I magici unicorni incontrano la brama di denaro umana nel debutto alla regia di Alex Scharfman. Il film Death of a Unicorn è nei cinema italiani dal 10 aprile 2025, distribuito da I Wonder Pictures, l’evento che mette in moto la trama è quello rivelato nel titolo: un giovane unicorno viene investito e ucciso. All’inizio c’è un tentativo di occultare il cadavere, ma, quando ne vengono scoperte le straordinarie capacità curative, esso diventerà un’occasione di arricchirsi. Mentre ogni personaggio cerca di sfruttare l’incredibile scoperta per il proprio tornaconto personale, i genitori del piccolo si avvicinano alla casa dove tutti sono riuniti per vendicarlo.
Sebbene lo spettatore possa attendere con ansia l’arrivo degli unicorni assassini, la prima parte del lungometraggio è riservata alla presentazione dei personaggi, dell’ambientazione e della mitologia, gli eventi horror splatter sono condensati nella seconda metà dei 107 minuti di film. Questo sviluppo rende la trama lineare e facile da seguire, senza particolari sorprese, ma l’originalità della pellicola è nel modo in cui è presentata la figura dell’unicorno: il ciclo di arazzi La caccia all’unicorno, che lo spettatore potrebbe già aver visto, viene sfruttato per ideare una nuova storia; uno degli arazzi è incompleto e il film ne ipotizza una versione completa che utilizza per presentare i suoi unicorni.

Nel corso del lungometraggio, ci sono un paio di momenti in cui arrivano delle rivelazioni che dovrebbero stupire lo spettatore, ma erano informazioni già date a tutti i personaggi, quindi l’effetto sorpresa non funziona, anzi, sorprende che nessuno se ne sia reso conto fino a quel momento. Così come sorprende un taglio in cui si passa dalla notte al pieno giorno in maniera drastica, disorientando lo spettatore.
Paul Rudd e Jenna Ortega interpretano una convincente coppia padre-figlia, ma tutto il cast riesce a rendere divertenti e godibili i personaggi, anche se non sono brave persone, aiutato dal limitato numero di attori presenti in scena che permette di dare spazio ad ognuno di loro.
Leggi anche: La vendetta è un piatto che va servito a Parigi
Il finale è aperto, ma si è la scelta giusta per il contesto: sarebbe stato difficile trovare un modo realistico per concludere la vicenda fantastica.