto l’intervento di circa duecento agenti contro lo spaccio. «Due famiglie in mezzo alla strada. Perché associare gli sfratti delle case popolari alla lotta alla droga!?».
«Quarticciolo alza la voce», si canta passando da viale Palmiro Togliatti, poco distante dalle scuole primaria e dell’infanzia Pirotta. Un istituto che sta vivendo un periodo difficile: chiusa per settimane dopo il ritrovamento del virus della legionella nell’acqua a metà gennaio di quest’anno, ora rischia il dimensionamento. «Un presidio d’istruzione indispensabile nella zona di Roma con il più alto tasso di dispersione scolastica».
C’è anche la testimonianza di una ragazza di Caivano, Irene Marchetti: «Da un anno ci sono più telecamere, più forze dell’ordine. Ma non c’è reale sicurezza. Il Quarticciolo, con le sue attività dal basso per i bambini, per lo sport, per l’arte, è un modello alternativo molto valido, perché basato sull’ascolto dei problemi reali del territorio». Al microfono anche un rappresentante del Comitato Vele di Scampia, un’altra zona toccata dal Decreto Caivano Bis.
Cala la sera, ma la pioggia aumenta. Il corteo rientra a Piazza del Quarticciolo. Torce rosse si accendono dalle finestre dell’ex Questura, mentre al microfono si promette battaglia.