«Trump ha parlato di giorno liberazione ma non è altro che il giorno dell’inflazione visto l’aumento dei prezzi che arriverà sui mercati”, così Bernd Lange, presidente della commissione per il commercio internazionale, ha risposto al presidente degli Stati Uniti sulla scelta di imporre dazi a circa 60 paesi.
Alleati o rivali non ha importanza. Si va dal 20% per l’Unione Europea al 34% per la Cina fino al 50% del Lesotho.
La mossa americana potrebbe portare a una guerra commerciale ma, stando a quanto affermano al Parlamento Europeo, non con l’Unione Europea: «Le nostre contromisure si limiteranno solo per arginare i danni, non avremo misure di ritorsione. Non ci sarà un’escalation. Vogliamo limitare i danni per l’Unione Europea». E poi l’attacco frontale al presidente americano: «A Trump piacerebbe molto se riuscisse a spaccare l’Unione Europea ma sul commercio siamo compatti. Lui cerca i contatti bilaterali ma la nostra legislazione non lo permette».
Contromisure e dazi definiti «ingiustificate, illegali e sproporzionate». A chi chiede a Lange quale sia la differenza tra quelli americani e quelli europei, il socialista risponde in maniera netta: «I nostri sono dazi nei confronti degli Stati Uniti sono difensivi, non applichiamo il 20% di dazi per principio». C’è stato anche il tentativo nel corso di queste settimane di poter trattare con l’amministrazione americana ma spiegano che non è stato possibile portare avanti un negoziato costruttivo. «Purtroppo, a causa dell’attuale struttura di governo non è stato possibile portare avanti uno scambio. Abbiamo cercato di interfacciarci con il segretario al Tesoro americano ma non è stato possibile. Commercio e immigrazione sono solo nelle mani del Presidente Usa. Questo genera un problema». Anche da questo nasce la necessità di rispondere. È stata annunciata una reazione per il prossimo 14 aprile su acciaio, alluminio e prodotti digitali.
Da qui la volontà europea di guardarsi intorno in particolare con il sud globale: «Analizzeremo con attenzione le ripercussioni indirette. Saremo danneggiati da questi provvedimenti ma abbiamo delle opportunità. Noi desideriamo stabilizzare lo sviluppo economico dei paesi del sud globale. Come Ue cercheremo di ampliare la rete di partner affidabili».
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