Esclusiva

Aprile 3 2025
Chat erotiche, il frutto proibito del web

Il mondo della messaggistica per adulti sta cambiando con lo sviluppo dell’AI. Il racconto di un ex operatore spiega come funzionano

Puoi essere un ragazzo, una ragazza o non rientrare in nessun genere. Nel momento stesso in cui firmi il contratto stringi un patto con il tuo creatore virtuale e scegli chi essere. Una nuova identità donata dal demiurgo internet che plasma il nuovo te e lo presenta al mondo. Donna transgender o uomo gay non importa, basta attenersi alle regole e scrivere le esatte parole che gli utenti delle chat erotiche stanno aspettando ormai da un’intera giornata seduti su una sedia davanti al pc o stesi sul letto con il cellulare tra le mani. Un click e poi possono finalmente rilassarsi e godersi la loro chiacchierata fatta di sexting e foto osè.

«Ho scelto io di assegnarmi il genere femminile, non so perché mi andava così. Era un profilo digitale, entravo con nome utente e password e non avevo limiti di tempo», spiega Salvatore che è stato operatore per una chat erotica qualche anno fa. «Era il 2018, si cercavano lavori da poco ed era difficile trovare un lavoretto decente. Trovai questo, con contratto e pagamento online. Non ebbi alcun tipo di remora morale e feci tutto senza pensare a questo aspetto, anzi è stato anche divertente. Quando feci la registrazione ero con un mio amico e ci divertimmo tanto». Iscriversi è semplice, ma ci sono dei codici da rispettare soprattutto per chi è cliente e se si cerca qualcosa in più, come allegare immagini ai dialoghi, bisogna attivare un abbonamento specifico che aumenta i guadagni dei siti.

«Mi sono registrato tramite una mail che avevo creato apposta per questo,- racconta Salvatore – era tutto automatizzato, ricevevo dei pacchetti di foto da poter usare durante le conversazioni. Anche i responsabili con cui mi sono confrontato per parlare del mio lavoro sembravano bot, anzi penso proprio che lo fossero». La retribuzione non è delle migliori ed è relativa al numero e alla lunghezza dei messaggi scambiati, pochi centesimi per qualche battuta hot. Il contenuto del discorso è suggerito dalla stessa chat, all’operatore non resta che cliccare e inviare le frasi giuste per accendere il desiderio dell’interlocutore. «In due giorni ho parlato con dieci persone, tutti uomini. Non trovo particolari elementi comuni tra gli utenti con cui ho parlato se non la voglia di conoscermi oltre le interazioni online».

Tutto si svolge sul web, dalla recluta di nuovi operatori allo svolgimento effettivo del lavoro. Conversazioni potenzialmente infinite con chi ti ha scelto per piacere ma non solo: «Molti mi facevano domande private che andavano oltre i messaggi consigliati dal sistema. Mi chiedevano dove abitassi, cosa studiassi, che lavoro facessero i miei genitori. Devi guardare tutto questo dal punto di vista sociologico, è particolare. Erano su delle chat erotiche ma erano anche interessati al lato esistenziale della donna che pensavano di aver contattato».  Da allora il mondo della messaggistica per adulti è molto cambiato e il numero di piattaforme che consentono queste conversazioni online è difficile da calcolare. «Se volevi guadagnare tanto dovevi avere una passione e un talento per le chat che io non avevo. Ci dovevi mettere dedizione e tempo. Le persone non erano moleste ma sole».

Un impegno che non molti sono disposti ad assumersi. Così negli ultimi anni sono comparsi in rete siti che permettono di scrivere a qualsiasi persona, reale o di fantasia lasciando ai clienti anche la possibilità di scrivere a personaggi dei manga. Ma dietro tutto questo non ci sono più persone reali, non per forza. L’Ai è entrata anche nella sfera più intima dell’essere umano e sta iniziando in qualche modo a governare e gestire i suoi desideri sessuali rispondendo alle richieste degli utenti che si rivolgono alle chat erotiche. In questo modo il panorama sta diventando sempre più vasto, migliore per chi desidera questo tipo di esperienze e peggiore per chi cerca ancora un contatto umano e spera di conoscere chi si cela dall’altra parte del monitor.

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